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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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262<br />

<strong>propaganda</strong> italiana. Oltre a queste critiche, il comunicato riportava le rivendicazioni politiche<br />

del Comitato Tripoli-Barca, basate sul testo del patto di Gharian, ovvero sui seguenti punti:<br />

I) Costituzione di un governo nazionale <strong>in</strong>dipendente presieduto da un capo musulmano scelto dalla<br />

nazione.<br />

II) Convocazione di un’assemblea costituente per elaborare la costituzione del paese.<br />

III) Elezione di un consiglio nazionale avente la facoltà che gli concede la costituzione.<br />

IV) Adozione della l<strong>in</strong>gua araba come l<strong>in</strong>gua ufficiale nelle amm<strong>in</strong>istrazioni governative e nell’istruzione.<br />

V) Adozione dei pr<strong>in</strong>cipi della religione musulmana e delle tradizioni <strong>in</strong> tutte le parti della Libia.<br />

VI) Amm<strong>in</strong>istrazione dei Waqfs [sic] a cura di un comitato islamico.<br />

VII) Concessione di un’amnistia generale a tutti coloro che si sono occupati di <strong>politica</strong> dentro e fuori i<br />

conf<strong>in</strong>i della Libia.<br />

VIII) Miglioramento delle relazioni tra la nazione libica e il governo italiano con un accordo bilaterale<br />

approvato dalla Camera dei Deputati 239 .<br />

Il progetto coloniale <strong>fascista</strong>, <strong>in</strong> realtà, andava nella direzione opposta; le “provvidenze”<br />

per gli <strong>in</strong>digeni <strong>in</strong> Libia avevano un carattere esclusivamente assistenziale, e dovevano servire<br />

proprio per neutralizzare qualsiasi richiesta di concessioni a livello politico e amm<strong>in</strong>istrativo.<br />

Gli oppositori più avveduti dell’Italia ne erano consapevoli, e per demistificarne la<br />

<strong>propaganda</strong> chiesero, a più riprese, la creazione di un governo <strong>in</strong>digeno <strong>in</strong> Libia. Nel<br />

dicembre 1937, su Bayrut, Am<strong>in</strong> Sa‘id <strong>in</strong>vitò Mussol<strong>in</strong>i a dimostrare coi fatti la sua simpatia<br />

verso il mondo arabo, riprist<strong>in</strong>ando gli accordi del 1917 e del 1919, e creando un regno di<br />

Libia <strong>in</strong>dipendente legato all’Italia da un trattato 240 , con un percorso simile a quello seguito<br />

dalla Gran Bretagna <strong>in</strong> Iraq. Bayrut, il più importante quotidiano musulmano del Libano,<br />

attaccò duramente l’Italia, e prese nettamente posizione non solo contro la <strong>politica</strong> coloniale,<br />

ma contro la stessa ideologia <strong>fascista</strong>: «la vittoria del fascismo significa la vittoria della<br />

violenza e del fanatismo, significa la vittoria della schiavitù a danno della civiltà» 241 . Negli<br />

stessi giorni, riportò la notizia che tre libici, accusati di avere <strong>in</strong>trattenuto relazioni con la<br />

Sanusyya e con il Comitato libico di Damasco, erano stati condannati a morte, proprio nel<br />

momento <strong>in</strong> cui venivano pubblicizzate le promesse del “duce” di una nuova <strong>politica</strong> libica 242 .<br />

In questo momento, <strong>in</strong> cui la campagna antibritannica di Radio Bari era al suo apice, la<br />

stampa comunista libanese scatenò una dura campagna contro l’Italia. Sawt al-Sha‘b<br />

denunciò, con una serie di articoli, l’ipocrisia della <strong>politica</strong> filo-musulmana dell’Italia,<br />

tornando a ricordare la violenta repressione <strong>in</strong> Libia 243 , e pubblicò un’<strong>in</strong>tervista a Bashir al-<br />

Sa‘dawi, che <strong>in</strong>vitava gli arabi a smascherare la <strong>propaganda</strong> italiana <strong>in</strong> Siria:<br />

In Libia ogni libertà è soffocata. Mussol<strong>in</strong>i si avvic<strong>in</strong>a all’Islam dichiarandosi suo “protettore”, ma noi<br />

abbiamo un esempio della sua protezione: egli era il protettore dell’Abiss<strong>in</strong>ia e la fece entrare alla Società<br />

delle Nazioni, ma quando l’occasione si presentò egli la occupò.<br />

Nell’Impero Romano a cui aspira ci sono tutti gli Arabi; come può egli accordare tra la sua aspirazione<br />

all’Impero e la libertà degli Arabi? 244<br />

Poco tempo dopo, riprendendo una notizia diffusa da “L’Orient Arabe” e smentita<br />

categoricamente dagli italiani 245 , al-Sa‘dawi attaccò l’Italia per avere obbligato i soldati libici<br />

239 ASMAE, AE, B. 308, F. “Stampa 1. Siria”, Tel. 1488, Damasco 15 maggio 1937, Rassegna stampa, pp. 7-10<br />

240 ASMAE, AE, B. 317, F. 5, Tel. 6474/1545, Beirut 28 dicembre 1937, Rassegna stampa, da Bayrut, 10<br />

dicembre 1937<br />

241 Ibidem, da Bayrut, 16 dicembre 1937<br />

242 Ibidem, da Bayrut, 19 dicembre 1937. Si trattava, <strong>in</strong> realtà, di tre soldati che avevano ucciso il loro<br />

comandante, e avevano disertato fuggendo <strong>in</strong> Tunisia: Giordano Bruno Guerri, Italo Balbo. Lo squadrista, il<br />

gerarca, l’aviatore, Vallardi/Garzanti, Milano 1984, pp. 337-338; C. G. Segrè, Italo Balbo, cit., p. 400<br />

243 ASMAE, AE, B. 317, F. 5, Tel. 103/27, Beirut 7 gennaio 1938, Rassegna stampa, da Sawt al-Sha‘b, 25<br />

dicembre 1937<br />

244 ASMAE, AE, B. 317, F. 5, Tel. 243/63, Beirut 13 gennaio 1938, Rassegna stampa, da Sawt al-Sha‘b, 31<br />

dicembre 1937

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