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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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italiani. Di fronte all’obiezione dell’Alto Commissario, che la scuola non era del governo<br />

italiano bensì dei padri domenicani, Sbrana rispose che la scuola era sotto autorità diretta del<br />

governo, il quale aveva nom<strong>in</strong>ato i religiosi come professori, per semplici ragioni di<br />

economia 86 . Chiaramente, il clima nel Mandato stava mutando <strong>in</strong> peggio, per gli italiani.<br />

Secondo Sbrana, il decreto di scioglimento delle organizzazioni paramilitari era diretto anche,<br />

se non pr<strong>in</strong>cipalmente, contro le formazioni fasciste; e proprio per non dare alle autorità alcun<br />

pretesto per <strong>in</strong>tervenire contro l’attività italiana, ai membri del fascio e delle altre<br />

organizzazioni ed istituzioni italiane era stato ord<strong>in</strong>ato di non <strong>in</strong>dossare la divisa. Bisognava<br />

dimostrare che le voci riguardanti le responsabilità italiane nel fomentare disord<strong>in</strong>i erano del<br />

tutto <strong>in</strong>fondate 87 . Per lo stesso motivo, il console vietò l’ammissione dei giovani libanesi nelle<br />

organizzazioni italiane, sebbene le richieste fossero <strong>in</strong> grande aumento 88 . Nonostante ciò,<br />

nello stato di agitazione <strong>in</strong> cui si trovava il Libano dopo lo scioglimento delle Falangi, gli<br />

italiani cont<strong>in</strong>uavano ad essere accusati di aver promosso tale associazione, fatto che Sbrana<br />

negava fermamente, nelle sue comunicazioni con Roma. Complice anche l’attuale colorazione<br />

del governo francese, gli italiani si sentivano praticamente assediati: «Personalmente, io sono<br />

sorvegliato a vista, e lo sono più o meno il Segretario del Fascio, i Professori e tutti i<br />

maggiorenti della Colonia. I dipendenti del governo “Fronte popolare”, quest’anno<br />

scompaiono dalle nostre <strong>in</strong>iziative; ai corsi d’italiano per stranieri è venuto meno il nutrito<br />

nucleo di militari che lo frequentava» 89 .<br />

Anche la <strong>propaganda</strong> sulla stampa, nonostante gli stessi servizi francesi la considerassero<br />

quasi <strong>in</strong>nocua, <strong>in</strong>contrò ostacoli sempre maggiori. Come abbiamo visto, De Martel fece<br />

pressioni sul direttore di al-Bilad perché mutasse atteggiamento, e cercò di impedire la<br />

diffusione dei bollett<strong>in</strong>i Stefani. Quasi negli stessi giorni, il consolato a Damasco segnalò un<br />

altro episodio, che mostrava la volontà francese di controllare e arg<strong>in</strong>are il più possibile<br />

l’attività italiana. Un giovane <strong>siria</strong>no, Yahya Sharif, che si trovava a Roma per studiare<br />

all’università con una borsa di studio italiana, era anche corrispondente dall’Italia per al-<br />

Istiqlal al-‘Arabi, e traduceva regolarmente articoli italiani, che poi <strong>in</strong>viava alla stampa di<br />

Damasco. Con una lettera, aveva chiesto al proprietario del giornale, Osman Kassem (al-<br />

Qasim?), di <strong>in</strong>tervenire presso il console italiano a Damasco, perché il governo italiano gli<br />

desse un adeguato compenso per il suo lavoro. Ma, poiché la corrispondenza dei <strong>siria</strong>ni <strong>in</strong><br />

Italia era sorvegliata dalle autorità mandatarie, la lettera era stata aperta, e dopo avere letto il<br />

suo contenuto, i francesi avevano aperto un’<strong>in</strong>chiesta sul direttore di al-Istiqlal al-‘Arabi 90 .<br />

L’ampio utilizzo della stampa araba da parte della <strong>propaganda</strong> italiana f<strong>in</strong>iva per avere<br />

conseguenze paradossali. Nel maggio 1938, al parlamento <strong>siria</strong>no, Munir al-‘Ajlani <strong>–</strong> cofondatore<br />

delle “camicie di ferro” <strong>–</strong> fu malmenato durante una violenta rissa, scoppiata a<br />

causa di una legge sulla libertà di stampa da lui promossa. L’accusa dei suoi avversari era di<br />

aver cercato di difendere <strong>in</strong> tal modo gli <strong>in</strong>teressi di al-Jazira e del suo proprietario Taysir<br />

Zabiyan, considerato un venduto agli italiani 91 . In Siria, dunque, i nazionalisti considerati<br />

vic<strong>in</strong>i al fascismo erano schierati per la libertà di parola, mentre le leggi restrittive contro la<br />

stampa erano difese dai presunti liberali...<br />

86<br />

LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° (1132?), Beirut 7 dicembre 1937, De Martel al m<strong>in</strong>istro degli Esteri,<br />

Delbos<br />

87<br />

ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 5707/1381, Beirut 27 novembre 1937, Sbrana al MAE<br />

88<br />

ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 5622/1362, Beirut 23 novembre 1937, Sbrana al MAE<br />

89<br />

ASMAE, AP, Siria 20, Tel. 6006/1441, Beirut 7 dicembre 1937, Sbrana all’ambasciata d’Italia a Parigi<br />

90<br />

ASMAE, AP, Siria 23, Tel. 42, Damasco 8 gennaio 1938, il vice console reggente al M<strong>in</strong>culpop<br />

91<br />

ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 200, F. “Siria 1938”, Sf. “Manifestazioni politiche <strong>in</strong> Siria”, Tel. 5751/444, Roma<br />

9 giugno 1938, il M<strong>in</strong>culpop al MAE, “Vivaci discussioni al parlamento <strong>siria</strong>no sulla <strong>propaganda</strong> italiana <strong>in</strong><br />

Siria”, articolo tradotto, da al-Bashir, 31 maggio 1938

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