politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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220<br />
del “duce” 219 . Incurante del suo ruolo di rappresentante ufficiale, aveva più volte criticato<br />
pubblicamente il trattato franco-<strong>siria</strong>no, cercando di approfittare del malcontento verso la<br />
Francia per crearsi degli appoggi fra i cristiani. Ciò non gli impediva di fare <strong>propaganda</strong> tra i<br />
musulmani: <strong>in</strong> occasione delle festività islamiche, aveva fatto distribuire alimenti e denaro nei<br />
quartieri popolari. Nel luglio 1937, aveva curato la partenza <strong>in</strong> crociera per l’Italia di 48<br />
ragazzi e 30 ragazze 220 . Alcuni esponenti della gerarchia religiosa, vic<strong>in</strong>i alla Francia,<br />
avevano espresso la loro preoccupazione per il crescente sostegno al fascismo, tra i<br />
cristiani 221 . In aprile, Navarr<strong>in</strong>i aveva convocato ‘Abd al-Qadir Haffar, direttore di al-Jihad,<br />
manifestando l’<strong>in</strong>tenzione di dargli la direzione di una scuola primaria, sovvenzionata<br />
dall’Italia, <strong>in</strong> cui assieme all’arabo e alla religione <strong>islamica</strong> sarebbe stata <strong>in</strong>segnata anche la<br />
l<strong>in</strong>gua italiana 222 . Tra coloro che erano considerati al servizio attivo dell’Italia vi era la<br />
famiglia Coussa; fra i semplici simpatizzanti vi erano l’arcivescovo greco-cattolico, Macarios<br />
Saba, e l’arcivescovo armeno cattolico, Grégoire H<strong>in</strong>dié, e si sospettava che anche dei<br />
membri della famiglia al-Kayyali avessero rapporti con il consolato. Nel Collegio di Terra<br />
Santa vi era una vera e propria guerra di posizione fra i padri italiani e quelli francesi, per far<br />
prevalere la rispettiva <strong>in</strong>fluenza. Nonostante tutte le lus<strong>in</strong>ghe, sia verso i cristiani che verso i<br />
musulmani, il f<strong>in</strong>e ultimo che si proponevano gli italiani, che secondo i francesi era quello di<br />
rendere desiderabile ai <strong>siria</strong>ni un eventuale dom<strong>in</strong>io italiano, era lungi dall’essere<br />
raggiunto 223 .<br />
I francesi erano conv<strong>in</strong>ti che Navarr<strong>in</strong>i disponesse di <strong>in</strong>genti somme per pagare i suoi<br />
agenti «mercenari», ma i risultati della sua <strong>propaganda</strong> apparivano scarsi <strong>in</strong> proporzione alle<br />
risorse <strong>in</strong>vestite. Secondo il delegato ad Aleppo, solo qualche giornalista, qualche elemento<br />
poco raccomandabile, e alcuni cristiani appoggiavano l’Italia, sp<strong>in</strong>ti più dal denaro che da una<br />
vera conv<strong>in</strong>zione. Navarr<strong>in</strong>i era un nuovo arrivato <strong>in</strong> Oriente, spesso presuntuoso, ma<br />
«animato da una solida fede che lo mantiene nelle costose illusioni che procura la pratica di<br />
un’azione <strong>politica</strong> alimentare» 224 . Le autorità erano a conoscenza delle sovvenzioni ai giornali<br />
al-Jihad, al-Waqt e L’Eclaire du Nord. Il consolato appariva <strong>in</strong> rapporti molto stretti<br />
soprattutto con il direttore di al-Jihad, che aveva partecipato al viaggio di Mussol<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Libia,<br />
e aveva fatto una <strong>propaganda</strong> filo-italiana talmente sfacciata da avere perso ogni credito fra<br />
gli alepp<strong>in</strong>i: «solo i servizi della <strong>propaganda</strong> italiana gli accordano qualche valore» 225 . Al-<br />
Waqt non aveva mai avuto alcuna <strong>in</strong>fluenza sull’op<strong>in</strong>ione locale, e serviva solo a permettere<br />
ai suoi proprietari di vivacchiare. L’Eclaire di Nord, <strong>in</strong>vece, nonostante una diffusione<br />
limitata, era da prendere più sul serio, perché la sua opposizione al governo del Blocco gli era<br />
valsa una certa simpatia fra i cristiani, e fra alcune personalità musulmane. Il direttore Nicolas<br />
Djandji era «uno spirito <strong>in</strong>dipendente», che dava spazio alla <strong>propaganda</strong> italiana non per<br />
conv<strong>in</strong>zione, ma <strong>in</strong> cambio di una modesta retribuzione. Gli italiani avevano tentato un<br />
approccio anche con al-Taqaddum, giornale più letto di Aleppo, ma non sembrava che<br />
avessero ottenuto alcunché 226 . Secondo un altro rapporto della Sûreté Générale, <strong>in</strong>vece, il suo<br />
direttore Victor Kurenli era da considerare addirittura un agente italiano 227 . In realtà, Kurenli<br />
219 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, “Note. Propagande Italienne à Alep”, Beirut 24 aprile 1937<br />
220 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, “Secret. Propagande italienne”, Aleppo 21 luglio 1937, f.to Dubecq<br />
221 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, “Note. Propagande Italienne à Alep”, Beirut 24 aprile 1937<br />
222 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, “Activité Italienne depuis le 17 avril 1937<br />
223 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 383/CD, Aleppo 14 ottobre 1937, il delegato aggiunto dell’Alto<br />
Commissario per il Muhafaza di Aleppo all’Alto Commissario, De Martel<br />
224 Per “alimentare” qui si <strong>in</strong>tende basata sul pagamento di stipendi; modellato sul tipo dell’espressione<br />
“littérature alimentaire”, lavoro da scribacch<strong>in</strong>o, per il pane.<br />
225 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 383/CD, Aleppo 14 ottobre 1937, il delegato aggiunto dell’Alto<br />
Commissario per il Muhafaza di Aleppo all’Alto Commissario, De Martel<br />
226 Ibidem<br />
227 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° (853/5?), Beirut 4 settembre 1937, il direttore della Sûreté Générale al capo<br />
del Gab<strong>in</strong>etto Politico dell’Alto Commissariato