politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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precarie, e non avrebbe elim<strong>in</strong>ato i pericoli esistenti per la stabilità <strong>in</strong>ternazionale 136 . Ma i<br />
britannici non si curarono dei timori francesi.<br />
Numerosi <strong>in</strong>dizi confermano che gli italiani erano ben lungi dal volere abbandonare la loro<br />
<strong>politica</strong> araba. Nel mese di marzo, gli italiani facevano <strong>propaganda</strong> fra gli studenti arabi a<br />
Parigi, perché si recassero a studiare alla Scuola di L<strong>in</strong>gue Orientali di Roma 137 . A febbraio,<br />
per la prima volta, avevano preso contatto con Shahbandar, uno dei più importanti uom<strong>in</strong>i<br />
politici <strong>siria</strong>ni, ostile alla leadership del Blocco, e notoriamente filo-britannico e favorevole<br />
agli hashimiti. Shahbandar non era certo un ammiratore del fascismo, eppure la sua<br />
<strong>in</strong>transigenza contro il mandato francese e la <strong>politica</strong> di collaborazione del Blocco ne faceva<br />
un possibile alleato dell’Italia, <strong>in</strong> Siria. I francesi, senza averne alcuna prova, sospettavano<br />
che egli fosse stato <strong>in</strong>gaggiato come agente italiano al Cairo f<strong>in</strong> dal periodo della guerra <strong>in</strong><br />
Etiopia, ma <strong>in</strong> realtà gli italiani lo consideravano irriducibilmente ostile 138 . Nel 1938 Am<strong>in</strong><br />
Sa‘id, uno dei giornalisti arabi più ostili al fascismo, aveva lasciato l’Egitto per diventare il<br />
suo segretario personale, e ciò non aiutava certo i rapporti con l’Italia. D’altra parte,<br />
Shahbandar era strettamente imparentato con Taysir Zabiyan 139 , uomo chiave della<br />
<strong>propaganda</strong> italiana negli ambienti musulmani della Siria. Secondo i francesi, proprio Zabiyan<br />
aveva promosso l’<strong>in</strong>contro fra gli agenti della <strong>propaganda</strong> italiana <strong>in</strong> Egitto e Shahbandar,<br />
avvenuto mentre quest’ultimo si trovava al Cairo. Gli italiani cont<strong>in</strong>uavano a cercare contatti<br />
con l’opposizione nazionalista <strong>siria</strong>na, poiché gli esponenti del Blocco, <strong>in</strong> quel momento al<br />
potere, mantenevano una l<strong>in</strong>ea di collaborazione con la Francia 140 . Shahbandar venne<br />
avvic<strong>in</strong>ato dall’<strong>in</strong>terprete della legazione italiana al Cairo, su preciso <strong>in</strong>carico di Seraf<strong>in</strong>o<br />
Mazzol<strong>in</strong>i. Dopo avere parlato <strong>in</strong> generale della <strong>politica</strong> <strong>siria</strong>na e del trattato con la Francia,<br />
Shahbandar aveva fatto, a quanto sembra, delle esplicite aperture all’Italia per una<br />
collaborazione contro le potenze mandatarie:<br />
L’Italia ed i suoi uom<strong>in</strong>i mi rammentano che gli <strong>in</strong>teressi italiani <strong>in</strong> Oriente si accordano <strong>in</strong> più di un<br />
punto con gli <strong>in</strong>teressi arabi: l’Italia è <strong>fascista</strong> e noi siamo tendenzionalmente [sic!] fascisti. L’Italia è<br />
anticomunista, e noi siamo conv<strong>in</strong>ti anti-comunisti perché un regime che ha tra i suoi pr<strong>in</strong>cipali postulati<br />
la guerra alla religione ci fa orrore. Come l’Italia <strong>in</strong> un passato non molto lontano, noi lottiamo per<br />
conseguire la nostra unità, che, realizzata, può diventare, anziché dannosa, utile all’Italia, se non ha mira<br />
di conquiste territoriali nell’oriente arabo. Quanto più utile questa realizzazione, se l’Italia ci aiuta nella<br />
nostra lotta. Se ci sorregge nel nostro risorgimento. Perché no, dopo tutto? Forse che francesi ed <strong>in</strong>glesi,<br />
che osteggiano il nostro camm<strong>in</strong>o, non osteggiano anche il fortificarsi dell’Italia?<br />
Lo Shahbander [sic] dice quanto precede, lentamente, marcando le parole e poi, quasi <strong>in</strong> un’esplosione,<br />
aggiunge: “francesi ed <strong>in</strong>glesi ci hanno delusi.... I nostri <strong>in</strong>teressi co<strong>in</strong>cidono con quelli dell’Italia. Perché<br />
non ci accordiamo? 141 ”<br />
L’<strong>in</strong>terprete, che certamente non aveva l’autorità per prendere impegni di alcun genere, si<br />
limitò a ribadire le solite simpatie italiane verso gli arabi e l’Islam, dopodiché si accomiatò,<br />
augurandosi di rivederlo presto. Non sembra tuttavia che vi siano stati altri contatti; le<br />
diffidenze reciproche erano probabilmente <strong>in</strong>sormontabili, e Shahbandar non avrebbe di certo<br />
tradito i suoi ideali per le vaghe promesse italiane.<br />
136 CADN, Tunisie, 2143, Parigi 10 aprile 1938, “Propagande antifrançaise du poste de Bari”, il m<strong>in</strong>istro degli<br />
Esteri, Paul-Boncour, alle ambasciate a Roma e Londra<br />
137 LC, K-Afrique, QG, 205, N° 146, 29 marzo 1938, l’ambasciata francese a Roma al m<strong>in</strong>istro degli Esteri,<br />
Paul-Boncour<br />
138 ASMAE, AP, Siria 13, Tel. 211422/C, Roma 3 aprile 1936, trascrizione di un telegramma di Cerruti al MAE<br />
del 26 marzo e della risposta del 30 marzo<br />
139 Taysir Zabiyan al-Kaylani era sposato con una figlia di Shahbandar: CADN, Syrie-Liban, DP 445, “La presse<br />
au Liban et en Syrie. Decembre <strong>1940</strong>”, p. 53<br />
140 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 2345, Beirut 10 agosto 1938, “Un journal de propagande italienne”<br />
141 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 170, F. “Palest<strong>in</strong>a. 1938”, Tel 207622/c, 1 marzo 1938, il MAE al M<strong>in</strong>culpop, <strong>in</strong><br />
cui si riporta un telegramma della legazione al Cairo dell’11 febbraio