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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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scuola preparatoria a quella superiore, e di collegamento con quella elementare. In tal modo,<br />

sarebbe stato possibile ai giovani <strong>siria</strong>ni svolgere l’<strong>in</strong>tero ciclo di studi, dalla prima<br />

elementare al diploma, all’<strong>in</strong>terno delle scuole italiane 132 . A maggio, <strong>in</strong> una nuova relazione,<br />

Lo Savio precisava ulteriormente la sua idea: la scuola commerciale, nella sua forma attuale,<br />

non offriva nulla agli studenti <strong>siria</strong>ni. Bisognava migliorare <strong>in</strong>nanzitutto la scuola elementare<br />

italiana dei Frati Conventuali, e farne il “seme” della scuola commerciale, imitando gli Stati<br />

Uniti, che fornivano agli studenti un ciclo completo di istruzione, dalle elementari<br />

all’università, che aveva il vantaggio di permettere l’<strong>in</strong>segnamento <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese, e non <strong>in</strong><br />

arabo. La scuola commerciale superiore, <strong>in</strong> questo progetto, avrebbe completato il percorso di<br />

studi italiano, presentandosi come un’alternativa “tecnica” al Liceo <strong>siria</strong>no. I programmi<br />

dovevano essere simili a quelli governativi, <strong>in</strong> modo da permettere agli studenti di sostenere<br />

gli esami per il diploma riconosciuto dalle autorità locali 133 . Tuttavia, l’ambizioso progetto di<br />

Lo Savio venne bocciato per quanto riguardava la sua parte più importante, la creazione della<br />

scuola superiore commerciale, con motivazioni non del tutto chiare, che sembravano <strong>in</strong>dicare<br />

che gli obiettivi del governo italiano erano assai più modesti: «contrariamente al parere<br />

espresso dal predetto R. Console, l’attuale scuola media italiana deve essere f<strong>in</strong>e a sé stessa,<br />

ed essere organizzata <strong>in</strong> modo da poter dare specialmente agli elementi che si dedicano al<br />

commercio, quella limitata cultura tecnica di cui abbisognano». Veniva condivisa soltanto<br />

l’esigenza di migliorare la scuola elementare, e di adeguare il più possibile i programmi della<br />

scuola commerciale alle esigenze locali, facendone una «scuola italiana per <strong>siria</strong>ni» 134 . Nel<br />

febbraio 1937, Lo Savio tornava a sollecitare il miglioramento delle strutture scolastiche<br />

italiane a Damasco. I risultati ottenuti f<strong>in</strong>o a questo momento gli apparivano <strong>in</strong>fatti deludenti<br />

rispetto alle spese sostenute. «Il problema scolastico <strong>in</strong> questo stato data l’esiguità delle nostre<br />

colonie è da considerarsi pr<strong>in</strong>cipalmente <strong>in</strong> funzione del nostro <strong>in</strong>teresse politico e della nostra<br />

espansione culturale e economica <strong>in</strong> questi paesi». L’avvento al potere del governo<br />

nazionalista, assieme al parallelo decl<strong>in</strong>o dell’<strong>in</strong>fluenza francese, dava all’Italia<br />

un’opportunità per accrescere il suo prestigio, tanto più che il governo <strong>siria</strong>no, sebbene<br />

ostacolato dalla Francia, sembrava voler prendere a modello le istituzioni italiane per il<br />

r<strong>in</strong>novamento del paese 135 . Il console avviò delle discussioni con il m<strong>in</strong>istro dell’Istruzione<br />

<strong>siria</strong>no, ‘Abd al-Rahman al-Kayyali, aff<strong>in</strong>ché ai diplomi rilasciati dalla scuola commerciale<br />

italiana fosse riconosciuta la stessa validità di quelli della scuola pubblica 136 . Al-Kayyali era<br />

stato <strong>in</strong> stretti rapporti con il consolato ad Aleppo, prima di divenire m<strong>in</strong>istro, e sembrava<br />

qu<strong>in</strong>di facile giungere a un accordo, ma le cose andarono diversamente.<br />

Nel giro di due anni, <strong>in</strong>fatti, le preoccupazioni di Lo Savio si dimostrarono esatte: il nuovo<br />

console a Damasco, Vittorio Castellani, dovette ammettere il completo fallimento della<br />

scuola. Dopo gli <strong>in</strong>iziali buoni auspici, la scuola commerciale aveva avuto scarso successo,<br />

tanto che Castellani suggeriva semplicemente di «r<strong>in</strong>unciare def<strong>in</strong>itivamente a tale <strong>in</strong>iziativa».<br />

Escludeva anche l’opportunità di sostituire la scuola con un’istituzione diversa, ma di stesso<br />

grado, come una scuola di arti e mestieri, oppure un g<strong>in</strong>nasio scientifico. La prima, <strong>in</strong>fatti,<br />

avrebbe per sua natura attirato studenti delle classi sociali <strong>in</strong>feriori, «quelle cioè ove noi meno<br />

abbiamo <strong>in</strong>teresse di sviluppare la nostra penetrazione culturale e <strong>politica</strong>». Una scuola<br />

dedicata ai giovani delle famiglie più agiate ed autorevoli rischiava <strong>in</strong>vece di essere poco<br />

frequentata, per la concorrenza delle numerose scuole simili francesi ed arabe: «l’esempio<br />

delle nostre scuole di Beirut <strong>–</strong> ove tuttavia l’ambiente offre ben maggiori possibilità <strong>–</strong> è<br />

quanto mai istruttivo». Tentativi <strong>in</strong> una di queste due direzioni non sarebbero stati <strong>in</strong>utili, ma<br />

132<br />

ASMAE, AP, Siria 15, Tel. 693/106, Damasco 29 febbraio 1936, Lo Savio al MAE<br />

133<br />

ASMAE, AP, Siria 15, Tel 1371/239, Damasco 11 maggio 1936, Lo Savio al MAE<br />

134<br />

ASMAE, AP, Siria 15, Tel. 221183/1056, “Appunto per la Dir.ne Gen.le Italiani all’Estero”, Roma 23 giugno<br />

1936, f.to Guarnaschelli<br />

135<br />

ASMAE, AP, Siria 19, Tel. 353/54, Damasco 2 febbraio 1937, Lo Savio al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Ciano<br />

136<br />

ASMAE, AP, Siria 19, Tel. 671/105, Damasco 6 marzo 1937, Lo Savio al MAE<br />

205

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