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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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218<br />

riservato un posto gratuito per il viaggio verso l’Italia 212 . Il consolato italiano a Beirut aveva<br />

<strong>in</strong>staurato anche rapporti più che cordiali con il card<strong>in</strong>ale Tapuni, e il Delegato Apostolico<br />

Leprêtre, i quali però, verso la f<strong>in</strong>e del 1937, com<strong>in</strong>ciarono a riavvic<strong>in</strong>arsi alla Francia. In più<br />

occasioni, i due avevano espresso appoggio al governo francese, mentre per l’Italia<br />

manifestavano ora una certa freddezza. Tale atteggiamento sembrava legato ad una l<strong>in</strong>ea di<br />

condotta filo-francese, decisa dallo stesso Vaticano 213 . Se Tapuni si mostrava piuttosto cauto,<br />

e cont<strong>in</strong>uava a lodare il fascismo e l’ord<strong>in</strong>e che regnava <strong>in</strong> Italia, il Delegato Apostolico aveva<br />

apertamente attaccato il Regime, e cercato di <strong>in</strong>fluire anche sull’atteggiamento pro-<strong>fascista</strong><br />

dei missionari italiani 214 .<br />

A lungo andare, gli italiani dovettero rendersi conto che gli attestati di amicizia ed<br />

ammirazione del clero cristiano erano quasi sempre puramente formali, quando non dettati da<br />

semplice opportunismo. Nel luglio 1938 Sbrana mostrò, una volta tanto, prudenza e realismo,<br />

nel valutare l’atteggiamento degli ambienti religiosi cattolici verso la Francia e le altre<br />

potenze. Si illudeva chi pensasse, sulla base dei recenti malumori del clero libanese per la<br />

<strong>politica</strong> mandataria, che l’<strong>in</strong>fluenza francese sui cattolici del Levante fosse <strong>in</strong> decl<strong>in</strong>o;<br />

l’organizzazione francese era ancora grandiosa e solida. «Bisogna poi conoscere l’anima del<br />

clero <strong>in</strong>digeno quando esso si abbandona a sfoghi antifrancesi e mostra di volgersi all’Italia; i<br />

locali hanno imparato a meraviglia quanto si possa cavare dall’una e dall’altra. Istruttivo può<br />

essere il caso delle cont<strong>in</strong>ue richieste perché il nostro Governo si assuma l’onere<br />

dell’<strong>in</strong>segnamento dell’Italiano <strong>in</strong> Scuole e Sem<strong>in</strong>ari; accanto a qualche seria <strong>in</strong>iziativa, si<br />

trovano esempi di istituti che mirano al sussidio, e dell’Italiano si dis<strong>in</strong>teressano». L’<strong>in</strong>iziativa<br />

italiana poteva comunque ottenere dei risultati: «il desiderio del Clero locale di tenere il piede<br />

<strong>in</strong> due staffe, apre la possibilità di partecipare alla formazione del Clero <strong>in</strong>digeno, ed<br />

estendere l’<strong>in</strong>fluenza italiana». Le simpatie per l’Italia esistevano ed erano diffuse, e non<br />

andavano trascurate 215 .<br />

6.8 - L’attività di Navarr<strong>in</strong>i e le proteste francesi<br />

Il console italiano ad Aleppo Guido Navarr<strong>in</strong>i fu, tra i rappresentanti italiani <strong>in</strong> Siria e<br />

Libano, quello che svolse l’attività propagandistica più <strong>in</strong>tensa (e <strong>in</strong>cauta), attirando spesso<br />

l’attenzione delle autorità francesi. Aleppo ospitava la seconda colonia italiana per dimensioni<br />

nel Levante, ed era oggetto di particolari riguardi, nell’ambito della <strong>politica</strong> araba <strong>fascista</strong> <strong>in</strong><br />

Siria. Gli italiani avevano <strong>in</strong>staurato rapporti abbastanza stretti con i nazionalisti locali,<br />

sfruttando la loro diffidenza per i rapporti fra i colleghi di Damasco e la Francia, e il loro<br />

risentimento perché ritenevano di essere messi da parte. Dal 1936 <strong>in</strong> poi, l’opposizione al<br />

trattato e alla <strong>politica</strong> di collaborazione con la Francia, <strong>in</strong>coraggiata dagli italiani, ebbe il suo<br />

centro ad Aleppo. In un rapporto dell’<strong>in</strong>izio del 1937, Il console faceva il punto sulla<br />

situazione <strong>politica</strong> della sua circoscrizione, evidenziando la specificità di Aleppo, e i motivi<br />

per cui l’attività italiana <strong>in</strong> tale città era di grande importanza, e poteva dare buoni frutti. La<br />

città aveva circa 300.000 abitanti di cui ben un terzo erano cristiani, e <strong>in</strong> quanto tali tutt’altro<br />

che ben disposti verso il Blocco, che governava a Damasco. Timorosi dell’egemonia dei<br />

musulmani, e pieni di risentimento perché questi ultimi li escludevano dalla distribuzione di<br />

posti e prebende <strong>–</strong> salvo ricordarsi di loro nei momenti difficili, facendo appello alla<br />

“fratellanza <strong>siria</strong>na” <strong>–</strong> cercavano protezione nella Francia, e avrebbero senz’altro preferito la<br />

cont<strong>in</strong>uazione del Mandato, piuttosto che la conclusione del trattato. Ma anche diversi<br />

212 ASMAE, AP, Siria 20, Tel. 4205 (S.N.?), Roma 22 marzo 1938, Ciano al M<strong>in</strong>istero delle Comunicazioni<br />

213 ASMAE, AP, Siria 20, Tel. 6140/1470, Beirut 13 dicembre 1937, Sbrana al MAE<br />

214 ASMAE, AP, Siria 20, Tel. 9/4, Beirut 3 gennaio 1938, Sbrana al MAE<br />

215 ASMAE, AP, Siria 20, Tel. 3930/857, Beirut 26 luglio 1938, Sbrana al MAE

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