politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
234<br />
italiani. Di fronte all’obiezione dell’Alto Commissario, che la scuola non era del governo<br />
italiano bensì dei padri domenicani, Sbrana rispose che la scuola era sotto autorità diretta del<br />
governo, il quale aveva nom<strong>in</strong>ato i religiosi come professori, per semplici ragioni di<br />
economia 86 . Chiaramente, il clima nel Mandato stava mutando <strong>in</strong> peggio, per gli italiani.<br />
Secondo Sbrana, il decreto di scioglimento delle organizzazioni paramilitari era diretto anche,<br />
se non pr<strong>in</strong>cipalmente, contro le formazioni fasciste; e proprio per non dare alle autorità alcun<br />
pretesto per <strong>in</strong>tervenire contro l’attività italiana, ai membri del fascio e delle altre<br />
organizzazioni ed istituzioni italiane era stato ord<strong>in</strong>ato di non <strong>in</strong>dossare la divisa. Bisognava<br />
dimostrare che le voci riguardanti le responsabilità italiane nel fomentare disord<strong>in</strong>i erano del<br />
tutto <strong>in</strong>fondate 87 . Per lo stesso motivo, il console vietò l’ammissione dei giovani libanesi nelle<br />
organizzazioni italiane, sebbene le richieste fossero <strong>in</strong> grande aumento 88 . Nonostante ciò,<br />
nello stato di agitazione <strong>in</strong> cui si trovava il Libano dopo lo scioglimento delle Falangi, gli<br />
italiani cont<strong>in</strong>uavano ad essere accusati di aver promosso tale associazione, fatto che Sbrana<br />
negava fermamente, nelle sue comunicazioni con Roma. Complice anche l’attuale colorazione<br />
del governo francese, gli italiani si sentivano praticamente assediati: «Personalmente, io sono<br />
sorvegliato a vista, e lo sono più o meno il Segretario del Fascio, i Professori e tutti i<br />
maggiorenti della Colonia. I dipendenti del governo “Fronte popolare”, quest’anno<br />
scompaiono dalle nostre <strong>in</strong>iziative; ai corsi d’italiano per stranieri è venuto meno il nutrito<br />
nucleo di militari che lo frequentava» 89 .<br />
Anche la <strong>propaganda</strong> sulla stampa, nonostante gli stessi servizi francesi la considerassero<br />
quasi <strong>in</strong>nocua, <strong>in</strong>contrò ostacoli sempre maggiori. Come abbiamo visto, De Martel fece<br />
pressioni sul direttore di al-Bilad perché mutasse atteggiamento, e cercò di impedire la<br />
diffusione dei bollett<strong>in</strong>i Stefani. Quasi negli stessi giorni, il consolato a Damasco segnalò un<br />
altro episodio, che mostrava la volontà francese di controllare e arg<strong>in</strong>are il più possibile<br />
l’attività italiana. Un giovane <strong>siria</strong>no, Yahya Sharif, che si trovava a Roma per studiare<br />
all’università con una borsa di studio italiana, era anche corrispondente dall’Italia per al-<br />
Istiqlal al-‘Arabi, e traduceva regolarmente articoli italiani, che poi <strong>in</strong>viava alla stampa di<br />
Damasco. Con una lettera, aveva chiesto al proprietario del giornale, Osman Kassem (al-<br />
Qasim?), di <strong>in</strong>tervenire presso il console italiano a Damasco, perché il governo italiano gli<br />
desse un adeguato compenso per il suo lavoro. Ma, poiché la corrispondenza dei <strong>siria</strong>ni <strong>in</strong><br />
Italia era sorvegliata dalle autorità mandatarie, la lettera era stata aperta, e dopo avere letto il<br />
suo contenuto, i francesi avevano aperto un’<strong>in</strong>chiesta sul direttore di al-Istiqlal al-‘Arabi 90 .<br />
L’ampio utilizzo della stampa araba da parte della <strong>propaganda</strong> italiana f<strong>in</strong>iva per avere<br />
conseguenze paradossali. Nel maggio 1938, al parlamento <strong>siria</strong>no, Munir al-‘Ajlani <strong>–</strong> cofondatore<br />
delle “camicie di ferro” <strong>–</strong> fu malmenato durante una violenta rissa, scoppiata a<br />
causa di una legge sulla libertà di stampa da lui promossa. L’accusa dei suoi avversari era di<br />
aver cercato di difendere <strong>in</strong> tal modo gli <strong>in</strong>teressi di al-Jazira e del suo proprietario Taysir<br />
Zabiyan, considerato un venduto agli italiani 91 . In Siria, dunque, i nazionalisti considerati<br />
vic<strong>in</strong>i al fascismo erano schierati per la libertà di parola, mentre le leggi restrittive contro la<br />
stampa erano difese dai presunti liberali...<br />
86<br />
LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° (1132?), Beirut 7 dicembre 1937, De Martel al m<strong>in</strong>istro degli Esteri,<br />
Delbos<br />
87<br />
ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 5707/1381, Beirut 27 novembre 1937, Sbrana al MAE<br />
88<br />
ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 5622/1362, Beirut 23 novembre 1937, Sbrana al MAE<br />
89<br />
ASMAE, AP, Siria 20, Tel. 6006/1441, Beirut 7 dicembre 1937, Sbrana all’ambasciata d’Italia a Parigi<br />
90<br />
ASMAE, AP, Siria 23, Tel. 42, Damasco 8 gennaio 1938, il vice console reggente al M<strong>in</strong>culpop<br />
91<br />
ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 200, F. “Siria 1938”, Sf. “Manifestazioni politiche <strong>in</strong> Siria”, Tel. 5751/444, Roma<br />
9 giugno 1938, il M<strong>in</strong>culpop al MAE, “Vivaci discussioni al parlamento <strong>siria</strong>no sulla <strong>propaganda</strong> italiana <strong>in</strong><br />
Siria”, articolo tradotto, da al-Bashir, 31 maggio 1938