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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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francesi, <strong>in</strong>vece, l’<strong>in</strong>augurazione della litoranea libica non aveva suscitato un grande <strong>in</strong>teresse<br />

nella stampa del Mandato 163 . L’<strong>in</strong>gente sforzo propagandistico non otteneva grandi risultati:<br />

era vero che i tre giornali libanesi e <strong>siria</strong>ni che avevano mandato i propri <strong>in</strong>viati <strong>in</strong> Libia<br />

pubblicavano lunghi resoconti, ma il resto della stampa criticava <strong>in</strong> maniera aspra la <strong>politica</strong><br />

<strong>in</strong>digena <strong>in</strong> Libia, e la <strong>politica</strong> araba <strong>fascista</strong> <strong>in</strong> generale, protestando energicamente contro il<br />

titolo di “protettore dell’Islam” attribuito a Mussol<strong>in</strong>i. Il coro di critiche comprendeva Sawt<br />

al-Ahrar, al-Insha’, al-Rabita, al-Nahar e Bayrut 164 . La stampa di Beirut era, come al solito,<br />

la meno tenera nei confronti dell’Italia <strong>fascista</strong>. Nei giorni del viaggio del “duce” <strong>in</strong> Libia,<br />

Sawt al-Ahrar titolava, <strong>in</strong> maniera assai eloquente: «Mussol<strong>in</strong>i, erede di Guglielmo, ha delle<br />

mire sui paesi arabi» 165 . Bayrut attaccava duramente gli ex eroi e combattenti della resistenza<br />

libica all’Italia, che si piegavano ora ad acclamare il “duce” 166 . Pochi giorni dopo, affermava<br />

che la <strong>politica</strong> coloniale italiana era la stessa dell’antico Impero Romano, e si riassumeva <strong>in</strong><br />

poche parole: «uccidere prima i Capi ed avvic<strong>in</strong>arsi dopo ai loro discendenti migliorandone la<br />

sorte» 167 . La pretesa di Mussol<strong>in</strong>i di essere il “protettore dell’Islam” era soltanto l’ennesima<br />

manifestazione dell’ipocrisia dell’imperialismo europeo:<br />

Il Sig. Mussol<strong>in</strong>i ha deciso di aggiungere ai suoi titoli quello di “protettore dell’Islam”. Questo fatto ha<br />

provocato le critiche dei giornali <strong>in</strong>glesi che vi vedono una provocazione all’Inghilterra la quale <strong>–</strong> dicono<br />

i suddetti giornali <strong>–</strong> sola porta tale titolo. Nella stampa francese non abbiamo letto nulla <strong>in</strong> proposito, ma<br />

<strong>in</strong> numerose occasioni essa ha dichiarato che la Francia è l’amica e la protettrice dei mussulmani, e la<br />

moschea di Parigi (ove si serve il caffé arabo amaro) ne è la più grande prova.<br />

Il generale Franco, <strong>in</strong> occasione delle feste del Bairam, ha anch’egli dichiarato che ama i suoi soldati<br />

mussulmani ed anch’egli s’è dichiarato un protettore dell’Islam.<br />

Quanto le potenze sono generose, buone e nobili! Soprattutto perché i mussulmani sono deboli ed hanno<br />

bisogno di benevolenza e di protezione, si sono affrettate di porger loro la mano e di sollecitarne<br />

l’amicizia.<br />

[...]<br />

Personalmente, nella mia qualità di mussulmano, mi compiaccio dell’amicizia di queste generose<br />

Potenze, ma temo i miei amici e ridirò come Voltaire: Dio difendimi dai miei amici; io mi difenderò dai<br />

nemici 168 .<br />

Secondo una notizia diffusa dall’agenzia “Tas” e ripresa da al-Nahar, «durante il<br />

soggiorno del Duce 5000 persone sarebbero state arrestate <strong>in</strong> Libia per tema di un attentato<br />

alla vita del Duce», ed <strong>in</strong>oltre «le Autorità italiane avrebbero preso degli ostaggi tra i Capi<br />

delle pr<strong>in</strong>cipali tribù per garantirsi da ogni manifestazione ostile contro il Governo e contro il<br />

Duce» 169 . Lo stesso giornale sottol<strong>in</strong>eò le «<strong>in</strong>quietud<strong>in</strong>i dell’Inghilterra» 170 per il viaggio di<br />

Mussol<strong>in</strong>i, ed anche al-Ahwal, che pure <strong>in</strong> precedenza era sembrato vic<strong>in</strong>o al consolato<br />

italiano, espresse dei timori verso la m<strong>in</strong>accia all’equilibrio <strong>in</strong>ternazionale costituita<br />

dall’Italia. Anche per al-Ahwal, la <strong>politica</strong> araba dell’Italia ricordava da vic<strong>in</strong>o il tentativo di<br />

Guglielmo II di estendere l’<strong>in</strong>fluenza tedesca sul mondo arabo, e poteva avere gravi<br />

conseguenze:<br />

Guglielmo II non ha raccolto i frutti della sua <strong>politica</strong> mussulmana. L’Inghilterra e la Francia si unirono<br />

contro di lui per far sfumare il suo sogno. L’Inghilterra e la Francia non potranno mai ammettere la nuova<br />

<strong>politica</strong> di Mussol<strong>in</strong>i, poiché molta della loro importanza deriva dalle loro colonie mussulmane. La<br />

163 LC, E-Levant, Syrie-Liban, 530, N° 299, Beirut 18 marzo 1937, Rassegna stampa, De Martel al m<strong>in</strong>istro<br />

degli Esteri, Delbos<br />

164 LC, E-Levant, Syrie-Liban, 530, N° 338, Beirut 26 marzo 1937, Rassegna stampa, De Martel al m<strong>in</strong>istro<br />

degli Esteri, Delbos<br />

165 ASMAI, Libia 150/34, F. 156, Beirut 22 marzo 1937, Rassegna stampa, da al-Ahrar, 16 marzo 1937<br />

166 Ibidem, da Bayrut del 12 marzo 1937<br />

167 Ibidem, da Bayrut del 17 marzo 1937<br />

168 Ibidem, da Bayrut del 18 marzo 1937<br />

169 ASMAI, Libia 150/34, F. 156, Tel. 1373, Beirut 7 aprile 1937, Rassegna stampa, da al-Nahar, 21 marzo 1937<br />

170 ASMAI, Libia 150/34, F. 156, Beirut 22 marzo 1937, Rassegna stampa, da al-Nahar, 13 marzo 1937<br />

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