politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

More documents

Recommendations

Info

268 opuscoli italiani di propaganda turistica e sull’opera sociale del fascismo, si erano recati al consolato italiano per restituirli di persona 283 . Si trattava di un gesto plateale e senza precedenti, che probabilmente nessuno avrebbe pensato di compiere solamente un anno prima, e che indicava un cambiamento netto nell’atteggiamento dell’opinione pubblica araba verso l’Italia di Mussolini. 283 LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° 211, Beirut 4 marzo 1939, Puaux al ministro degli Esteri, Bonnet
Capitolo 8 – Il crollo del consenso. Dall’invasione dell’Albania all’entrata in guerra dell’Italia 8.1 - L’invasione dell’Albania e le reazioni nel Levante Alla fine del 1938, l’Italia si trovava ovunque sulla difensiva, nel mondo arabo. La retorica dell’amicizia verso l’Islam aveva smesso di suscitare speranze e simpatie, e il prestigio di Mussolini era ormai in forte calo. Ciò non era avvenuto in seguito a una scelta volontaria e definitiva degli italiani, di porre fine alla propaganda araba in virtù dei buoni rapporti con la Gran Bretagna. Per prudenza, dopo gli Accordi di Pasqua, erano stati interrotti i finanziamenti alla rivolta palestinese, così come i violenti attacchi antibritannici della propaganda radiofonica, che peraltro, come rilevarono i francesi, erano ripresi quasi immediatamente 1 ; ma gli attacchi contro la Francia non erano mai cessati. Nei territori del Levante e del Nord Africa, gli italiani apparivano nel 1938 più attivi che mai, e anzi, dagli accordi di Pasqua in poi, aveva avuto inizio un’escalation, culminata con le rivendicazioni anti-francesi di fine anno alla Camera dei deputati. È anche indubbio che la complicata situazione politica del continente europeo aveva, per forza di cose, messo in secondo piano i trastulli di Mussolini con gli arabi. Ma gli italiani erano convinti – sbagliando – di avere dimostrato a sufficienza la loro “amicizia” verso i popoli islamici, e di essersi assicurati definitivamente l’appoggio arabo contro le potenze democratiche, nell’eventualità di una guerra. In realtà, una serie di scelte, nel campo della politica estera e coloniale dell’Italia, erano andate a scontrarsi con la retorica dell’amicizia verso gli arabi. L’opinione pubblica araba era stata contrariata principalmente da tre importanti questioni: gli accordi di Pasqua, ai quali era seguito il sostanziale disinteresse italiano verso la sorte della Palestina; i provvedimenti adottati da Balbo in Libia, riguardo alla cittadinanza indigena, alla fusione amministrativa con l’Italia, e all’invio di coloni agricoli italiani; e la rivendicazione sulla Tunisia. Tali scelte non costituivano un mutamento di rotta, rispetto alla politica seguita fino al 1938 dall’Italia fascista: sia in campo coloniale che in politica estera, esse erano l’esito naturale di un percorso le cui basi erano chiare fin dagli anni Venti. Semplicemente, era inevitabile che, prima o poi, Mussolini scoprisse le sue carte: e quando i progetti italiani per il futuro della Libia, e dell’intero bacino del Mediterraneo, assunsero dei contorni abbastanza chiari, ogni illusione sulla compatibilità fra gli obiettivi dell’Italia e quelli del nazionalismo arabo venne meno. Mussolini, da parte sua, aveva