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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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del viaggio era dovuto a lui, mentre pare che Mussol<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>izialmente, volesse farne<br />

soprattutto una manifestazione militare, <strong>in</strong> risposta al riarmo britannico 152 .<br />

La partecipazione della stampa italiana e <strong>in</strong>ternazionale venne organizzata con grande cura,<br />

allo scopo di dare al viaggio del “duce” il massimo risalto, a livello mondiale. I giornalisti<br />

vennero attentamente selezionati fra coloro che garantivano un atteggiamento favorevole<br />

verso l’Italia, mentre i controlli sugli <strong>in</strong>gressi <strong>in</strong> colonia vennero rafforzati 153 , per evitare<br />

l’<strong>in</strong>gresso di visitatori sgraditi. Una trent<strong>in</strong>a, dei 75 giornalisti <strong>in</strong>vitati ad assistere alle<br />

manifestazioni libiche, venivano dal mondo arabo: 11 dalla Tunisia, 9 dall’Egitto, 4<br />

dall’Algeria, e altrettanti dal Levante, anche se molti di essi erano <strong>in</strong> realtà francofoni. La<br />

partecipazione dei rappresentanti della stampa araba non era stata <strong>in</strong>izialmente prevista, e solo<br />

nel gennaio 1937 Ciano comunicò al m<strong>in</strong>istero delle Colonie e al MSP l’<strong>in</strong>tenzione di<br />

«facilitare la venuta <strong>in</strong> Italia e <strong>in</strong> Libia di comitive e di stranieri simpatizzanti per noi», <strong>in</strong><br />

particolare arabi, al f<strong>in</strong>e di «<strong>in</strong>teressare nel modo più largo tutto il mondo arabo del<br />

Mediterraneo alle nostre realizzazioni <strong>in</strong> Libia e far sì che il viaggio del Duce abbia <strong>in</strong> quei<br />

paesi una vasta risonanza e provochi una duratura ed apprezzabile ripercussione <strong>politica</strong><br />

nell’Islam» 154 . Il loro it<strong>in</strong>erario venne rigidamente prestabilito; essi avrebbero avuto il viaggio<br />

ed il soggiorno pagati dall’Italia, e gli sarebbero stati forniti costantemente i bollett<strong>in</strong>i della<br />

Stefani. Tutto ciò, assieme a qualche sovvenzione, doveva garantire la copertura favorevole<br />

dell’evento. Venne scelto un giornalista per ognuna delle tre città più importanti del Mandato<br />

francese: Taysir Zabiyan al-Kaylani, direttore di al-Jazira di Damasco, ‘Abd al-Qadir al-<br />

Haffar, direttore di al-Jihad di Aleppo, e un <strong>in</strong>viato di al-Bilad di Beirut. Taysir Zabiyan<br />

aveva chiesto di sua <strong>in</strong>iziativa al consolato a Damasco, a febbraio, di potersi recare <strong>in</strong> Libia<br />

come corrispondente. Lo Savio chiese al m<strong>in</strong>istro degli Esteri di aderire alla sua richiesta:<br />

Il Signor Zabian, direttore-proprietario della rivista settimanale <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba “EL GEZIRAH”, da<br />

tempo <strong>in</strong> contatto con questo R. Ufficio, collabora attivamente alla <strong>propaganda</strong> giornalistica <strong>in</strong> questo<br />

paese <strong>in</strong>tesa a chiarire i f<strong>in</strong>i cui tende la nostra <strong>politica</strong> coloniale.<br />

Come ho già riferito egli ha tenuto un atteggiamento giornalistico favorevole alla nostra opera <strong>in</strong> Africa<br />

Orientale [...].<br />

Mi permetto di far presente all’E.V. che accordando al predetto giornalista quanto egli chiede, gli si<br />

darebbe la soddisfazione di pensare che la sua opera di <strong>propaganda</strong> non è stata priva di una certa utilità e<br />

un aiuto economico per le spese di viaggio e di soggiorno <strong>in</strong> Libia basterebbe a compensarlo anche per<br />

l’opera già svolta 155 .<br />

Zabiyan rese un ottimo servizio all’Italia, realizzando un’<strong>in</strong>tervista al “duce” che venne<br />

ampiamente diffusa e commentata nel mondo arabo.<br />

Anche le rappresentanze italiane nel Vic<strong>in</strong>o Oriente vennero co<strong>in</strong>volte nell’organizzazione<br />

propagandistica, con il compito di mobilitare le comunità libiche che risiedevano nelle varie<br />

città arabe. Il MAE ord<strong>in</strong>ò che i consolati riunissero tutti i libici, per esporre loro il significato<br />

della visita di Mussol<strong>in</strong>i, ed illustrare le opere realizzate dagli italiani <strong>in</strong> colonia, e i<br />

provvedimenti di clemenza adottati. Venne stanziata una modesta somma aff<strong>in</strong>ché, per<br />

l’occasione, i consoli adottassero dei provvedimenti <strong>in</strong> favore dei «più bisognosi tra i predetti<br />

nostri sudditi». La somma maggiore per le elargizioni venne assegnata all’Egitto (5.500 Lire),<br />

ma lo stanziamento per il Mandato francese era di poco <strong>in</strong>feriore: 2.000 lire andarono a<br />

Damasco, e 1.500 sia a Beirut che ad Aleppo. Nonostante, <strong>in</strong>fatti, la comunità libica più<br />

numerosa si trovasse <strong>in</strong> Egitto, a Damasco agiva il Comitato di difesa di Tripoli e Barqa, la<br />

152<br />

MAEF, K Afrique, Libye, 26, N° 139, Roma 25 marzo 1937, l’ambasciatore francese a Roma, Blondel, al<br />

m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Delbos<br />

153<br />

ASMAI, Libia, 150/35, F. «Viaggio di S.E. Mussol<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Libia. 1937», Tel. 501161, 16 febbraio 1937<br />

154<br />

ASMAI, Libia, 150/35, F. «Viaggio di S.E. Mussol<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Libia. 1937», Tel. 203149/c, 29 gennaio 1937<br />

155<br />

ASMAI, Libia 150/35, F. “Viaggio di S.E. Mussol<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Libia. 1937”, Tel. 269/42, Damasco 25 gennaio 1937,<br />

Lo Savio al MAE<br />

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