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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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282<br />

L’elim<strong>in</strong>azione di detta banca e la sostituzione della moneta agiranno automaticamente sulle posizioni<br />

francesi determ<strong>in</strong>andone l’esodo e facilitando, per conseguenza, l’accaparramento da parte dei capitali<br />

italiani degli strumenti fondamentali della vita economica locale 72 .<br />

Tutto sembra <strong>in</strong>dicare, <strong>in</strong>somma, che il governo italiano era pronto ad imporre con<br />

decisione la propria egemonia <strong>politica</strong> ed economica sulla Siria e sul Libano. Ma vi erano<br />

degli ostacoli notevoli su questa strada. In primo luogo, la Francia era stata sconfitta, ma il<br />

governo di Vichy era adesso formalmente alleato dell’Italia e della Germania, e cont<strong>in</strong>uava a<br />

esercitare l’amm<strong>in</strong>istrazione del Mandato. Anche se avessero voluto, gli italiani non potevano<br />

permettersi di compiere <strong>in</strong> Libano e Siria delle azioni troppo visibili, che avrebbero<br />

compromesso i delicati equilibri nei rapporti fra l’Asse e la Francia collaborazionista. In<br />

secondo luogo, qualsiasi modifica nella situazione <strong>politica</strong> dei territori del mandato, a favore<br />

dell’Italia o della Germania, avrebbe potuto dare il pretesto alla Gran Bretagna per attaccare la<br />

Siria e il Libano, allo scopo di impedire che tali territori potessero divenire delle basi per le<br />

operazioni militari dell’Asse 73 .<br />

Ma le aspirazioni dell’Italia trovarono un ostacolo, soprattutto, negli stessi <strong>siria</strong>ni e<br />

libanesi, i quali furono tutt’altro che entusiasti di ritrovarsi truppe e funzionari italiani <strong>in</strong> casa.<br />

Invece che favorire l’<strong>in</strong>fluenza dell’Italia, la nuova situazione <strong>politica</strong> nel Mandato accrebbe<br />

l’ostilità verso di essa, poiché i timori verso l’espansionismo <strong>fascista</strong> nel Mediterraneo non<br />

erano mai venuti meno. E gli arabi conv<strong>in</strong>ti dell’imm<strong>in</strong>ente vittoria dell’Asse guardavano<br />

piuttosto, con <strong>in</strong>teresse sempre maggiore, alla Germania 74 .<br />

Gli italiani seguirono attentamente l’evolversi degli umori politici all’<strong>in</strong>terno del Mandato.<br />

A settembre, secondo le <strong>in</strong>formazioni raccolte dalla Delegazione mista per il Controllo della<br />

Siria, si erano del<strong>in</strong>eate tre tendenze politiche. I maroniti, guidati dal Patriarca ‘Arida, si<br />

mostravano disposti ad accettare un mandato italiano sul Libano, se la Francia avesse dovuto<br />

“sgomberare”. I musulmani, <strong>in</strong>vece, guardavano con <strong>in</strong>teresse alla Germania; e vi erano <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e<br />

degli altri elementi, i quali erano stati “lavorati” dalla <strong>propaganda</strong> britannica. L’<strong>in</strong>tensa<br />

attività del console <strong>in</strong>glese a Beirut, il quale cercava di conv<strong>in</strong>cere gli ufficiali e le truppe<br />

francesi a disertare e a passare con De Gaulle, era ritenuta preoccupante. Poiché, nonostante la<br />

certezza che numerosi ufficiali e funzionari fossero co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> attività sovversive,<br />

l’atteggiamento dell’Alto Commissario e del suo entourage appariva ambiguo, la Delegazione<br />

italiana avrebbe voluto la sua sostituzione con un uomo di fiducia di Péta<strong>in</strong>, il quale mostrasse<br />

la ferma volontà di elim<strong>in</strong>are l’<strong>in</strong>fluenza <strong>in</strong>glese 75 . Puaux venne effettivamente richiamato, e<br />

al suo posto fu nom<strong>in</strong>ato Jean Chiappe. La sua nom<strong>in</strong>a, secondo Sbrana, era considerata il<br />

risultato delle pressioni italiane, ed era stata ben accolta nel Mandato 76 . Ciò era altamente<br />

improbabile, poiché <strong>in</strong> realtà i francesi, per nulla entusiasti di dover sottostare al volere<br />

dell’Italia, facevano tutto il possibile per contrastare le direttive della CIAF. Dopo che l’aereo<br />

sul quale Chiappe stava viaggiando per raggiungere il Levante fu abbattuto <strong>in</strong> volo, a<br />

novembre, il generale P<strong>in</strong>tor espresse la preferenza italiana per la nom<strong>in</strong>a del generale<br />

Fougère. Due giorni dopo, venne nom<strong>in</strong>ato Alto Commissario il generale Henri Dentz 77 .<br />

A ottobre, la Delegazione italiana aveva ribadito, <strong>in</strong> un rapporto alla CIAF, la netta<br />

differenza di orientamento politico fra i cristiani e i musulmani. I cristiani, ovvero la<br />

maggioranza dei libanesi, erano favorevoli all’Italia, soprattutto il Patriarca maronita ‘Arida.<br />

72<br />

ASMAE, AP, Siria 24, Sf. 3, “Appunti sulla situazione economica bancaria della Siria”, Roma, luglio <strong>1940</strong><br />

73<br />

La Gran Bretagna aveva messo <strong>in</strong> chiaro, f<strong>in</strong> dal luglio <strong>1940</strong>, che se la Siria e del Libano fossero stati occupati<br />

da uno stato nemico, o utilizzati come basi militari, si sarebbe riservata di <strong>in</strong>tervenire nel modo da essa ritenuto<br />

necessario: R. H. Ra<strong>in</strong>ero, Mussol<strong>in</strong>i e Péta<strong>in</strong>, cit., p. 123<br />

74<br />

J. M. Dueck, The Claims of Culture at Empire’s End, cit., p. 132<br />

75<br />

ASMAE, AP, Siria 24, Sf. 1, “Stralcio delle notizie <strong>in</strong>viate dalla Delegazione mista per il controllo della<br />

Siria”, <strong>in</strong> data 5 e 18 settembre<br />

76<br />

ASMAE, AP, Siria 24, Sf. 1, Tel. 324/156, Beirut 28 novembre <strong>1940</strong>, Sbrana al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Ciano<br />

77 R. H. Ra<strong>in</strong>ero, Mussol<strong>in</strong>i e Péta<strong>in</strong>, cit., p. 132

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