l’errata convinzione che gli arabi odiassero a tal punto i britannici e i francesi, da essere disposti a stringere qualsiasi alleanza pur di liberarsi del loro dominio. Per cui, riteneva di poter mettere da parte temporaneamente il suo appoggio alla causa araba, e riprenderlo in seguito, a suo piacimento, senza che vi fossero conseguenze negative. Il più grosso errore, poi, fu quello di credere di poter separare la politica italiana in Nord Africa da quella nel Vicino Oriente, sostenendo ad esempio il nazionalismo Siriano contro la Francia, mentre contemporaneamente venivano avanzate pretese di dominio coloniale sulla Tunisia. Anche alla luce delle notizie che giungevano dalla Libia, riguardo alla politica di assimilazione e di colonizzazione agricola, il terrore verso l’ipotesi di un dominio coloniale italiano si diffuse rapidamente, in tutto il mondo arabo. A mettere una pietra tombale su qualsiasi ipotesi di collaborazione italo-musulmana fu, infine, l’invasione dell’Albania nell’aprile 1939. Il piccolo regno balcanico era da tempo un protettorato italiano, e la sua conquista era già, di per sé, un’iniziativa piuttosto inutile e ridicola, oltre che progettata e realizzata nella confusione più completa 2 . Inoltre, nonostante gli scarsi legami con il mondo arabo, si trattava pur sempre dell’unico stato indipendente a 1 CADN, Tunisie, 2143, Tel. b/4 1320, 19 luglio 1938 2 G. B. Guerri, Galeazzo Ciano, cit., pp. 380-381 269
Page 1:
Università degli Studi di Cagliari
Page 4 and 5:
II Capitolo 4 - L’attività dell
Page 6 and 7:
IV I Nota metodologica e sulla tras
Page 8 and 9:
VI La rivalità mediterranea tra l
Page 10 and 11:
VIII tradizionale, essa cercò di u
Page 12 and 13:
X indirettamente il prestigio del r
Page 14 and 15:
XII meno rigida possibile di ideolo
Page 17:
PARTE PRIMA IMPERIALISMO, POLITICA
Page 20 and 21:
4 La prevalenza dell’elemento irr
Page 22 and 23:
6 parabola del regime. In termini g
Page 24 and 25:
8 mondo occidentale; all’inizio d
Page 26 and 27:
10 Gli obiettivi a lungo termine de
Page 28 and 29:
12 politica estera fascista era un
Page 30 and 31:
14 Grecia e Turchia per controllare
Page 32 and 33:
16 Gli obiettivi espansionistici di
Page 34 and 35:
18 senso originario, legato al libe
Page 36 and 37:
20 L’Italia fascista avrebbe otte
Page 38 and 39:
22 “nazione proletaria”, che ce
Page 40 and 41:
24 all’interno di un ordine preco
Page 42 and 43:
26 della visione fascista, non era
Page 44 and 45:
28 Egitto, le spese effettive per s
Page 46 and 47:
30 direttamente le élite e la popo
Page 48 and 49:
32 la constatazione che essa era ci
Page 50 and 51:
34 la Libia all’Etiopia per sbocc
Page 52 and 53:
36 un atteggiamento al limite del g
Page 54 and 55:
38 un fardello, ma una vetrina ideo
Page 56 and 57:
40 isolati dalle loro basi di soste
Page 58 and 59:
42 tiranni fanno male a se stessi q
Page 60 and 61:
44 Sanusiyya venisse cacciata dal s
Page 62 and 63:
46 coloro che chiedevano di rientra
Page 64 and 65:
48 all’inizio degli anni Trenta e
Page 66 and 67:
50 evitare frizioni con la Santa Se
Page 68 and 69:
52 Danish era stato dimesso da pres
Page 70 and 71:
54 Suvich a Mussolini, al-Jabiri av
Page 72 and 73:
56 iniziativa della legazione, nel
Page 74 and 75:
58 sicuro di guadagno, e spesso gli
Page 76 and 77:
60 Palestina 132 , circostanza che
Page 78 and 79:
