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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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194<br />

La situazione era analoga <strong>in</strong> Siria, dove i risultati colloqui dei consoli italiani con esponenti<br />

politici locali, del Blocco <strong>in</strong> particolare, si esaurivano <strong>in</strong> cordiali dichiarazioni di simpatia, e<br />

sterili auspici di una futura collaborazione franco-<strong>siria</strong>na. A partire dal 1936, e soprattutto<br />

dopo che andarono al potere, i nazionalisti del Blocco avevano ben poco <strong>in</strong>teresse ad<br />

<strong>in</strong>imicarsi la Francia, e il loro atteggiamento verso l’Italia si fece molto più freddo. Gli unici<br />

disposti ad appoggiare l’Italia erano gli “estremisti”, ovvero tutti quei gruppi nazionalisti<br />

<strong>in</strong>transigenti che si opponevano al trattato, ed erano ostili al governo di Jamil Mardam; i<br />

francesi, come abbiamo appena visto, erano perfettamente consci di questa situazione. Lo<br />

Savio <strong>in</strong>contrò Jamil Mardam dopo la sua nom<strong>in</strong>a a Capo del Governo, felicitandosi con lui e<br />

osservando che aveva dimostrato «di voler dirigere la Nazione con fermezza ed autorità».<br />

Mardam accennò sorridendo alle dichiarazioni fatte alla camera da un giovane deputato, che<br />

aveva denunciato il rischio di un regime dittatoriale, ed affermò: «se la dittatura è voluta dal<br />

popolo perché dovrebbe essere un male?». Per Lo Savio era un <strong>in</strong>vito a nozze: «non ho<br />

lasciato perdere quest’occasione per dirgli che ero contento di poter constatare che le sue<br />

concezioni democratiche erano a quelle che <strong>in</strong>spirano la <strong>politica</strong> <strong>fascista</strong> e qu<strong>in</strong>di vedevo<br />

come egli non condividesse l’assurdo modo di giudicare il nostro regime, il più idealmente<br />

democratico ed ho aggiunto che da questa identità di concetti non poteva non affermarsi e<br />

consolidarsi la reciproca simpatia f<strong>in</strong>ora esistita fra il popolo italiano e quello <strong>siria</strong>no».<br />

L’impressione di Lo Savio era che Mardam «volesse mostrare simpatia e riconoscenza per<br />

l’attitud<strong>in</strong>e amichevole avuta dall’Italia <strong>in</strong> appoggio alle aspirazioni <strong>siria</strong>ne». Ciò, nonostante<br />

il Blocco avesse ultimamente assunto un’attitud<strong>in</strong>e di riserbo verso l’Italia, derivante «dal<br />

desiderio di non allarmare la Potenza Mandataria cui avrebbero potuto spiacere relazioni con<br />

noi troppo cordiali». Anche prima di <strong>in</strong>viare la loro delegazione a Parigi, i membri del Blocco<br />

non si erano mai voluti esporre, ed avevano tenuto i contatti, con i rappresentanti delle<br />

Potenze straniere che consideravano amiche, quasi esclusivamente attraverso degli<br />

<strong>in</strong>termediari 82 .<br />

6.4 - La “fasc<strong>in</strong>azione” per il fascismo <strong>in</strong> Siria e Libano<br />

La questione dei rapporti fra i rappresentanti italiani e quei partiti e movimenti locali che,<br />

<strong>in</strong> maniera più o meno esplicita, si ispiravano all’ideologia o al modello organizzativo<br />

<strong>fascista</strong>, merita una trattazione a parte. Essa tocca <strong>in</strong>fatti un problema <strong>in</strong>terpretativo che<br />

riguarda, <strong>in</strong> maniera generale, l’<strong>in</strong>fluenza delle ideologie e dei sistemi totalitari al di fuori<br />

dell’Europa, non solo nel mondo arabo. Il dibattito, ripreso anche di recente da studi che<br />

analizzano <strong>in</strong>fluenze e rapporti del nazismo e fascismo con la <strong>politica</strong> e gli <strong>in</strong>tellettuali del<br />

mondo arabo, ha tentato soprattutto di stabilire l’estensione e la reale profondità dell’<strong>in</strong>fluenza<br />

nazi-<strong>fascista</strong> su partiti, movimenti, <strong>in</strong>tellettuali che sembrarono conquistati dalle nuove<br />

ideologie di estrema destra. La conclusione sembra essere che essa fu circoscritta ad ambienti<br />

abbastanza ristretti, i quali <strong>in</strong>oltre non fecero proprie le ideologie europee nella loro totalità,<br />

ma le rielaborarono assorbendone selettivamente gli elementi che ritennero più adatti alla<br />

situazione socio-culturale dei loro paesi, e più utili agli scopi politici che essi si<br />

prefiggevano 83 .<br />

82 ASMAE, AP, Siria 16, Tel. 33/4, Damasco 5 gennaio 1937, Lo Savio al MAE<br />

83 A questa conclusione erano giunti già Miloš Mendel e Zdenĕk Müller, “Fascist tendencies <strong>in</strong> the Levant <strong>in</strong> the<br />

1930s and <strong>1940</strong>s”, <strong>in</strong> Archìv Orientàlnì 1, vol. 55/1987. Fra le opere più recenti che hanno analizzato i rapporti<br />

fra i politici ed <strong>in</strong>tellettuali del mondo arabo e l’ideologia <strong>fascista</strong> e nazista, cfr. P. Wien, Iraqi Arab<br />

Nationalism, cit.; G. Nordbruch, Nazism <strong>in</strong> Syria and Lebanon, cit.; I Gershoni and J. Jankowski, Confront<strong>in</strong>g<br />

Fascism <strong>in</strong> Egypt, cit.; H. Erlich, “Periphery and Youth”, cit.

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