politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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Egitto, le spese effettive per sovvenzionare i giornali e i giornalisti ebbero il loro picco<br />
durante la guerra d’Etiopia, dim<strong>in</strong>uendo dal 1937 <strong>in</strong> poi, ma il fondo stampa e <strong>propaganda</strong>, di<br />
70.000 lire italiane mensili, rimase <strong>in</strong>alterato f<strong>in</strong>o al <strong>1940</strong> 127 . Insomma, se il governo era<br />
costretto talvolta a frenare l’<strong>in</strong>traprendenza dei suoi rappresentanti, sugli obiettivi a lungo<br />
term<strong>in</strong>e, di penetrazione dell’<strong>in</strong>fluenza italiana nel mondo arabo, vi era piena identità di<br />
vedute.<br />
1.7 - Politica araba e “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>”<br />
Poiché abbiamo sostenuto che è esistita una <strong>politica</strong> araba <strong>fascista</strong>, rimane da chiarire quale<br />
fosse la sua esatta natura. Secondo Roma<strong>in</strong> Ra<strong>in</strong>ero, la <strong>politica</strong> araba di Mussol<strong>in</strong>i non era<br />
altro che una tradizionale <strong>politica</strong> di potenza, che dietro alla cort<strong>in</strong>a fumogena creata dalla<br />
<strong>propaganda</strong> non nascondeva altro che ambizioni territoriali e coloniali. Era dunque una<br />
<strong>politica</strong> strumentale ed ipocrita, poiché <strong>in</strong> realtà non vi era alcuna <strong>in</strong>tenzione di favorire<br />
realmente le aspirazioni del nazionalismo arabo. Mussol<strong>in</strong>i ragionava, nonostante le sue<br />
dichiarazioni di amicizia e di aff<strong>in</strong>ità “spirituale” con il mondo arabo e l’Islam, <strong>in</strong> una<br />
prospettiva strettamente eurocentrica, <strong>in</strong> cui non vi era spazio per il relativismo culturale; del<br />
resto, la sua <strong>in</strong>tenzione dichiarata era di riaffermare la civiltà “romana” nel bac<strong>in</strong>o del<br />
Mediterraneo. Ai tempi del “fascismo rivoluzionario”, secondo Ra<strong>in</strong>ero, il sostegno al<br />
nazionalismo arabo era stato semplicemente un argomento polemico, utile per attaccare le<br />
potenze v<strong>in</strong>citrici e reclamare la revisione degli <strong>in</strong>giusti trattati; la stessa Lega dei Popoli<br />
Oppressi sarebbe stata una «prosecuzione propagandistica» dell’azione di D’Annunzio a<br />
Fiume, e non l’espressione di un s<strong>in</strong>cero sostegno alla causa araba 128 . La prova dell’<strong>in</strong>s<strong>in</strong>cerità<br />
del fascismo sarebbe costituita dalla completa r<strong>in</strong>uncia del regime ad una <strong>politica</strong> verso il<br />
mondo arabo, nel corso degli anni Venti. Nel decennio successivo, la <strong>politica</strong> araba sarebbe<br />
stata comunque fondata sull’eurocentrismo, sulla tradizionale <strong>politica</strong> di potenza e di<br />
espansione coloniale, senza alcuna considerazione per il nazionalismo arabo 129 . Questa<br />
<strong>in</strong>terpretazione contiene molti elementi di verità, ma necessita di alcune precisazioni e<br />
correzioni. Innanzitutto, lo stesso Ra<strong>in</strong>ero nota come le ambizioni di Mussol<strong>in</strong>i suscitassero<br />
apprensioni nel mondo arabo, vanificando <strong>in</strong> buona parte i tentativi di stabilire una<br />
“amicizia” 130 : ciò vuol dire che tali ambizioni non erano nascoste né negate. O meglio, è vero<br />
che l’Italia diede ripetute assicurazioni di non nutrire mire territoriali sui paesi arabi, che di<br />
solito <strong>in</strong>contravano scarso credito presso l’op<strong>in</strong>ione pubblica e i leader arabi. Allo stesso<br />
tempo, però, Mussol<strong>in</strong>i rivendicava con orgoglio la volontà di fare nuovamente di Roma il<br />
centro di una civiltà mediterranea, attraverso quella “espansione pacifica” di cui abbiamo<br />
parlato nei paragrafi precedenti, ponendo i paesi arabi sotto la sfera egemonica italiana.<br />
Ra<strong>in</strong>ero stesso <strong>in</strong>titola un paragrafo del suo libro “un rivendicato eurocentrismo”; ma<br />
Mussol<strong>in</strong>i avrebbe potuto evitare molte complicazioni, omettendo semplicemente i suoi<br />
cont<strong>in</strong>ui riferimenti alla gloria passata dell’impero Romano, ed all’espansione futura<br />
dell’<strong>in</strong>fluenza italiana <strong>in</strong> Oriente e conducendo la sua <strong>politica</strong> <strong>in</strong> maniera più discreta. È<br />
dunque corretto parlare di <strong>in</strong>s<strong>in</strong>cerità ed ipocrisia della <strong>politica</strong> araba di Mussol<strong>in</strong>i, da<br />
liquidare come un mero espediente, oppure esisteva un vero progetto politico del fascismo<br />
riguardo al mondo arabo, ed è all’<strong>in</strong>terno di tale progetto che bisogna piuttosto cercare<br />
eventuali contraddizioni e debolezze?<br />
127 M. Tedesch<strong>in</strong>i Lalli, “La <strong>propaganda</strong> araba del fascismo e l’Egitto”, cit., p. 744<br />
128 R. H. Ra<strong>in</strong>ero, La <strong>politica</strong> araba di Mussol<strong>in</strong>i, cit., p. 5<br />
129 Ivi, pp. 9-18<br />
130 Ad esempio Ivi, pp. 13-15