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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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musulmani, un terzo di loro secondo le stime di Navarr<strong>in</strong>i, erano ostili al governo di<br />

Damasco. Tra di loro vi erano i rappresentanti del vecchio regime, come le famiglie dei<br />

Barakat, al-Sha‘bani, al-Mallah, al-Mudarris, e molti commercianti e <strong>in</strong>dustriali che vedevano<br />

la vita economica della città decl<strong>in</strong>are, mentre il governo <strong>in</strong>coraggiava pr<strong>in</strong>cipalmente le<br />

attività economiche di Damasco. Molti avrebbero visto con favore pers<strong>in</strong>o un’annessione alla<br />

Turchia, oppure un’unione con il Sangiaccato di Alessandretta, che avrebbe potuto riportare la<br />

città all’antica prosperità legata ai traffici commerciali. I musulmani di Aleppo guardavano<br />

comunque con speranza al trattato, nel quale vedevano l’anticamera dell’<strong>in</strong>dipendenza<br />

completa; gli «estremisti ad oltranza», che avrebbero desiderato <strong>in</strong>vece la sua denuncia e la<br />

ripresa della lotta contro la Francia, erano una piccola m<strong>in</strong>oranza, messa <strong>in</strong> difficoltà dalle<br />

voci di una imm<strong>in</strong>ente ratifica del trattato da parte del parlamento francese. Il Blocco poteva<br />

contare sul sostegno <strong>in</strong>condizionato del 40-50% della popolazione totale di Aleppo, mentre<br />

nella prov<strong>in</strong>cia, dove i contad<strong>in</strong>i ignoranti erano alla mercé dei proprietari terrieri, tale<br />

consenso era ben maggiore 216 . L’Italia riscuoteva una generale ammirazione <strong>in</strong> città,<br />

soprattutto grazie alla personalità di Mussol<strong>in</strong>i, sempre più «considerato come il perno della<br />

<strong>politica</strong> mondiale». Per quanto l’uscita dalla S.d.N. avesse destato qualche preoccupazione fra<br />

i <strong>siria</strong>ni, per il timore di aver perso un prezioso aiuto a G<strong>in</strong>evra, l’Italia era ormai considerata<br />

la «naturale antagonista dell’Inghilterra e della Francia», e ad essa volgevano il pensiero gli<br />

arabi quando si trattava di moderare il «despotismo degli attuali padroni». Ovviamente, questa<br />

tendenza andava <strong>in</strong>coraggiata e consolidata. Ottenere una significativa <strong>in</strong>fluenza nel nord<br />

della Siria era importante <strong>in</strong> vista degli sviluppi politici futuri: «mi pare si possa concludere<br />

che la regione di Aleppo non rappresenta né rappresenterà mai una solida colonna pel futuro<br />

Stato <strong>siria</strong>no», scriveva <strong>in</strong>fatti Navarr<strong>in</strong>i: «l’autonomia della sua amm<strong>in</strong>istrazione, delle sue<br />

f<strong>in</strong>anze, di tutta la sua organizzazione, già notevole attualmente, non farà che accentuarsi<br />

sempre di più, riducendo i legami che uniscono a Damasco questa città, che pur è la più<br />

popolata di tutto il Levante, e la sua prov<strong>in</strong>cia, fertile e ricca, allo stato di legami meramente<br />

nom<strong>in</strong>ali» 217 . Il succo del discorso era implicito, ma chiaro: l’Italia poteva approfittare delle<br />

divisioni <strong>in</strong>terne della Siria, per tentare di stabilire un’egemonia <strong>politica</strong> nella regione di<br />

Aleppo, <strong>in</strong> opposizione con Damasco, che presumibilmente sarebbe rimasta nell’orbita<br />

francese.<br />

L’attività di Navarr<strong>in</strong>i, giunto ad Aleppo nell’estate del 1936, aveva raggiunto la massima<br />

<strong>in</strong>tensità, secondo i francesi, subito dopo la firma del trattato franco-<strong>siria</strong>no. Essa si svolgeva<br />

nei modi convenzionali: il console sovvenzionava la stampa locale, curava la distribuzione di<br />

opuscoli, e organizzava le proiezioni di film italiani ad opera del fascio locale, che si<br />

svolgevano al c<strong>in</strong>ema Royal. Come avveniva anche a Beirut, il consolato dava grande<br />

importanza ai balli settimanali alla Casa degli Italiani. Tali balli erano considerati migliori di<br />

quelli organizzati dai francesi, ed erano un’occasione per prendere contatto con le personalità<br />

più <strong>in</strong>fluenti della città. Vi erano poi le conferenze culturali, e le organizzazioni sportive,<br />

come la squadra di calcio e gli scout fascisti. Appena giunto <strong>in</strong> città, sfruttando l’impressione<br />

suscitata dalla firma del trattato franco-<strong>siria</strong>no, Navarr<strong>in</strong>i aveva offerto all’arcivescovo<br />

armeno-ortodosso, Monsignor Surmeyan, aiuto, protezione e sovvenzioni per le sue opere di<br />

carità. Assieme a quest’ultimo, aveva visitato diversi villaggi armeni, distribuendo aiuti ai<br />

poveri 218 . Era soprattutto lo zelo del console italiano ad impressionare i francesi, che<br />

consideravano la sua nom<strong>in</strong>a significativa dell’importanza che il governo italiano attribuiva<br />

alla regione di Aleppo: Navarr<strong>in</strong>i era <strong>in</strong>fatti un <strong>fascista</strong> militante, e una conoscenza personale<br />

216<br />

ASMAE, AP, Siria 16, F. 5, Tel. 15/5, Aleppo 10 gennaio 1937, Navarr<strong>in</strong>i al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Ciano<br />

217<br />

Ibidem<br />

218<br />

CADN, Syrie-Liban, DP, 629, “Secret. Propagande italienne”, Aleppo 21 luglio 1937, f.to Dubecq; “Note sur<br />

l’activité personelle du Consul d’Italie”, Aleppo 28 luglio 1937, f.to il delegato aggiunto per il Muhafaza di<br />

Aleppo<br />

219

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