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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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dal Patriarca, di <strong>in</strong>contrare personalmente il “duce”, non solo doveva essere accolto, non fosse<br />

altro che per dispetto alla Francia, ma la notizia doveva avere la massima diffusione nel<br />

mondo arabo 204 . Nel corso del viaggio, riferì poi Sbrana, che lo aveva accompagnato, il<br />

Patriarca non si curò affatto degli <strong>in</strong>viti alla prudenza ricevuti dai francesi (forse, più che<br />

altro, per <strong>in</strong>genuità <strong>politica</strong>). Visitò di persona il Re, Mussol<strong>in</strong>i, Ciano, e l’ambasciatore<br />

presso la Santa Sede, e <strong>in</strong>neggiò <strong>in</strong> più occasioni «al Re Imperatore, al Duce, all’Esercito<br />

Italiano ed al Fascismo» 205 . Ma ‘Arida non era <strong>in</strong>tenzionato ad andare oltre questi generici<br />

apprezzamenti, e tantomeno a fornire un appoggio politico all’Italia. Si affrettò a smentire<br />

alcune frasi pubblicate <strong>in</strong> una sua <strong>in</strong>tervista a La Tribuna, che di certo non erano piaciute ai<br />

francesi. A quanto sembra, il giornale aveva <strong>in</strong>serito tra le affermazioni del Patriarca alcuni<br />

espliciti riferimenti all’Italia, che non erano <strong>in</strong> realtà mai stati fatti, come il seguente: «noi che<br />

l’altro anno ci siamo liberati dal giogo del mandato, non vogliamo protettorati di qualsiasi<br />

forma. Abbiamo bisogno di una protezione contro il movimento panislamico, che può venire<br />

dalla Francia come da qualsiasi altra Nazione europea, l’Italia per esempio» 206 . Il Patriarca si<br />

era fatto, <strong>in</strong> ogni caso, la fama di essere vic<strong>in</strong>o all’Italia e al fascismo. A Beirut, durante la<br />

proiezione di un film sulla sua visita <strong>in</strong> Italia, alcuni mar<strong>in</strong>ai francesi comunisti erano<br />

<strong>in</strong>tervenuti fischiando contro il Patriarca, ed erano stati malmenati dal pubblico 207 . Ma gli<br />

italiani non ottennero mai nulla più di qualche generica dichiarazione di ammirazione per<br />

Mussol<strong>in</strong>i e la nuova Italia. Si era ben lontani da un’<strong>in</strong>fluenza <strong>politica</strong> di qualche importanza,<br />

sul clero e sulla comunità maronita.<br />

I francesi, i quali tendevano a sopravvalutare l’importanza dell’attività italiana nel<br />

mandato, cercarono di ostacolare i rapporti delle autorità religiose con l’Italia. Il risultato era<br />

una sorta di guerra sotterranea tra Francia e Italia, per portare i cristiani, cattolici e maroniti <strong>in</strong><br />

particolare, dalla propria parte. Il Patriarca greco-cattolico, secondo De Martel, era stato<br />

avvic<strong>in</strong>ato dal console italiano, che aveva cercato di conv<strong>in</strong>cerlo del fatto che il governo<br />

francese era controllato da Mosca, e che ormai solo l’Italia poteva fare gli <strong>in</strong>teressi dei<br />

cristiani 208 . Le autorità mandatarie fecero ripetutamente pressioni sull’arcivescovo maronita di<br />

Beirut, Mubarak, che si andava anch’egli avvic<strong>in</strong>ando all’Italia. De Martel gli aveva<br />

sconsigliato di tenere alcune conferenze al Corso di Cultura Italiana, dati i rapporti tesi fra<br />

Italia e Francia; e durante il suo viaggio <strong>in</strong> Italia, l’ambasciatore francese a Roma lo aveva<br />

dissuaso dal rendere omaggio personalmente a Mussol<strong>in</strong>i 209 . Sbrana seguì con grande<br />

<strong>in</strong>teresse l’attività oratoria dell’arcivescovo Mubarak, che nei primi mesi del 1938 pronunciò<br />

una serie di sermoni pubblici, nei quali lanciò violente critiche alla Francia, al Mandato, al<br />

Governo libanese, scagliandosi qu<strong>in</strong>di contro il comunismo e il Fronte Popolare. Al contrario,<br />

l’arcivescovo non perdeva occasione di tessere le lodi del fascismo ed <strong>in</strong>dicare l’Italia come<br />

un esempio da seguire. Tale atteggiamento sp<strong>in</strong>se Sawt al-Sha‘b, giornale comunista, ad<br />

accusare monsignor Mubarak di essersi venduto al consolato italiano per fare <strong>propaganda</strong><br />

<strong>fascista</strong>, sollecitandone pers<strong>in</strong>o l’arresto 210 . Quando nel 1938 l’arcivescovo annunciò di volere<br />

effettuare un nuovo viaggio <strong>in</strong> Italia, Sbrana scrisse a Ciano che esso rivestiva «una<br />

particolare importanza ed un altissimo significato» per i futuri rapporti fra Italia e Libano,<br />

data la totale sfiducia che Mubarak ostentava verso la Francia 211 . Ciano volle che gli fosse<br />

204 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 1386/359, Beirut 30 marzo 1937, Sbrana al MAE<br />

205 ASMAE, AP, Siria 18, “Appunto per la Direzione Gen. Eu. Med. III”, Roma 14 maggio 1937, f.to Sbrana<br />

206 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 4091/1403, Parigi 10 giugno 1937, Cerruti al MAE, e Tel. 2628/617, Beirut 13<br />

giugno 1937, Lo Savio al MAE<br />

207 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 3042/733, Beirut 15 luglio 1937, Sbrana al MAE<br />

208 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 919, 6 ottobre 1937, De Martel al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Delbos<br />

209 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 1085/292, Beirut 16 marzo 1937, Sbrana al MAE<br />

210 ASMAE, AP, Siria 20, Tel. 212209/C, Roma 5 aprile 1938, Guarnaschelli all’ambasciata italiana presso la<br />

Santa Sede<br />

211 ASMAE, AP, Siria 20, Tel. 1497/337, Beirut 12 marzo 1938, Sbrana al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Ciano<br />

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