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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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per ottenere l’autorizzazione alla proiezione, <strong>in</strong>conveniente dovuto al fatto che il fascio<br />

doveva affittare, ogni volta, sale pubbliche o circoli. Solo pochi stranieri poterono essere<br />

<strong>in</strong>vitati, per evitare reazioni delle autorità 6 . Le pellicole vennero spedite ad Alessandretta, e<br />

qu<strong>in</strong>di a Beirut, dove furono proiettate alla Casa d’Italia. Sbrana espresse il desiderio che<br />

l’<strong>in</strong>vio di pellicole di argomento militare fosse <strong>in</strong>tensificato, poiché rafforzava il sentimento<br />

nazionale fra gli italiani, ed esercitava una favorevole <strong>in</strong>fluenza sugli stranieri 7 . Anche qui,<br />

tuttavia, le autorità francesi cercarono di ostacolare le proiezioni settimanali di pellicole<br />

italiane all’Italica Domus, cui partecipava l’<strong>in</strong>tera colonia italiana di Beirut 8 . De Martel aveva<br />

scritto al console che le pellicole dovevano, per legge, passare attraverso la censura preventiva<br />

delle autorità 9 , e Sbrana aveva replicato che le proiezioni avvenivano all’<strong>in</strong>terno del salone<br />

del Consolato, <strong>in</strong> forma privata, alla sola presenza di amici che <strong>in</strong>vitava personalmente 10 .<br />

Nonostante tutti gli ostacoli frapposti da parte dei francesi, i rappresentanti italiani non erano<br />

<strong>in</strong>tenzionati a r<strong>in</strong>unciare alle proiezioni. Tra novembre e dicembre, il vice console ad<br />

Alessandretta e Navarr<strong>in</strong>i sp<strong>in</strong>gevano perché il M<strong>in</strong>culpop favorisse accordi diretti fra le case<br />

di produzione italiane e i proprietari di sale c<strong>in</strong>ematografiche <strong>in</strong> Siria 11 .<br />

Secondo le <strong>in</strong>formazioni raccolte dai francesi, tuttavia, i progressi della <strong>propaganda</strong> non<br />

soddisfacevano il governo <strong>fascista</strong>, che si aspettava maggiori risultati dai suoi sforzi. Il<br />

consolato a Beirut aveva ricevuto <strong>in</strong> agosto pressioni da Roma, poiché la stampa locale, pur<br />

ricevendo i comunicati della Stefani, non pubblicava le notizie di fonte italiana 12 . Tali<br />

difficoltà erano rimaste immutate tre mesi dopo, nonostante le cure del consolato italiano, e il<br />

fatto che le agenzie Stefani fossero appositamente redatte <strong>in</strong> francese 13 . A settembre, secondo<br />

la Sûreté Générale, gli italiani stavano cercando di riorganizzarsi <strong>in</strong> maniera più efficiente.<br />

Tornato a Damasco dopo un congedo, il console Lo Savio aveva cessato di pagare le modeste<br />

sovvenzioni ad alcuni giornalisti ed agenti arabi. Allo stesso tempo, alcuni professori avevano<br />

ricevuto all’<strong>in</strong>circa 50 lire <strong>siria</strong>ne, per tradurre degli scritti anticomunisti da distribuire alla<br />

popolazione, segno che probabilmente a Roma era stato deciso un mutamento di strategia 14 .<br />

Anche ad Aleppo, a settembre, correva voce che gli italiani stessero riorganizzando il proprio<br />

servizio <strong>in</strong>formazioni per <strong>in</strong>tensificare la <strong>propaganda</strong> nel nord della Siria 15 .<br />

Effettivamente, all’<strong>in</strong>circa a partire dal 1936, la <strong>propaganda</strong> italiana nel Mandato non mutò<br />

solo nell’organizzazione, ma anche nelle sue tematiche e strategie politiche. In particolare, la<br />

lotta al comunismo divenne sempre più centrale all’<strong>in</strong>terno della <strong>politica</strong> araba, soprattutto<br />

dopo la vittoria del Fronte Popolare <strong>in</strong> Francia. La caduta del governo di Laval, che era stato<br />

sempre un fautore dell’accordo con l’Italia, aveva accentuato la frattura nei rapporti francoitaliani<br />

causata dalla guerra d’Etiopia 16 . I rapporti fra Mussol<strong>in</strong>i e il nuovo governo di Léon<br />

Blum, <strong>in</strong>sediatosi nel giugno 1936, divennero sempre più tesi 17 , e il contrasto fra i due paesi<br />

assunse presto il carattere di un conflitto ideologico. La Francia, dal punto di vista <strong>fascista</strong>,<br />

divenne parte <strong>in</strong>tegrante del blocco comunista, guidato dall’Unione Sovietica, che m<strong>in</strong>acciava<br />

6 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 1758, Aleppo 15 novembre 1937, Navarr<strong>in</strong>i al M<strong>in</strong>culpop<br />

7 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 5391/1316, Beirut 16 novembre 1937, Sbrana al M<strong>in</strong>culpop<br />

8 Tel. 1294/240, Beirut 27 marzo 1937, Sbrana al MAE<br />

9 ASMAE, AP, Siria 16, Lettera di De Martel a Sbrana, Beirut 24 marzo 1937<br />

10 ASMAE, AP, Siria 16, Lettera di Sbrana a De Martel, Beirut 26 marzo 1937<br />

11 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 845/57, Alessandretta 15 novembre 1937, il vice console, Cortese, al M<strong>in</strong>culpop, e<br />

Tel. 1894, Aleppo 11 dicembre 1937, Navarr<strong>in</strong>i al M<strong>in</strong>culpop<br />

12 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, Confirmation, Beirut 11 agosto 1937<br />

13 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 1067, Beirut 17 novembre 1937, l’Alto Commissario de Martel al m<strong>in</strong>istro<br />

degli Esteri, Delbos<br />

14 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° (815?), Damasco 25 settembre 1937, “Information. Activité italienne”, f.to<br />

il capo della Sûreté Générale, Périssé<br />

15 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° (853/5?), Beirut 4 settembre 1937, il direttore della Sûreté Générale al capo<br />

del Gab<strong>in</strong>etto Politico dell’Alto Commissariato<br />

16 R. De Felice, Mussol<strong>in</strong>i il duce. I. Gli anni del consenso, cit., pp. 692-693<br />

17 Cfr. W. I. Shorrock, From Ally to Enemy, cit., Cap. 9, pp. 170-195

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