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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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che Mussol<strong>in</strong>i volesse la pace <strong>in</strong> Europa. Piuttosto, ciò sembra confermare che egli fosse<br />

conv<strong>in</strong>to che la guerra europea non sarebbe scoppiata prima del 1942, e che pensasse di<br />

realizzare i suoi obiettivi <strong>in</strong> una prospettiva di lungo periodo 41 . Peraltro, l’idea che la retorica<br />

imperialista servisse perlopiù ad acquisire consenso <strong>in</strong>terno, si scontra palesemente con la<br />

constatazione che le <strong>in</strong>tenzioni bellicose di Mussol<strong>in</strong>i non ebbero mai alcun supporto di<br />

massa, all’<strong>in</strong>terno del paese 42 . L’Etiopia suscitò l’entusiasmo degli italiani soprattutto dopo la<br />

sua conquista: nel 1935, i sentimenti più diffusi nella popolazione erano lo scetticismo e la<br />

paura. Se il regime avesse avuto come obiettivo pr<strong>in</strong>cipale la stabilità <strong>in</strong>terna e il<br />

mantenimento del potere, avrebbe dovuto piuttosto lasciar cadere le velleità espansionistiche e<br />

la diplomazia urlata. Come constatò con frustrazione Mussol<strong>in</strong>i, gli italiani desideravano, più<br />

di ogni altra cosa, di essere lasciati <strong>in</strong> pace, e temevano l’ipotesi di una guerra 43 . E anche gli<br />

ambienti economici consideravano l’imperialismo di Mussol<strong>in</strong>i come «un costo che valeva<br />

ben la pena di pagare», <strong>in</strong> cambio dei vantaggi che il fascismo offriva loro <strong>in</strong> <strong>politica</strong><br />

<strong>in</strong>terna 44 . La <strong>politica</strong> imperialista ed progetti di egemonia mediterranea erano <strong>in</strong>vece ben<br />

radicati nel pensiero di Mussol<strong>in</strong>i, che prese dei grandi rischi politici per metterli <strong>in</strong> atto, f<strong>in</strong>o<br />

a trasc<strong>in</strong>are l’Italia nel disastro della Seconda Guerra Mondiale, che provocò la caduta del<br />

regime.<br />

Di certo, come ha rilevato De Felice a proposito della personalità e delle azioni del “duce”,<br />

colpisce «la sproporzione, lo iato tra le sue idee generali, i suoi propositi e «piani strategici» e<br />

la saltuarietà e superficialità dell’impegno da lui messo nella loro traduzione <strong>in</strong> concreta e<br />

coerente azione <strong>politica</strong>» 45 . Bianca Maria Cavallotti ha scritto che il 1938-40 è un periodo<br />

<strong>in</strong> cui il divario fra l’«essere» ed il «voler essere» è spesso addirittura clamoroso e stridente, <strong>in</strong> cui ad una<br />

volontà enunciata di fare una <strong>politica</strong> di grande potenze corrisponde nei fatti una <strong>politica</strong> piuttosto<br />

sofferta, contraddittoria, per tentativi e per fasi non di rado bruscamente contrastanti. Si ricavano così<br />

frequentemente s<strong>in</strong>gole idee, s<strong>in</strong>goli motivi piuttosto scoord<strong>in</strong>ati fra loro, a cui manca una coerente e<br />

lungimirante prospettiva d’assieme, e che non di rado danno l’impressione di nascere sotto l’<strong>in</strong>fluenza di<br />

preoccupazioni cont<strong>in</strong>genti, più che di ispirarsi ad un disegno politico di ampio respiro e profondità 46 .<br />

Il fascismo perseguiva «una <strong>politica</strong> del bluff, o <strong>–</strong> come amava dire Ciano <strong>–</strong> della<br />

«furbizia». Politica che d’altra parte <strong>–</strong> bisogna anche riconoscerlo <strong>–</strong> permise per diversi anni a<br />

Mussol<strong>in</strong>i di ottenere vari e non irrilevanti successi <strong>in</strong> campo diplomatico e di prestigio<br />

personale; salvo a crollare, certo, alla lunga, ma quando qualcuno degli altri giocatori vorrà<br />

«vedere» le sue carte 47 ». Ma l’evidente discrepanza fra ambizione e mezzi a disposizione, fra<br />

la <strong>politica</strong> estera “dichiarata” e quella “attuata”, se da un lato mette <strong>in</strong> forte dubbio il presunto<br />

realismo politico e l’<strong>in</strong>tuito di Mussol<strong>in</strong>i, non basta a liquidare gli obiettivi dichiarati della<br />

<strong>politica</strong> estera <strong>fascista</strong> come esclusivamente propagandistici o strumentali. Se lo scarto fra le<br />

ambizioni di Mussol<strong>in</strong>i ed suoi effettivi successi è evidente, e di per sé non ha nulla di<br />

eclatante <strong>–</strong> <strong>in</strong> misura maggiore o m<strong>in</strong>ore, nessuno stato può effettivamente realizzare tutte le<br />

proprie aspirazioni <strong>–</strong>, ciò non vuol dire che l’Italia <strong>fascista</strong> non facesse tutto ciò che era nelle<br />

sue possibilità per raggiungere i suoi scopi dichiarati. In term<strong>in</strong>i generali, il f<strong>in</strong>e ultimo della<br />

2005, pp. 239-244. La tesi di Rochat, secondo cui l’impreparazione militare del Regime proverebbe che<br />

l’aggressività verbale mussol<strong>in</strong>iana era un bluff, viene resp<strong>in</strong>ta con decisione da M. Knox, La guerra di<br />

Mussol<strong>in</strong>i, cit., pp. 21-24<br />

41<br />

Renzo De Felice, Mussol<strong>in</strong>i il duce. II. Lo Stato totalitario (1936-<strong>1940</strong>), E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 1981 e 1996 , pp.<br />

319-330<br />

42<br />

N. Arielli, Fascist Italy and the Middle East, cit., pp. 4-5<br />

43<br />

R. De Felice, Mussol<strong>in</strong>i il duce. II. Lo Stato totalitario, cit., pag. 267, pp. 530-536<br />

44<br />

Giampiero Carocci, La <strong>politica</strong> estera dell’Italia <strong>fascista</strong> (1925-1928), Laterza, Bari 1969, p. 4<br />

45<br />

R. De Felice, Il fascismo e l’Oriente, cit., p. 10<br />

46<br />

Bianca Valota Cavallotti, “L’immag<strong>in</strong>e <strong>fascista</strong> dell’impero”, <strong>in</strong> Ennio di Nolfo, Roma<strong>in</strong> H. Ra<strong>in</strong>ero, Brunello<br />

Vigezzi (a cura di), L’Italia e la <strong>politica</strong> di potenza <strong>in</strong> Europa (1938-40), Marzorati Editore, Milano 1985, p. 122<br />

47<br />

Ibidem.<br />

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