62 da idee nazionaliste che patroci
Page 80 and 81:
64 abbastanza moderato. Da un lato,
Page 82 and 83:
66 definitiva: nel febbraio 1938, i
Page 84 and 85:
68 delle sue risorse idriche. L’a
Page 86 and 87:
70 2.7 - Mito e realtà della propa
Page 88 and 89:
72 si espresse in termini molto sim
Page 90 and 91:
74 agli ultimi tre mesi del 1938 ed
Page 92 and 93:
76 sterline annue; nel resto del Vi
Page 94 and 95:
78 Sarebbe a tal fine opportuno che
Page 96 and 97:
80 italiano. Il progetto presentato
Page 99 and 100:
Capitolo 3 - La stampa in Libano e
Page 101 and 102:
e concordata con la potenza mandata
Page 103 and 104:
3.2 - la stampa siro-libanese nel c
Page 105 and 106:
Libano aveva 1.116.000 abitanti nel
Page 107 and 108:
con il governo di Faysal, nel 1919
Page 109 and 110:
sulla censura, era già in uso dura
Page 111 and 112:
una pratica che ovviamente prosegu
Page 113 and 114:
itannici, mentre Muhammad Kurd ʻAl
Page 115 and 116:
pubblicasse regolarmente i telegram
Page 117 and 118:
stato fondato nel 1877 da un nipote
Page 119 and 120:
quello che i loro confratelli damas
Page 121 and 122:
Bishara al-Khuri, dunque in aperta
Page 123 and 124:
presieduto da Bashir al-Sa‘dawi.
Page 125 and 126:
alcuni mesi in Iraq, era sovvenzion
Page 127 and 128:
Capitolo 4 - L’attività dell’I
Page 129 and 130:
italiani erano dunque Transgiordani
Page 131 and 132:
Turchia; tuttavia, bisognava consid
Page 133 and 134:
moderno» 34 , che permetteva di fa
Page 135 and 136:
a rischio la sua stessa esistenza c
Page 137 and 138:
confessioni. Attorno ad esso si coa
Page 139 and 140:
sfociati nell’assalto agli edific
Page 141 and 142:
Sembrerebbe quindi urgente cercare
Page 143 and 144:
la concessione di prestiti agli abi
Page 145 and 146:
Ghani Bajiqani, Fawzi al-Na‘as, A
Page 147 and 148:
Bashir al-Sa‘dawi era in stretti
Page 149 and 150:
quella di un passaggio della Siria
Page 151 and 152:
quotidiani di Beirut; al-Nida’ e
Page 153 and 154:
Commissione Permanente. La conclusi
Page 155 and 156:
Hilmi. Gli italiani non erano entus
Page 157 and 158:
esitato a scaricarlo, una volta sci
Page 159 and 160:
xenofobi, che sfruttavano i pregiud
Page 161 and 162:
sceglievano liberamente cosa “imp
Page 163 and 164:
Il console si lanciava quindi nella
Page 165 and 166:
Capitolo 5 - La nuova “politica i
Page 167 and 168:
Siria e Libano fosse stata affidata
Page 169 and 170:
Ad Aleppo, secondo il console Rossi
Page 171 and 172:
1933 era stato diffuso fra gli stud
Page 173 and 174:
italiana, generosamente sussidiata
Page 175 and 176:
popolazione musulmana impedisse una
Page 177 and 178:
alla S.d.N., e di farne nel frattem
Page 179 and 180:
manifestazioni di aperto nazionalis
Page 181 and 182:
Quest’ultimo giornale era, second
Page 183 and 184:
egiziana 110 ». Ma la fornitura di
Page 185 and 186:
gioco la sua credibilità di leader
Page 187 and 188:
2.000 lire mensili, prelevandola da
Page 189 and 190:
afforzare la posizione britannica i
Page 191 and 192:
preda che si ammazzano tra loro nel
Page 193 and 194:
constatazione della nostra forza, f
Page 195 and 196:
console italiano 196 : e non era ce
Page 197 and 198:
Capitolo 6 - Il momento dell’Ital
Page 199 and 200:
antitaliana dell’Intelligence Ser
Page 201 and 202:
degli ebrei impiega i mezzi della r
Page 203 and 204:
In un rapporto dell’agosto 1938,
Page 205 and 206:
tra gli arabi 50 . Il primo articol
