politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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Il fascismo fu molto prudente nel primo decennio al potere, ma tale fatto era legato alle<br />
cont<strong>in</strong>genze della <strong>politica</strong> <strong>in</strong>terna e della situazione <strong>in</strong>ternazionale, piuttosto che ad una reale<br />
volontà di stabilità 72 . Nelle parole di Enzo Collotti:<br />
Attraverso aggiustamenti tattici e mediazioni di varia natura, passi falsi e contraddizioni, Mussol<strong>in</strong>i e il<br />
fascismo rimasero sostanzialmente fedeli alla <strong>politica</strong> di affermazione di grande potenza mediterranea e di<br />
espansione coloniale. Il fatto che questa <strong>politica</strong> poté esplicarsi pienamente alla svolta degli anni trenta, <strong>in</strong><br />
presenza di una congiuntura <strong>in</strong>ternazionale favorevole, non autorizza a concludere che prima di allora il<br />
fascismo non avesse un disegno di <strong>politica</strong> estera, né che al dispiegamento propagandistico non<br />
corrispondesse alcuna seria <strong>in</strong>tenzione 73 .<br />
Erano gli stessi fascisti a parlare della «faticosa ricostruzione» dei primi anni, necessaria<br />
per riconquistare una posizione prem<strong>in</strong>ente <strong>in</strong> Europa, ed avviare qu<strong>in</strong>di una «grandiosa<br />
<strong>politica</strong> estera» di respiro mondiale 74 . Ed <strong>in</strong>fatti, appena cambiarono le circostanze, l’Italia<br />
<strong>fascista</strong> divenne una m<strong>in</strong>accia per gli equilibri europei e nel Mediterraneo, senza che ciò<br />
comportasse alcuna revisione delle sue priorità <strong>in</strong> <strong>politica</strong> estera. Non va dimenticato che il<br />
fascismo aveva come caposaldo del proprio programma, ancora prima di conquistare il potere,<br />
la revisione dei trattati di Versailles: l’Italia dichiarava apertamente la propria <strong>in</strong>soddisfazione<br />
per l’assetto <strong>in</strong>ternazionale del dopoguerra, e si poneva alla testa delle nazioni “revisioniste”<br />
contro le potenze v<strong>in</strong>citrici, nell’ambigua posizione di nazione, allo stesso tempo, v<strong>in</strong>citrice e<br />
<strong>in</strong>soddisfatta. Che poi essa fosse maggiormente <strong>in</strong>teressata al mutamento dell’ord<strong>in</strong>e coloniale<br />
piuttosto che di quello europeo, non rendeva la sua <strong>politica</strong> meno pericolosa. Per quanto<br />
Mussol<strong>in</strong>i potesse apparire realista e prudente nei rapporti <strong>in</strong>ternazionali, erano gli obiettivi di<br />
fondo del suo espansionismo a rendere sempre più concreto il rischio di uno scontro con le<br />
potenze democratiche. Come ha bene evidenziato Pier Giorgio Zun<strong>in</strong>o, il rifiuto della stabilità<br />
e dello status quo era un fattore centrale nella concezione <strong>fascista</strong> dei rapporti <strong>in</strong>ternazionali 75 .<br />
Nei suoi Ricordi, Raffaele Guariglia ha sostenuto che, nonostante la retorica di Mussol<strong>in</strong>i sul<br />
“Mediterraneo ai mediterranei”, la <strong>politica</strong> mediterranea dell’Italia <strong>fascista</strong> si limitava a<br />
sostenere la necessità di porre i tre sbocchi di quel mare sotto controllo <strong>in</strong>ternazionale, «su di<br />
un piede di uguaglianza a [sic] tutti gli <strong>in</strong>teressati», o semplicemente lasciarli liberi; e che essa<br />
non mirava ad estromettere la Gran Bretagna, della quale gli italiani erano ben disposti a<br />
riconoscere gli <strong>in</strong>teressi imperiali 76 . Ma, <strong>in</strong> sostanza, Mussol<strong>in</strong>i chiedeva a Francia e Gran<br />
Bretagna di abdicare spontaneamente alle loro posizioni nel Mediterraneo, per fare spazio al<br />
d<strong>in</strong>amismo dell’Italia 77 . Per quanta diplomazia e cautela Mussol<strong>in</strong>i potesse usare, delle<br />
domande del genere non potevano trovare accoglimento. Ecco perché <strong>–</strong> sebbene debba essere<br />
resp<strong>in</strong>ta qualsiasi visione determ<strong>in</strong>istica, secondo cui l’alleanza italo-tedesca contro le<br />
democrazie sarebbe stata <strong>in</strong>evitabile f<strong>in</strong> dal pr<strong>in</strong>cipio <strong>–</strong> è chiaro che la <strong>politica</strong> mediterranea<br />
del fascismo aveva un carattere <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>secamente antagonista, nei confronti della Gran<br />
Bretagna, che non poteva essere mascherato dalla volontà italiana di concludere un “accordo<br />
generale” fra i due paesi. Come ha affermato Enzo Collotti, la <strong>politica</strong> del “peso<br />
determ<strong>in</strong>ante” non deve essere considerata l’asse della <strong>politica</strong> estera <strong>fascista</strong>, ma tutt’al più<br />
uno strumento per raggiungere il suo vero obiettivo, ovvero il rovesciamento dei rapporti di<br />
forza nel Mediterraneo 78 .<br />
72<br />
G. Rumi, L’imperialismo <strong>fascista</strong>, cit., pp. 36-39. Sul dibattito storiografico attorno alla <strong>politica</strong> estera <strong>fascista</strong>,<br />
è ancora <strong>in</strong>teressante <strong>–</strong> per quanto datato <strong>–</strong> il saggio di J. Petersen, “La <strong>politica</strong> estera del fascismo”, cit.<br />
73<br />
E. Collotti, Fascismo e <strong>politica</strong> di potenza, cit., p. 20<br />
74<br />
C. Giglio, Politica estera italiana, cit., p. 21<br />
75<br />
P. Zun<strong>in</strong>o, L’ideologia del fascismo, pp. 315-319<br />
76<br />
Raffaele Guariglia, Ricordi 1922-1946, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1950, p. 32<br />
77<br />
Come ha osservato MacGregor Knox, l’obiettivo della completà libertà italiana nel Mediterraneo era<br />
«conseguibile solo con il crollo dell’Inghilterra»: La guerra di Mussol<strong>in</strong>i, cit., p. 79<br />
78<br />
Enzo Collotti, Fascismo e <strong>politica</strong> di potenza. Politica estera (1922-1939), La Nuova Italia, Milano 2000, p.<br />
34<br />
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