politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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dip<strong>in</strong>geva una situazione identica: essendo oramai impossibile la <strong>propaganda</strong> sulla stampa, si<br />
poteva utilizzare solo Radio Bari, ed eventualmente stampare brevi opuscoli <strong>in</strong> arabo. Tali<br />
opuscoli dovevano possibilmente essere scritti da personalità arabe conosciute, che mettessero<br />
<strong>in</strong> luce la differente condizione fra gli arabi sotto dom<strong>in</strong>io italiano e quelli sotto Mandato,<br />
analizzando i seguenti temi: «questione palest<strong>in</strong>ese, restr<strong>in</strong>gimento delle autonomie e<br />
spartizione territoriale della Siria, Alessandretta e le tristi condizioni dei profughi» 50 . Il<br />
console ad Aleppo, qualche tempo prima, aveva anch’egli <strong>in</strong>dicato al M<strong>in</strong>culpop quali erano<br />
gli argomenti più idonei per la <strong>propaganda</strong> italiana, <strong>in</strong> un rapporto che metteva<br />
<strong>in</strong>volontariamente <strong>in</strong> evidenza le sue difficoltà e le contraddizioni. Secondo Zasso, bisognava<br />
valorizzare la <strong>politica</strong> filo-<strong>islamica</strong>, «<strong>in</strong> generale e nelle terre dell’Impero», ma allo stesso<br />
tempo «evitare ciò che abbia sapore di colonialismo, di atteggiamenti di dom<strong>in</strong>io sulle<br />
popolazioni <strong>in</strong>digene, pur dando la sensazione di fermezza nel loro governo e di tutela dei<br />
loro <strong>in</strong>teressi» 51 . Facile da dire, assai meno facile da mettere <strong>in</strong> pratica: non si poteva essere<br />
allo stesso tempo dom<strong>in</strong>atori ed amici degli arabi. I provvedimenti di Balbo <strong>in</strong> Libia, e la<br />
rivendicazione italiana sulla Tunisia, ne erano prove evidenti.<br />
Nell’estate del 1939, la Sûreté Générale mostrava una tranquillità maggiore rispetto al<br />
passato, quando l’attività italiana era stata guardata con grande apprensione. La <strong>propaganda</strong><br />
italiana e tedesca, stando alle <strong>in</strong>formazioni raccolte, non aveva alcuna presa sulla popolazione.<br />
L’unica eccezione era costituita dai membri di Aleppo del Blocco Nazionale, i quali, per far<br />
fronte alle difficoltà <strong>–</strong> le tensioni <strong>in</strong>ternazionali avevano irrigidito la posizione della Francia,<br />
limitando i marg<strong>in</strong>i di manovra dei nazionalisti <strong>siria</strong>ni <strong>–</strong>, accettavano le “avances” dell’Asse,<br />
<strong>in</strong> cambio di aiuti materiali. Ma non si trattava di una scelta di campo da parte del Blocco,<br />
quanto piuttosto di un tentativo di mantenere buoni rapporti con ogni possibile <strong>in</strong>terlocutore:<br />
nel frattempo, <strong>in</strong>fatti, Jamil Mardam si occupava di mantenere buone relazioni con la Francia,<br />
mentre sembrava il Blocco avesse preso contatti anche con Ibn Saud, mostrandosi favorevole<br />
a dare il trono di Siria a suo figlio 52 . Secondo quanto scrisse il giornale al-Masa’, il console<br />
Sbrana aveva dovuto affrontare le ire di Ciano, durante il suo ultimo viaggio <strong>in</strong> Italia, «visto<br />
che il denaro che si spende per questa <strong>propaganda</strong> non dà frutti poiché non un libanese e non<br />
un <strong>siria</strong>no ha della simpatia per l’Italia e per la sua <strong>propaganda</strong> nei nostri Paesi» 53 . Difficile<br />
confermare o smentire tale notizia, ma di certo il prestigio e l’<strong>in</strong>fluenza dell’Italia, <strong>in</strong> Libano<br />
come <strong>in</strong> Siria, erano scesi al livello più basso dai tempi dell’esecuzione di ‘Umar al-Mukhtar;<br />
e proprio alla vigilia di una guerra, durante la quale l’atteggiamento del mondo arabo avrebbe<br />
potuto essere molto importante per il controllo del Mediterraneo.<br />
La stampa del Mandato, nel corso del 1939, fece <strong>in</strong> larga parte una scelta di campo, netta e<br />
def<strong>in</strong>itiva, <strong>in</strong> favore delle democrazie. Anche molti dei giornali che si erano prestati alla<br />
<strong>propaganda</strong> dell’Italia, ne divennero accesi oppositori. Oltre che alla stretta repressiva delle<br />
autorità, ciò era dovuto anche alla ripresa delle sovvenzioni alla stampa da parte del Bureau<br />
de Presse, che erano ben più elevate di quelle concesse dai consolati italiani 54 . Ma risultava<br />
comunque evidente l’<strong>in</strong>capacità dell’Italia di crearsi e mantenere una solida base di sostegno<br />
tra gli arabi, soprattutto dopo la serie di <strong>in</strong>felici scelte politiche del 1938-39. La stampa sirolibanese,<br />
<strong>in</strong>fatti, aveva spesso osato affrontare le ire della Francia, quando aveva avuto la<br />
certezza del sostegno dell’op<strong>in</strong>ione pubblica. Un quotidiano come al-Qabas, ad esempio, era<br />
sopravvissuto nel corso del decennio a qualsiasi provvedimento repressivo provocato dalla<br />
sua opposizione alla <strong>politica</strong> mandataria, uscendone anzi rafforzato nel suo prestigio, e<br />
50<br />
ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 201, F. “Siria. Beirut”, Sf “Bureau national arabe”, Tel 4788/1031, Beirut 8<br />
agosto 1939, Sbrana al M<strong>in</strong>culpop<br />
51<br />
ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 201, F. “Siria. Aleppo”, SF. “Articoli giornali”, Tel. 2074, Aleppo 27 dicembre<br />
1938, Zasso al M<strong>in</strong>culpop<br />
52<br />
CADN, Syrie-Liban, DP, 395, N° 652/C.E. Information, Beirut 13 luglio 1939<br />
53<br />
ASMAE, AE, B. 326 parte 1, F. 3, Tel. 4594/986, Beirut 1 agosto 1939, Rassegna stampa, da al-Masa’, 29<br />
luglio 1939<br />
54 Vedi il Cap. 3, pp. 98-99