Page 207 and 208:
contro le mire dell’Italia sul mo
Page 209 and 210:
degli ebrei che non avevano voluto
Page 211 and 212:
Nondimeno, le tentazioni autoritari
Page 213 and 214:
attraverso grandi fotografie e brev
Page 215 and 216:
Il “Partito Popolare Siriano” 1
Page 217 and 218:
potuto, «se assistito ed incoraggi
Page 219 and 220:
Come si vede, il movimento, inizial
Page 221 and 222:
scuola preparatoria a quella superi
Page 223 and 224:
ispetto alle scuole francesi 141 .
Page 225 and 226:
del viaggio era dovuto a lui, mentr
Page 227 and 228:
francesi, invece, l’inaugurazione
Page 229 and 230:
dubbi della stampa inglese e france
Page 231 and 232:
ad accelerare l’iter del trattato
Page 233 and 234: dal Patriarca, di incontrare person
Page 235 and 236: musulmani, un terzo di loro secondo
Page 237 and 238: aveva rifiutato una sovvenzione con
Page 239 and 240: Capitolo 7 - Verso la crisi della p
Page 241 and 242: l’Europa. Nella pubblicistica ita
Page 243 and 244: filo nazionalista, difensore degl
Page 245 and 246: gesuita Gounot, direttore dell’as
Page 247 and 248: di convegno di giornalisti, studios
Page 249 and 250: fascista 78 . Celesia, esprimendo l
Page 251 and 252: 7.3 - Il fascismo al bivio: l’acc
Page 253 and 254: andando in onda contemporaneamente
Page 255 and 256: tanto che converrebbe segnare un pu
Page 257 and 258: netta sensazione di essere stati tr
Page 259 and 260: propaganda verso i musulmani per sc
Page 261 and 262: Tuttavia, è evidente che all’ini
Page 263 and 264: personalità giudicata più compete
Page 265 and 266: 7.5 - Il progetto abortito di un gi
Page 267 and 268: 7.6 - Il declino del prestigio ital
Page 269 and 270: danneggiava in compenso la presenza
Page 271 and 272: stampa del Mandato, ben consapevole
Page 273 and 274: secondarie, nell’influenzare la d
Page 275 and 276: Non si sa ancora se l’antisemitis
Page 277 and 278: dichiarazioni del Duce ed hanno det
Page 279 and 280: a combattere in Spagna, «a favore
Page 281 and 282: almeno a una ristretta élite di li
Page 283: sentimento antibritannico legato al
Page 287 and 288: soddisfazione, il principe fece «u
Page 289 and 290: Nidal, al-Kifah) 27 . Alla vigilia
Page 291 and 292: ogni atteggiamento di cortesia vers
Page 293 and 294: aumentando rapidamente la propria t
Page 295 and 296: parte della stampa libanese e siria
Page 297 and 298: loro influenza ed importanza, e get
Page 299 and 300: Quest’ultimo era però molto anzi
Page 301 and 302: l’Italia 90 . Il consolato italia
Page 303 and 304: potuto definire un “sano realismo
Page 305 and 306: cristiane, che era stato sancito se
Page 307 and 308: italiani ebbero con lui un solo con
Page 309 and 310: Siria dimostrano, in realtà, che l
Page 311 and 312: 2. Archivi in Francia Archives des
Page 313 and 314: 297 - Lischi, Dario (Darioski), Via
Page 315 and 316: 299 - Bono, Salvatore, “Per una m
Page 317 and 318: 301 - Gelvin, James L., “The Soci
Page 319 and 320: 303 - Matthews, Weldon C., “Pan-I
Page 321 and 322: 305 - Stoakes, Frank, “The Superv
Page 323 and 324: 307 - Calchi Novati, Giampaolo (a c
Page 325 and 326: 309 - Garzarelli, Benedetta, Parler
Page 327 and 328: 311 - Mola, Aldo A., L’imperialis
Page 329: 313 - Thomas, Martin, The French Em
show all

politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

Delete template?

Save as template?