politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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successo nella modernizzazione nazionale; anzi, per ovvi motivi legati all’aff<strong>in</strong>ità culturale ed<br />
alle similitud<strong>in</strong>i fra paesi non occidentali, personaggi come Atatürk o Reza Shah Pahlavi<br />
costituivano dei modelli ben più attraenti di Hitler o Mussol<strong>in</strong>i 89 . Questi movimenti pseudofascisti<br />
sorsero un po’ ovunque nel Vic<strong>in</strong>o Oriente, talvolta <strong>in</strong> seno a partiti politici già<br />
esistenti, e pers<strong>in</strong>o, nel caso di al-Futuwwa <strong>in</strong> Iraq, come organizzazione di stato 90 . A<br />
Damasco nacquero le “camicie di ferro”, legate al Blocco nazionalista, presto seguite dalle<br />
“camicie grigio-cenere”, espressione della Lega d’Azione Nazionale, un movimento di<br />
opposizione <strong>in</strong>transigente al Blocco. Ad Aleppo furono fondate le “camicie bianche”<br />
cristiane, dietro alle quali molti musulmani pensavano si celasse un tentativo della Francia di<br />
alimentare le divisioni confessionali, al f<strong>in</strong>e di prolungare il suo mandato 91 . Anche il Libano<br />
aveva visto la nascita di formazioni analoghe, come le “falangi” cristiane (al-Kata’ib), nate<br />
durante gli scontri del novembre 1936, seguiti alla firma del trattato franco-libanese 92 ; e la<br />
Najjada musulmana, fondata all’<strong>in</strong>circa un anno dopo 93 , e legata agli scout musulmani di<br />
Muhyi al-D<strong>in</strong> al-Nusuli, l’editore del quotidiano Bayrut 94 .<br />
Le “camicie di ferro” costituiscono un ottimo esempio, per illustrare gli aspetti più<br />
importanti dell’<strong>in</strong>fluenza ideologica del fascismo sul nazionalismo arabo. Esse nacquero come<br />
espressione organizzata della gioventù all’<strong>in</strong>terno del Blocco Nazionale, <strong>in</strong> maniera non<br />
dissimile da quanto avvenne con le “camicie azzurre” egiziane, legate al Wafd.<br />
Nell’organizzazione e nelle forme esteriori, come le divise e il saluto, identico a quello<br />
romano, esse att<strong>in</strong>gevano a piene mani dall’esempio italiano e tedesco. Dal fascismo presero<br />
anche diversi aspetti ben poco edificanti, <strong>in</strong> particolare i metodi di <strong>in</strong>timidazione squadristici,<br />
come la somm<strong>in</strong>istrazione dell’olio di ric<strong>in</strong>o agli oppositori politici 95 . Il loro promotore era<br />
Fakhri al-Barudi, uno dei nazionalisti <strong>siria</strong>ni più <strong>in</strong>transigenti, il quale dirigeva anche l’ufficio<br />
di <strong>propaganda</strong> del Blocco. Nel gennaio 1937, Fakhri al-Barudi ricevette, probabilmente <strong>in</strong><br />
seguito ad una sua esplicita richiesta, una serie di testi riguardanti l’educazione nazionale <strong>in</strong><br />
Italia. Con una lettera di r<strong>in</strong>graziamento, espresse il desiderio di ricevere delle copie <strong>–</strong><br />
possibilmente <strong>in</strong> francese <strong>–</strong> dei discorsi di Mussol<strong>in</strong>i, per la biblioteca della sua «giovane<br />
istituzione, che ha come compito di fornire alla gioventù araba un domani ricco di idee e<br />
dottr<strong>in</strong>e moderne» 96 . Le opere richieste gli vennero <strong>in</strong>viate rapidamente 97 . L’<strong>in</strong>teresse verso il<br />
fascismo e gli strumenti che esso poteva offrire al nazionalismo <strong>siria</strong>no non era, dunque, del<br />
tutto superficiale. Né al-Barudi costituiva un caso isolato, poiché anzi i rappresentanti italiani<br />
rimasero spiazzati dalle frequenti richieste di pubblicazioni sul fascismo. Il MSP, poi<br />
M<strong>in</strong>culpop, non aveva dato importanza alcuna alla <strong>propaganda</strong> ideologica, preferendo la<br />
diffusione di pubblicazioni che illustravano le realizzazioni del regime, <strong>in</strong> Italia e <strong>in</strong> colonia,<br />
89 Ivi, pp. 34-37<br />
90 Ivi, pp. 88-90<br />
91 ASMAE, AP, Siria 13, Tel 2247/404, Damasco 29 agosto 1936, Lo Savio al MAE, e Tel. 1479/336, Aleppo 24<br />
agosto 1936, il consolato ad Aleppo al MAE<br />
92 Sulle vicende storiche e l’ideologia di al-Kata’ib, cfr. John P. Entelis, “Party Transformation <strong>in</strong> Lebanon: Al-<br />
Kata’ib as a Case Study”, <strong>in</strong> Middle Eastern Studies, Vol. 9, n. 3, 1973; Id., “Belief-System and Ideology<br />
Formation <strong>in</strong> the Lebanese Kata’ib Party”, <strong>in</strong> International Journal of Middle East Studies, Vol. 4, n. 2, 1973.<br />
Riferito solamente al periodo post-bellico è <strong>in</strong>vece Frank Stoakes, “The Supervigilantes: The Lebanese Kataeb<br />
Party as a Builder, Surrogate and Defender of the State”, <strong>in</strong> Middle Eastern Studies, Vol. 11, n. 3, 1975<br />
93 K. M. Firro, Invent<strong>in</strong>g Lebanon, cit., p. 172<br />
94 M. Zamir, Lebanon’s Quest, cit., p. 234<br />
95 M. G. Fry and I. Rab<strong>in</strong>ovich, Despatches from Damascus, cit., p. 160<br />
96 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1936”, Sf. “Camicie di Ferro”, Tel. 207682/218, Roma 8 marzo<br />
1937, il MAE al MSP, e lettera allegata di Fakhri al-Barudi al consolato italiano a Damasco del 6 febbraio 1937.<br />
La “giovane istituzione” era l’Ufficio Nazionale Arabo per la Ricerca e l’Informazione, che al-Barudi aveva<br />
fondato a Damasco nel 1934, col compito di diffondere la <strong>propaganda</strong> nazionalista del Blocco: P. S. Khouri,<br />
Syria and the French Mandate, cit., p. 276<br />
97 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1936”, Sf. “Camicie di Ferro”, Tel. 903126/171, Roma 12 marzo<br />
1937, Geisser Celesia al MAE