politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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che abbaia senza mordere, e la sua <strong>politica</strong> estera verrebbe riportata sui b<strong>in</strong>ari della<br />
tradizionale <strong>politica</strong> di equilibrio fra potenze europee. Non solo le ambizioni imperialistiche<br />
del regime sarebbero così ridotte ad aspirazioni vaghe e di importanza secondaria, ma anche<br />
l’alleanza con la Germania nazista verrebbe considerata come una sorta di <strong>in</strong>cidente di<br />
percorso, causato dagli errori diplomatici di Gran Bretagna e Francia. Come ha ben<br />
evidenziato Nir Arielli, la storiografia anglosassone ha studiato la <strong>politica</strong> estera del fascismo,<br />
e il suo espansionismo nel Mediterraneo e nel Vic<strong>in</strong>o Oriente, sottol<strong>in</strong>eando l’importanza del<br />
suo programma espansionista e dell’ideologia su cui esso si basava 26 , allargando dunque la<br />
prospettiva rispetto ad una storia esclusivamente diplomatica. MacGregor Knox, ad esempio,<br />
ha contestato con forza la teoria del “peso determ<strong>in</strong>ante” e del realismo della <strong>politica</strong> estera<br />
<strong>fascista</strong>, evidenziando il suo carattere bellicista, e ha sostenuto <strong>–</strong> forse esagerando <strong>–</strong> che<br />
Mussol<strong>in</strong>i sapeva f<strong>in</strong> dal pr<strong>in</strong>cipio che solo alleandosi con la Germania avrebbe potuto<br />
raggiungere i propri obiettivi mediterranei 27 . John Gooch, nel suo studio sulle forze armate del<br />
regime, ha sostenuto che vi era molto più di una spregiudicata <strong>politica</strong> del “bluff”, c<strong>in</strong>ica e<br />
realistica, mirata ad ottenere dei vantaggi occasionali laddove se ne presentasse l’occasione, e<br />
che i co<strong>in</strong>volgimenti dell’Italia <strong>in</strong> diversi conflitti militari furono ben più che degli <strong>in</strong>cidenti di<br />
percorso. Gooch ha rifiutato sia l’<strong>in</strong>terpretazione di Mack Smith, secondo cui Mussol<strong>in</strong>i era<br />
un <strong>in</strong>competente “poseur” che cercava solo di mantenersi al potere, sia quella di De Felice,<br />
secondo cui egli portava avanti un’accorta <strong>politica</strong> di equilibrio fra Germania e Gran<br />
Bretagna, cercando di evitare una guerra europea 28 . L’opzione militare era <strong>in</strong>vece tutt’altro<br />
che secondaria, per raggiungere gli scopi espansionistici che Mussol<strong>in</strong>i aveva bene <strong>in</strong> mente<br />
f<strong>in</strong> dal 1922 29 . Né le ambizioni dichiarate servivano semplicemente a forzare la mano alle<br />
altre potenze, per raggiungere degli obiettivi più limitati. Dopo le rivendicazioni antifrancesi<br />
del 30 novembre 1938 alla camera dei deputati, Mussol<strong>in</strong>i rifiutò <strong>in</strong>fatti qualsiasi trattativa,<br />
poiché era deciso a combattere la Francia 30 . Le sue mire espansionistiche non erano <strong>in</strong><br />
discussione, così come la sua determ<strong>in</strong>azione ad usare la forza, per realizzarle.<br />
In realtà, le posizioni sono meno distanti di quanto la polemica storiografica farebbe<br />
supporre, soprattutto se, andando oltre le semplificazioni eccessive, si analizzano con più<br />
attenzione, e <strong>in</strong> tutte le loro articolazioni, le tesi degli storici italiani, come De Felice e<br />
Quartararo. Per De Felice, la prudenza di Mussol<strong>in</strong>i <strong>in</strong> <strong>politica</strong> estera, soprattutto nei primi<br />
anni del regime, non significava che questi escludesse l’ipotesi di una guerra coloniale o<br />
europea, ed anzi «egli era conv<strong>in</strong>to che entrambe vi sarebbero state» 31 ; solo, non aveva idea di<br />
quando avrebbero avuto luogo. Ed ancora, la <strong>politica</strong> estera mussol<strong>in</strong>iana degli anni Venti<br />
«aveva un carattere solo transitorio, imposto dalla situazione <strong>in</strong>ternazionale e da quella <strong>in</strong>terna<br />
dell’Italia» 32 . Dunque, non un Mussol<strong>in</strong>i pacifista e difensore dell’equilibrio europeo, ma<br />
piuttosto realista, e consapevole degli ostacoli che si frapponevano alla realizzazione degli<br />
obiettivi italiani 33 . Questa <strong>in</strong>terpretazione è stata ulteriormente sviluppata da Rosaria<br />
Quartararo, che ha posto l’accento su un fatto apparentemente scontato, e cioè che<br />
imperialismo e realismo, nella <strong>politica</strong> estera di Mussol<strong>in</strong>i, non si escludevano a vicenda 34 .<br />
26<br />
N. Arielli, Fascist Italy and the Middle East, cit., p. 2. Sull’ideologia espansionista del fascismo, <strong>in</strong> una<br />
prospettiva comparativa con il nazismo, cfr. Aristotle A. Kallis, Fascist Ideology. Territory and Expansionism <strong>in</strong><br />
Italy and Germany, 1922 <strong>–</strong> 1945, Routledge, London 2000<br />
27<br />
MacGregor Knox, La guerra di Mussol<strong>in</strong>i, Editori Riuniti, Roma 1984, p. 9; Id., “Il fascismo e la <strong>politica</strong><br />
estera italiana”, <strong>in</strong> Richard J. B. Bosworth e Sergio Romano (a cura di), La <strong>politica</strong> estera italiana (1860 <strong>–</strong><br />
1985), Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1991, pp. 303-304<br />
28<br />
John Gooch, Mussol<strong>in</strong>i and his generals. The armed forces and fascist foreign policy, 1922-<strong>1940</strong>, Cambridge<br />
university press, 2007, pp. 1-2<br />
29<br />
Ivi, pp. 6-8<br />
30<br />
Ivi, pp. 455-456<br />
31<br />
R. De Felice, Mussol<strong>in</strong>i il duce. I. Gli anni del consenso, cit., p. 338<br />
32<br />
Ivi, pag. 338<br />
33<br />
Ivi, pp. 340-345<br />
34<br />
R. Quartararo, Roma tra Londra e Berl<strong>in</strong>o, cit., Vol. 1, pp. 37-38<br />
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