politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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soddisfazione, il pr<strong>in</strong>cipe fece «un’entrata lugubre» a Damasco, dove «gli italiani erano<br />
svaniti per miracolo», e gli venne negato anche il permesso di entrare nella grande moschea 9 .<br />
Il 14 aprile, manifestazioni anti-italiane ebbero luogo a Beirut, Damasco, Aleppo e Tripoli 10 .<br />
All’uscita della Grande Moschea di Beirut, la folla aveva manifestato <strong>in</strong> sostegno<br />
dell’Albania, <strong>in</strong>neggiando contro tutte le colonizzazioni straniere 11 , e il direttore del giornale<br />
al-Masa’ aveva <strong>in</strong>dirizzato una nota di protesta al consolato italiano e all’Alto Commissario,<br />
pregandolo di <strong>in</strong>viarla al governo francese 12 . I più accesi nella protesta erano stati i comunisti,<br />
ma l’Italia era riuscita nell’eccezionale, quasi impossibile risultato di unire i libanesi e i <strong>siria</strong>ni<br />
di ogni credo politico e religioso. A Damasco, i manifestanti di diverso orientamento erano<br />
quasi venuti alle mani, ma solo per contendersi il diritto di parlare per primi contro l’Italia 13 .<br />
Le donne cristiane e musulmane di Beirut si erano unite <strong>in</strong> una comune protesta contro il<br />
regime <strong>fascista</strong> 14 .<br />
A eccezione dei pochi giornali sul libro paga italiano, osservò Meyrier, tutta la stampa<br />
libanese e <strong>siria</strong>na aveva condannato duramente l’azione del regime <strong>fascista</strong> 15 . Al coro delle<br />
critiche si erano associati anche diversi giornali che <strong>in</strong> passato avevano <strong>in</strong>trattenuto relazioni<br />
amichevoli con i consolati italiani. La Chronique, giornale nazionalista che pure simpatizzava<br />
per il fascismo, pubblicò un articolo secondo cui, nel 1938, tra i capi della rivolta palest<strong>in</strong>ese<br />
l’Italia godeva di grande stima, che ora si era dissolta:<br />
Gli emissari italiani spiegavano <strong>in</strong>fatti ai palest<strong>in</strong>esi che la Francia e l’Inghilterra erano i nemici<br />
dell’Islam, mentre <strong>in</strong>vece il Duce ne era il protettore. Le mie confutazioni erano accolte con molto<br />
scetticismo ed <strong>in</strong>credulità.<br />
Ora però, quelle stesse persone avranno avuto una grande delusione nel vedere che l’ultimo Stato<br />
musulmano d’Europa ha ricevuto, <strong>in</strong>vece delle uova pasquali, le bombe delle corazzate italiane.<br />
Dopo tutto ciò, vada il signor Mussol<strong>in</strong>i [a] caracollare <strong>in</strong> [groppa] di un cavallo bianco o nero, <strong>in</strong> una<br />
piazza della Libia e si faccia offrire da fascisti travestiti <strong>in</strong> Sceikh, una spada <strong>in</strong> legno o <strong>in</strong> cartone; l’Italia<br />
ha ora d’un tratto perduto tutto ciò che aveva penosamente cercato di conquistare da molti anni; la stima e<br />
l’appoggio dei musulmani! 16<br />
Nella valanga di articoli contro l’Italia, numerosi di essi sottol<strong>in</strong>earono la perdita di<br />
credibilità di Mussol<strong>in</strong>i e della sua presunta amicizia verso gli arabi. Se, al tempo della guerra<br />
d’Etiopia, il “duce” era stato talvolta elogiato per la sua fermezza, s<strong>in</strong>cerità e coerenza, dopo<br />
l’attacco all’Albania venne considerato come un subdolo doppiogiochista. Al-Nahar, fra il<br />
lirico e il sarcastico, citò una poesia d’amore araba, per def<strong>in</strong>ire «l’amore dell’Italia per<br />
l’Albania» come «l’amore che uccide» 17 . Al-Qabas <strong>in</strong>vitò i musulmani a non credere più agli<br />
italiani, e a combattere la loro <strong>propaganda</strong>:<br />
Ecco il nuovo “difensore dell’Islam”, il Sig. Mussol<strong>in</strong>i, che dà una nuova prova della sua amicizia verso i<br />
musulmani, occupando con la forza un paese musulmano debole.<br />
La colonizzazione italiana è smascherata; essa si impadronisce dei paesi musulmani che avevano avuto<br />
fiducia nella sua amicizia, e che per ricompensa hanno avuto i loro uom<strong>in</strong>i, le loro donne e i loro figli<br />
9 ASMAI, Libia 180/10, F. 30, Tel. 724007/98.48, Roma 16 maggio 1939, “Promemoria per la Direzione<br />
Generale Affari Politici”, f.to Maraffa, e ritaglio di articolo allegato, “Depuis qu’ils ont conquis l’Albanie les<br />
Italiens ont soulevé l’Islam contre eux...” da Paris Soir del 1 maggio 1939<br />
10 CADN, Syrie-Liban, AD, 1062, N° 1812 (Tel. 478), Beirut 14 aprile 1939, f.to Meyrier<br />
11 CADN, Syrie-Liban, AD, 1062, Information n° 2715, Beirut 15 aprile 1939<br />
12 CADN, Syrie-Liban, AD, 1062, lettera di Ahmad al-Sabh (al-Sabah?) all’Alto Commissario Puaux, Beirut 19<br />
aprile 1939<br />
13 CADN, Syrie-Liban, AD, 1062, Information n° 280/S, Damasco 14 aprile 1939<br />
14 CADN, Syrie-Liban, AD, 1062, Information n° 2852, Beirut 21 aprile 1939<br />
15 CADN, Syrie-Liban, AD, 1062, N° 381, Beirut 12 aprile 1939, il delegato dell’Alto Commissario, Meyrier, al<br />
m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Bonnet<br />
16 ASMAE, AE, B. 326 parte 1, F. 3, Tel. 841, Damasco 15 aprile 1939, Rassegna stampa, da La Chronique, 11<br />
aprile 1939<br />
17 CADN, Syrie-Liban, AD, 1062, ritaglio da al-Nahar del 28 aprile 1939, e traduzione manoscritta <strong>in</strong> francese<br />
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