politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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evidenziare che la <strong>politica</strong> antiebraica costituiva «un nuovo apporto morale, con ovvii riflessi<br />
politici», alla causa araba palest<strong>in</strong>ese 217 . Far<strong>in</strong>acci, come riportò la stampa palest<strong>in</strong>ese, aveva<br />
dichiarato che «la nuova <strong>politica</strong> antiebraica dell’Italia ha contribuito molto a fare guadagnare<br />
all’Italia la simpatia dei popoli arabi e musulmani» 218 . Sembra che Vittorio Emanuele III<br />
avesse detto a Balbo, <strong>in</strong> privato, che secondo lui Mussol<strong>in</strong>i era geloso «che l’antisemitismo<br />
tedesco [fosse] tanto piaciuto alle nazioni arabe del levante mediterraneo» 219 . Il governo<br />
italiano cercò <strong>in</strong>dubbiamente di giocare la carta antisemita nei confronti degli arabi, e tale<br />
tentativo non andò del tutto a vuoto; anche se fu vanificato dall’assenza di un’azione <strong>politica</strong><br />
concreta <strong>in</strong> loro favore, che era tutto ciò che gli arabi chiedevano a Mussol<strong>in</strong>i. In ogni caso,<br />
non si può certo liquidare la svolta razzista come “negativa”, e male accolta dagli arabi <strong>in</strong><br />
genere, come ha fatto Roma<strong>in</strong> Ra<strong>in</strong>ero 220 .<br />
La svolta antisemita venne discussa <strong>in</strong> maniera abbastanza ampia, sulla stampa <strong>siria</strong>na e<br />
libanese. Gli aspetti etici e ideologici del razzismo <strong>fascista</strong>, però, suscitarono molto meno<br />
<strong>in</strong>teresse, rispetto alle sue conseguenze politiche. Le op<strong>in</strong>ioni della stampa mostrarono, <strong>in</strong><br />
questa occasione, una divisione piuttosto <strong>in</strong>edita: per la prima volta, <strong>in</strong>fatti, la stampa cristiana<br />
fu molto più dura nel criticare l’Italia, rispetto a quella musulmana. In particolare al-Bashir,<br />
organo ufficiale dei gesuiti, <strong>in</strong>augurò una dura campagna contro le leggi razziali, considerate<br />
come una tragica pagliacciata, fatta per imitare e compiacere l’alleato tedesco. Gli italiani<br />
furono fortemente irritati dall’atteggiamento di quello che era il più antico e prestigioso foglio<br />
cattolico nel Levante, ma non sorpresi. Il giornale aveva com<strong>in</strong>ciato ad attaccare l’Italia f<strong>in</strong> da<br />
marzo, quando, <strong>in</strong> seguito all’Anschluss, parlò di un “tradimento verso l’Austria”. il console<br />
italiano si era recato personalmente dal direttore del giornale per protestare, ma questi aveva<br />
replicato ribadendo l’assoluta <strong>in</strong>dipendenza del suo giornale 221 . Il 25 marzo, Alfieri aveva<br />
ord<strong>in</strong>ato il divieto permanente di <strong>in</strong>gresso <strong>in</strong> Italia e nelle colonie, e la distruzione di tutte le<br />
copie <strong>in</strong> circolazione di al-Bashir, un provvedimento s<strong>in</strong>golare nei confronti di uno dei più<br />
importanti giornali cattolici nel Vic<strong>in</strong>o Oriente 222 . Dopo le leggi razziali, al-Bashir scrisse che<br />
a Mussol<strong>in</strong>i, da buon attore teatrale, riusciva facile l’imitazione di Hitler. Ricordò qu<strong>in</strong>di che<br />
più volte, <strong>in</strong> precedenza, il “duce” aveva criticato il razzismo tedesco, e osservò che <strong>in</strong> Italia<br />
non esisteva una razza pura, essendo il paese «un miscuglio di razze <strong>in</strong> cui scorre anche il<br />
sangue semita specie <strong>in</strong> Sardegna ed <strong>in</strong> altre regioni» 223 . Inoltre, la brusca svolta antisemita di<br />
Mussol<strong>in</strong>i rischiava di m<strong>in</strong>are i rapporti con la Santa Sede, e l’applicazione del concordato 224 .<br />
Il giornale cattolico tornò più volte sull’argomento, scagliandosi contro quello che def<strong>in</strong>ì un<br />
«ritorno alla barbarie del medio evo» 225 . Anche il nazionalista La Chronique, altro foglio<br />
cristiano, e solitamente molto vic<strong>in</strong>o all’Italia <strong>fascista</strong>, def<strong>in</strong>ì il manifesto per la difesa della<br />
razza la seconda «r<strong>in</strong>negazione» della <strong>politica</strong> di Mussol<strong>in</strong>i, dopo la vicenda dell’Anschluss<br />
austriaco. F<strong>in</strong>o a poco tempo prima, diversi ebrei avevano occupato <strong>in</strong>carichi importanti nel<br />
regime <strong>fascista</strong>, e il “duce” aveva coltivato una stretta amicizia con l’ebrea Margherita<br />
Sarfatti. Il razzismo era probabilmente dest<strong>in</strong>ato a danneggiare l’immag<strong>in</strong>e dell’Italia:<br />
217 “Il M<strong>in</strong>istro degli Esteri, Ciano, alle legazioni a Bagdad, il Cairo...” Roma 10 agosto 1938, <strong>in</strong> DDI, 8° Serie,<br />
Vol. IX, 390, p. 538<br />
218 ASMAE, AE, B. 317, F. 4, Rassegna stampa n° 70, Gerusalemme 15 ottobre 1938, p. 19<br />
219 N<strong>in</strong>o D’Aroma, Vent’anni <strong>in</strong>sieme. Vittorio Emanuele e Mussol<strong>in</strong>i, Cappelli 1957, p. 266<br />
220 R. H. Ra<strong>in</strong>ero, La <strong>politica</strong> araba di Mussol<strong>in</strong>i, cit., pp. 47-48<br />
221 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 312, Beirut 30 marzo 1938, De Martel al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Paul-<br />
Boncour<br />
222 ACS, MdI, Stampa F.4, B. 9, Sf. “Bascir (al)”, Tel. 13586, Roma 25 marzo 1938 (copia del Tel. 2861, f.to<br />
Alfieri)<br />
223 ASMAE, AE, B. 317, F. 5, Tel. 4140/908, Beirut 10 agosto 1938, Rassegna stampa, da al-Bashir, 3 agosto<br />
1938<br />
224 Ibidem, pp. 4-5<br />
225 ASMAE, AE, B. 317, F. 5, Tel. 6952/1495, Beirut 21 dicembre 1938, Rassegna stampa, da al-Bashir, 13<br />
dicembre 1938