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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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222<br />

importante 236 . L’Alto Commissario fece convocare Navarr<strong>in</strong>i dal delegato francese ad<br />

Aleppo, aff<strong>in</strong>ché desse spiegazioni sulle motivazioni del suo viaggio nella Jazira. Gli venne<br />

rimproverato non solo di essersi recato nella regione <strong>in</strong> un momento di forte agitazione<br />

<strong>politica</strong>, ma di non avere neppure preso contatto con le autorità francesi. Navarr<strong>in</strong>i si mostrò<br />

sorpreso per l’irritazione francese, e recitò la parte dello sprovveduto: disse di aver creduto, al<br />

momento di partire, che nella regione fosse tornata la calma, e si scusò per la propria<br />

leggerezza 237 . Ma il delegato era certo che il console fosse bene al corrente della situazione<br />

nella Jazira, e che vi si fosse recato nella speranza di poterne approfittare <strong>in</strong> qualche modo. Il<br />

m<strong>in</strong>istro Delbos fece presente la questione anche all’ambasciatore a Parigi, Cerruti,<br />

lamentando che il viaggio del console ad Aleppo «dava orig<strong>in</strong>e ad ogni sorta di <strong>in</strong>duzioni che,<br />

nell’<strong>in</strong>teresse dei buoni rapporti fra l’Italia e la Francia, sarebbe stato più opportuno non dover<br />

fare» 238 . La debole difesa italiana era che i consoli non svolgevano alcuna attività antifrancese,<br />

e che il viaggio di Navarr<strong>in</strong>i nell’Alta Jazira era giustificato dalla presenza di «vari<br />

coloni italiani» nella regione 239 . Ma il rapporto redatto dal console sulla sua visita ad<br />

Hassetche (al-Hasaka), che pure liquidava le lamentele francesi come «pretesti e “chicanes”<br />

puerili», causate dalla preoccupazione per la crescente popolarità italiana presso i cristiani<br />

dell’alta Jazira, ammetteva che le ragioni del viaggio andavano ben oltre le «più normali e<br />

comuni attività degli uffici consolari». Navarr<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>fatti, fece presente al M<strong>in</strong>istero che<br />

«mancando questo Ufficio di mezzi e di persone di fiducia adatte per ottenere attendibili<br />

<strong>in</strong>formazioni di carattere politico, economico (pozzi petroliferi etc.) e militare, specialmente<br />

nella regione desertica orientale della circoscrizione consolare, il titolare si trova spesso nella<br />

necessità di raccogliere, a mezzo di normali viaggi di servizio, dette <strong>in</strong>formazioni mediante<br />

l’osservazione diretta» 240 . Da un altro rapporto, di poco precedente, si deduce che il console<br />

non aveva agito di propria <strong>in</strong>iziativa, ma <strong>in</strong> seguito a una precisa richiesta giunta a Navarr<strong>in</strong>i<br />

dal MAE, di raccogliere <strong>in</strong>formazioni su quanto stava avvenendo nella Jazira 241 .<br />

236 ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 3344/828, Beirut 5 agosto 1937, Sbrana al MAE<br />

237 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 276/CD, Aleppo 27 luglio 1939, il delegato aggiunto dell’Alto<br />

Commissario ad Aleppo all’Alto Commissario, De Martel<br />

238 ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 5154 R., Parigi 22 luglio 1937, Cerruti al MAE<br />

239 ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 226177/342, Roma 31 luglio 1937, il MAE all’ambasciata italiana a Parigi<br />

240 ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 1070/270, Aleppo 21 luglio 1937, Navarr<strong>in</strong>i al MAE<br />

241 ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 1066/266, Aleppo 19 luglio 1937, Navarr<strong>in</strong>i al MAE

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