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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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secondarie, nell’<strong>in</strong>fluenzare la decisione di Mussol<strong>in</strong>i di adottare le leggi razziali 212 . Ma i<br />

francesi, nel 1938, erano di ben altro avviso, e si considerarono come il vero bersaglio politico<br />

del provvedimento. In un documento confidenziale, redatto dall’Istituto di Studi Europei di<br />

Strasburgo nel settembre 1938, si poneva l’attenzione su quelle che erano considerate le<br />

«ragioni profonde» della <strong>politica</strong> antisemita <strong>fascista</strong>. Secondo il rapporto, soltanto gli<br />

osservatori superficiali consideravano le leggi razziali come un semplice tentativo di<br />

all<strong>in</strong>eamento alla Germania nazista, e alle potenze, come Giappone e Ungheria, che ruotavano<br />

attorno all’Asse. In realtà, il disegno <strong>fascista</strong> era più ambizioso e <strong>in</strong>dipendente, e trovava le<br />

sue motivazioni non tanto nella <strong>politica</strong> <strong>in</strong>terna <strong>–</strong> essendo la presenza ebraica <strong>in</strong> Italia<br />

piuttosto esigua <strong>–</strong> ma <strong>in</strong> quella estera. E ancora, non si trattava di un piacere fatto alla<br />

Germania, ma sostanzialmente del tentativo di <strong>in</strong>fliggere un colpo diretto alla Francia e<br />

all’Inghilterra nel mondo arabo. L’antisemitismo avrebbe mirato a garantire all’Italia vaste<br />

correnti di simpatia <strong>in</strong> Africa del Nord e nel Vic<strong>in</strong>o Oriente, istigando allo stesso tempo gli<br />

arabi contro la Francia, presentata come “semitofila”. La mossa italiana, proseguiva il<br />

rapporto, sembrava avere avuto successo. In Tunisia, dopo la vittoria del Fronte Popolare nel<br />

giugno 1936, la <strong>propaganda</strong> anti-francese, italiana ma non solo, aveva utilizzato <strong>in</strong> ogni<br />

occasione “l’argomento ebraico”, presentando la Repubblica come sottomessa agli <strong>in</strong>teressi e<br />

agli ord<strong>in</strong>i dell’ebraismo, per sfruttare le antiche rivalità fra musulmani ed ebrei <strong>in</strong> Africa del<br />

Nord 213 . Nel marzo del 1938, dai microfoni di Radio Bari, il nazionalista del Marocco<br />

spagnolo al-Makki al-Nasiri aveva attaccato violentemente la Francia, governata da «atei ed<br />

ebrei». Dopo le leggi razziali, le trasmissioni <strong>in</strong> arabo avevano assunto accesi toni antiebraici,<br />

che secondo i francesi servivano a cercare il consenso dei musulmani, proprio mentre<br />

<strong>in</strong>furiava la rivolta <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a 214 . Gli italiani speravano così di raccogliere simpatie, <strong>in</strong><br />

particolare, <strong>in</strong> Tunisia e Marocco, e pers<strong>in</strong>o di poter promuovere un movimento arabo che<br />

rivendicasse l’annessione del Maghreb francese ai dom<strong>in</strong>i italiani 215 .<br />

Nir Arielli, nel suo studio sul fascismo nel Vic<strong>in</strong>o Oriente, ha analizzato la questione del<br />

rapporto fra <strong>politica</strong> araba e <strong>politica</strong> antisemita dell’Italia, concludendo che la prima non ebbe<br />

alcun ruolo significativo, nel determ<strong>in</strong>are l’adozione della seconda 216 . Tale affermazione è<br />

<strong>in</strong>confutabile: certamente, <strong>in</strong>fatti, le leggi razziali nacquero da considerazioni legate alla<br />

<strong>politica</strong> <strong>in</strong>terna e coloniale, e ai rapporti con la Germania, mentre la <strong>politica</strong> araba, <strong>in</strong> fondo<br />

un aspetto secondario della <strong>politica</strong> estera <strong>fascista</strong>, soprattutto dal 1938 <strong>in</strong> poi, non aveva un<br />

rilievo tale da provocare una scelta <strong>politica</strong> così importante. Ciò non vuol dire, però, che il<br />

governo italiano non abbia cercato di sfruttare l’antisemitismo, e le leggi razziali, per<br />

risollevare la sua immag<strong>in</strong>e nel mondo arabo, piuttosto appannata <strong>in</strong> seguito agli accordi di<br />

Pasqua, che avevano profondamente deluso gli arabi. La <strong>politica</strong> razziale poteva causare<br />

ulteriori diffidenze negli arabi, ma poteva anche trasformarsi <strong>in</strong> un argomento di <strong>propaganda</strong><br />

<strong>in</strong> favore dell’Italia, se abilmente sfruttato. Gli italiani non si limitarono a condurre una<br />

campagna difensiva, per sedare i dubbi degli arabi sulla possibilità che anch’essi fossero<br />

considerati una razza <strong>in</strong>feriore. Ciano istruì le rappresentanze diplomatiche sul reale<br />

significato dell’antisemitismo <strong>fascista</strong>: gli arabi dovevano sapere che la <strong>politica</strong> razziale era<br />

rivolta esclusivamente agli elementi ebraici italiani con tendenze ant<strong>in</strong>azionali ed antifasciste,<br />

e che <strong>in</strong> nessun modo essa colpiva o riguardava la razza araba. Ma raccomandò anche di<br />

212<br />

Per De Felice, i fattori che sp<strong>in</strong>sero Mussol<strong>in</strong>i all’adozione delle leggi razziali furono soprattutto «l’<strong>in</strong>fluenza<br />

dell’entourage, il mito della «nuova civiltà» e la nuova fase dei rapporti con la Germania; R. De Felice, Storia<br />

degli ebrei italiani, cit., p. 240<br />

213<br />

LC, K Afrique, Libye 28, N° 1367, “Les raisons profondes de la nouvelle politique antisémite de l’Italie<br />

fasciste”, Strasburgo 4 settembre 1938, rapporto dell’“Institut d’Etudes Européennes de Strasbourg” a Massigli<br />

214<br />

LC, K-Afrique, QG 206, “Note pour le M<strong>in</strong>istre. Activité italienne en Afrique du Nord et au Levant”, 22<br />

agosto 1938<br />

215<br />

LC, K Afrique, Libye 28, N° 1367, “Les raisons profondes de la nouvelle politique antisémite de l’Italie<br />

fasciste”, Strasburgo 4 settembre 1938, rapporto dell’“Institut d’Etudes Européennes de Strasbourg” a Massigli<br />

216<br />

N. Arielli, Fascist Italy and the Middle East, cit., pp. 150-152<br />

257

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