politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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attraverso grandi fotografie e brevi didascalie. Furono qu<strong>in</strong>di, spesso, gli stessi arabi a<br />
prendere l’<strong>in</strong>iziativa, chiedendo dei materiali più consistenti sul fascismo. Nel marzo 1936,<br />
Haydar Mardam, cug<strong>in</strong>o di Jamil Mardam, chiese a Lo Savio «delle pubblicazioni<br />
sull’organizzazione del P.N.F. e sulle trasformazioni che esso ha apportato nei vari campi<br />
della attività nazionale, onde creare degli organismi simili <strong>in</strong> Siria» 98 . A dicembre, il console<br />
scrisse personalmente ad Alessandr<strong>in</strong>i, al M<strong>in</strong>culpop, per avere delle opere sull’ideologia e le<br />
attività del regime <strong>–</strong> sistema corporativo, assistenza sanitaria, associazioni giovanili, ecc. <strong>–</strong><br />
perché il suo ufficio non era <strong>in</strong> grado di rispondere alle cont<strong>in</strong>ue richieste di materiali, che<br />
venivano da <strong>siria</strong>ni, ma anche da francesi 99 . Alessandr<strong>in</strong>i rispose <strong>in</strong>viandogli 65 volumi sugli<br />
argomenti richiesti, dei quali 25 erano <strong>in</strong> italiano (e qu<strong>in</strong>di praticamente <strong>in</strong>utili), i restanti <strong>in</strong><br />
francese, e nessuno <strong>in</strong> arabo 100 . Mentre si trovavano a Roma, di ritorno dal viaggio <strong>in</strong> Libia, il<br />
direttore di al-Jazira, Taysir Zabiyan al-Kaylani, e il redattore di al-Bilad Faiek (Fa’iq?) al-<br />
Khuri, avevano richiesto direttamente alla Direzione Generale della Stampa Estera di ricevere<br />
regolarmente delle pubblicazioni di <strong>propaganda</strong> sulle realizzazioni del fascismo 101 . Ciò vuol<br />
dire che gli italiani non avevano pensato da sé di fornirgliele, nonostante la notevole attività<br />
pro-<strong>fascista</strong> svolta dai due giornali.<br />
Anche se il fascismo poteva fornire un importante esempio di efficienza organizzativa e<br />
<strong>politica</strong>, le “camicie di ferro” rifiutarono sempre, e con decisione, qualsiasi affiliazione o<br />
debito ideologico verso di esso. Nel settembre 1936, durante la loro prima manifestazione<br />
ufficiale, il Segretario Generale, Munir al-‘Ajlani, dichiarò nel suo discorso d’apertura: «le<br />
camice [sic] di ferro non sono delle organizzazioni fasciste o naziste. Il loro solo obiettivo è<br />
l’emancipazione della massa e l’organizzazione dell’ord<strong>in</strong>e» 102 . Prese di distanza simili<br />
comparivano anche sulla stampa che simpatizzava per il movimento. Su Alif Ba’, Yusuf al-<br />
‘Isa commentava l’evento, dapprima esaltando il modello organizzativo creato da Mussol<strong>in</strong>i,<br />
e seguito da Hitler, che si basava su raggruppamenti di giovani compatti e discipl<strong>in</strong>ati. I<br />
giovani arabi, un tempo dispersi e privi di regole e ideali, seguendo l’esempio <strong>fascista</strong><br />
marciavano ora uniti verso il proprio obiettivo. Sottol<strong>in</strong>eava però, subito dopo, che le<br />
“camicie di ferro” «hanno seguito nelle loro organizzazioni il sistema delle Camice Italiane e<br />
Tedesche, ma il loro ideale è più alto e la loro azione più cara e proficua» 103 . Il giornale al-<br />
Sha‘b si sp<strong>in</strong>se oltre: «il Fascismo ed il Nazismo non hanno luogo di esistere da noi. le<br />
Camice [sic] di Ferro sono qu<strong>in</strong>di, malgrado le apparenze, organizzazioni democratiche<br />
perché la natura del paese necessita la democrazia» 104 . Particolarmente significativo ci sembra<br />
un articolo comparso su al-Shabab, perché firmato da ‘Abd al-Rahman al-Kayyali, pr<strong>in</strong>cipale<br />
esponente del Blocco ad Aleppo, e considerato dai francesi come un simpatizzante dell’Italia<br />
<strong>fascista</strong> 105 :<br />
98 ASMAE, AP, Siria 15, Tel. 893/138, Damasco 23 marzo 1936, Lo Savio al MAE<br />
99 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 199, F. “1937. Invio pubblicazioni <strong>in</strong> Siria”, Damasco 14 dicembre 1936, Lo<br />
Savio ad Alessandr<strong>in</strong>i<br />
100 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 199, F. “1937. Invio pubblicazioni <strong>in</strong> Siria”, Tel. 900327/63, Roma 12 gennaio<br />
1937, Alessandr<strong>in</strong>i a Lo Savio<br />
101 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B. 199, F. “1937. Invio pubblicazioni <strong>in</strong> Siria”, Nota manoscritta firmata “F.”; Tel.<br />
998575/1163, 2(?) luglio 1937, Tommasi al consolato a Beirut; e Tel. 909791/1326, 27 luglio 1937, Tommasi al<br />
consolato a Damasco<br />
102 ASMAE, AP, Siria 13, Tel. 2458/439, Damasco 21 settembre 1936, il vice console reggente al MAE<br />
103 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1936”, Sf. “Camicie di ferro”, Tel. 2464/440, Damasco 21<br />
settembre 1936, il vice console reggente al MAE, da Alif Ba’, 19 settembre<br />
104 ASMAE, AP, Siria 13, Tel. 2504, Damasco 26 settembre 1936, Rassegna stampa, da al-Sha‘b, 23 settembre<br />
1936<br />
105 Al-Kayyali era effettivamente <strong>in</strong> rapporti cordiali con il consolato italiano ad Aleppo. Era stato lui, <strong>in</strong>oltre, a<br />
sponsorizzare la creazione della sezione alepp<strong>in</strong>a delle Camicie di Ferro: E. Thompson, Colonial Citizens, cit., p.<br />
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