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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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Il “Partito Popolare Siriano” 109 era probabilmente l’unico movimento politico, all’<strong>in</strong>terno<br />

del Mandato, per il quale si può parlare a ragione di “fascismo”, o perlomeno di tendenze<br />

fasciste 110 . Ma il suo leader Antun Sa‘ada, nonostante fosse sarcasticamente chiamato “il<br />

piccolo fuhrer”, negava di condividere l’ideologia <strong>fascista</strong> o nazista, e ancor più di avere dei<br />

rapporti diretti con i governi italiano o tedesco. L’attività segreta del partito, che era stato<br />

fondato a Beirut nel <strong>1932</strong> 111 , era stata scoperta dalle autorità verso la f<strong>in</strong>e del 1935, e Sa‘ada<br />

era stato processato e condannato, assieme ai suoi pr<strong>in</strong>cipali collaboratori, nel gennaio 1936.<br />

Nonostante fosse stato dichiarato fuori legge, il partito aveva proseguito l’attività e l’opera di<br />

proselitismo, suscitando come reazione una campagna di stampa contro i pr<strong>in</strong>cipi fascisti, su<br />

al-Rabita e al-Masa’. Per tutta risposta, il direttore del primo giornale era stato vittima di un<br />

tentato omicidio, e il direttore del secondo era stato anch’egli aggredito e ferito, <strong>in</strong> casa<br />

propria, ad opera di un gruppo terroristico che si era formato all’<strong>in</strong>terno del partito 112 . Le<br />

autorità francesi, e gran parte della stampa, ritenevano che l’Italia sostenesse l’attività del<br />

PPS; tuttavia i rapporti fra Sa‘ada e il Consolato italiano non vennero mai provati, nel corso<br />

delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i e del processo. Secondo i francesi, un avvocato era stato mandato da lui, mentre<br />

era <strong>in</strong> prigione, per accertarsi che dei documenti compromettenti per gli italiani non cadessero<br />

nelle mani delle autorità. Dopo la scarcerazione, Sa‘ada era andato ad abitare <strong>in</strong> un<br />

appartamento che non avrebbe potuto permettersi con le sue entrate ufficiali 113 . Ma si trattava<br />

di esili <strong>in</strong>dizi, e non era stata trovata alcuna evidenza neppure del fatto che Shakib Arslan<br />

avesse <strong>in</strong>coraggiato l’attività del partito. I documenti r<strong>in</strong>venuti durante l’<strong>in</strong>chiesta<br />

dimostravano solamente che vi erano state delle trattative fra il PPS, Shahbandar, e i<br />

nazionalisti <strong>siria</strong>ni; anche se il Blocco Nazionale <strong>siria</strong>no aveva <strong>in</strong> seguito ufficialmente<br />

condannato i pr<strong>in</strong>cipi del PPS 114 , anche per pararsi da ogni possibile accusa da parte della<br />

Francia.<br />

Il consolato italiano a Beirut aveva smentito ufficialmente di avere avuto dei rapporti con<br />

Sa‘ada e la sua organizzazione, ma <strong>in</strong> realtà De Cicco lo aveva <strong>in</strong>contrato diverse volte. Come<br />

riferì al MAE, i dirigenti del PPS si erano messi <strong>in</strong> contatto con lui, qualche tempo prima,<br />

«dichiarando la loro perfetta adesione al Fascismo italiano e chiedendo di poter contare<br />

sull’aiuto dell’Italia per lo sviluppo della loro azione futura». Il console, <strong>in</strong> attesa di valutare<br />

l’effettiva ampiezza e serietà del movimento, si era tenuto <strong>in</strong>izialmente sul vago, limitandosi<br />

ad esprimere <strong>in</strong> modo generico la simpatia dell’Italia per le aspirazioni arabe. Ma ben presto<br />

si conv<strong>in</strong>se «non solo della fede di questi giovani, della loro volontà ferma di creare un ord<strong>in</strong>e<br />

sociale morale e politico nuovo nella Siria, ma anche della loro serietà e della serietà del loro<br />

movimento, nonché di un s<strong>in</strong>cero spirito di attaccamento all’Italia». Secondo De Cicco,<br />

109 Ho usato qui la denom<strong>in</strong>azione che si trova nei documenti italiani. I francesi si riferivano generalmente al<br />

partito con il nome di Parti Populaire Syrien, ma la sua denom<strong>in</strong>azione orig<strong>in</strong>aria <strong>in</strong> arabo era al-Hizb al-Suri al-<br />

Qawmi, Partito Nazionale Siriano. Nel 1947 venne aggiunto l’aggettivo “sociale”, e il partito assunse il nome di<br />

al-Hizb al-Suri al-Qawmi al-Ijtima‘i, per cui viene solitamente <strong>in</strong>dicato nel mondo anglosassone come Syrian<br />

Social Nationalist Party (SSNP): cfr. Labib Zuwiyya Yamak, The Syrian Social Nationalist Party. An<br />

Ideological Analysis, Harvard University Press, Cambridge 1969, p. 167<br />

110 Il SSNP, secondo Daniel Pipes, aveva aff<strong>in</strong>ità ideologiche con il fascismo, ad esempio l’<strong>in</strong>sistenza sulla razza<br />

e il misticismo nazionalista. Tuttavia, le “qualità fasciste” del partito si dimostrarono piuttosto accessorie, dato<br />

che, entro il 1970, e senza particolari scossoni, il SSNP si era posizionato <strong>politica</strong>mente a s<strong>in</strong>istra, tanto da essere<br />

considerato da alcuni addirittura marxista: Daniel Pipes, “Radical Politics and the Syrian Social Nationalist<br />

Party”, <strong>in</strong> International Journal of Middle East Studies, Vol. 20, n. 3, 1988, p. 304 e p. 310<br />

111 Raghid el-Solh, Lebanon and Arabism. National Identity and State Formation, I.B. Tauris, London 2004, p.<br />

31<br />

112 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 703, Beirut 10 luglio 1936, il delegato generale, Meyrier, al m<strong>in</strong>istro degli<br />

Esteri, Delbos<br />

113 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 603, Beirut 5 giugno 1936, il delegato generale, Meyrier, al m<strong>in</strong>istro degli<br />

Esteri, Delbos<br />

114 CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 703, Beirut 10 luglio 1936, il delegato generale, Meyrier, al m<strong>in</strong>istro degli<br />

Esteri, Delbos<br />

199

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