politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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tra gli arabi 50 . Il primo articolo denunciava il tentativo dell’Italia di presentarsi come una<br />
potenza benevola, e come «la prima protettrice, <strong>in</strong> questo secolo, della religione musulmana»,<br />
e auspicava la massima severità delle autorità contro gli arabi che diffondevano tale<br />
<strong>propaganda</strong>. «L’unica benevolenza che chiediamo nel ventesimo secolo per i musulmani e gli<br />
arabi sia della Libia, dell’Eritrea che dell’Etiopia, è che l’Italia si ritiri da detti paesi e li lasci<br />
<strong>in</strong> pace», era la conclusione, sottol<strong>in</strong>eata dal vice console con vari punti esclamativi. Il<br />
secondo articolo si scagliava <strong>in</strong>vece contro alcuni giovani giornalisti che si erano fatti<br />
strumento della <strong>propaganda</strong> italiana, e rimproverava i s<strong>in</strong>dacati della stampa, il governo<br />
<strong>siria</strong>no, nonché i loro genitori (!), di non fare nulla per impedirlo.<br />
Grazie ai rapporti di Navarr<strong>in</strong>i, abbiamo un quadro abbastanza preciso dei contatti fra il<br />
consolato ed i giornali di Aleppo. Nel marzo 1937, il consolato italiano sussidiava al-Waqt e<br />
al-Jihad, ma il primo dei due scriveva articoli filo-italiani anche di sua spontanea <strong>in</strong>iziativa.<br />
Al-Nazir, di recente comparsa, aveva com<strong>in</strong>ciato subito ad attaccare l’Italia, con il preciso<br />
<strong>in</strong>tento, secondo il console, di essere contattato e sussidiato. Navarr<strong>in</strong>i aveva <strong>in</strong>fatti chiamato<br />
il suo direttore, sottoscritto un abbonamento, e promesso dei sussidi. Similmente, aveva<br />
convocato anche Victor Gurulli (nei documenti francesi <strong>in</strong>dicato, con una grafia<br />
probabilmente più corretta, come “Kurenli”), direttore di al-Taqaddum, quotidiano molto letto<br />
e legato al consolato <strong>in</strong>glese, facendogli capire che era suo desiderio «aiutare il giornale». Il<br />
direttore aveva detto di non volere sussidi, ma che avrebbe gradito dei biglietti gratuiti per sé<br />
e sua moglie, per visitare l’Italia. Gli altri due giornali <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba, al-Nahda e al-Shahba’,<br />
erano favorevoli; per quanto riguardava la stampa <strong>in</strong> francese, L’Eclair du Nord era sussidiato<br />
dal consolato, mentre il Courrier de Syrie era ostile, essendo l’organo dei circoli filomandatari.<br />
Nonostante le pressioni sempre maggiori delle autorità francesi, che avevano<br />
recentemente m<strong>in</strong>acciato i giornali di sospensione, se avessero scritto articoli anche solo<br />
vagamente ostili a Francia e Gran Bretagna, secondo Navarr<strong>in</strong>i la situazione era buona, e «con<br />
qualche lieve sacrifizio f<strong>in</strong>anziario» tutta la stampa di Aleppo poteva divenire favorevole, o<br />
almeno non ostile all’Italia. Il console affermava <strong>–</strong> per quanto sia impossibile valutare<br />
l’attendibilità del dato <strong>–</strong> che il 90% dei cristiani adulti, e il 50% dei musulmani, leggevano o<br />
si facevano leggere i giornali, <strong>in</strong> base ai quali poi formavano la propria op<strong>in</strong>ione; la<br />
<strong>propaganda</strong> sulla stampa era qu<strong>in</strong>di di grande importanza 51 . Alla f<strong>in</strong>e dell’anno, Navarr<strong>in</strong>i era<br />
pienamente soddisfatto: non solo la stampa sussidiata era completamente ligia ai voleri<br />
italiani, ma anche al-Taqaddum e al-Nazir, un tempo decisamente ostili, si erano astenuti<br />
negli ultimi mesi da qualsiasi «accenno malevolo» all’Italia. Ciò era probabilmente dovuto al<br />
fatto che il console aveva <strong>in</strong>vitato più volte i direttori dei due giornali, assieme alle rispettive<br />
famiglie, alle feste organizzate alla Casa d’Italia, colmandoli di attenzioni e premure. I sussidi<br />
alla stampa alepp<strong>in</strong>a erano ripartiti nel modo seguente: 400 franchi mensili (20 L.S.) ad al-<br />
Waqt, 300 (15 L.S.) a al-Jihad, 200 (10 L.S.) a L’Eclair du Nord, 150 bimestrali (7,5 L.S.) ad<br />
al-Shahba’, e 1.000 (50 L.S.) per l’ultimo trimestre dell’anno a al-Shabab. In totale si trattava<br />
di poco meno di 12.000 franchi annui, pari a 600 L.S, ovvero all’<strong>in</strong>circa 9.300 Lire italiane (al<br />
cambio medio del 1937). L’aumento del prezzo della carta aveva sp<strong>in</strong>to però tutti i giornali a<br />
premere per un leggero aumento delle sovvenzioni. Navarr<strong>in</strong>i chiedeva qu<strong>in</strong>di altri 3.000<br />
Franchi, con i quali aumentare a 600 franchi il sussidio per al-Waqt, e com<strong>in</strong>ciare a<br />
corrispondere regolarmente 300 franchi mensili anche ad al-Shabab 52 . Le sovvenzioni italiane<br />
erano modeste, ben più di quanto sospettassero i francesi, e tali da garantire il sostegno della<br />
stampa solamente f<strong>in</strong>ché non vi era alcuna seria concorrenza. Quando, all’<strong>in</strong>izio del 1939, le<br />
autorità francesi ripresero a pagare i giornali <strong>siria</strong>ni, con cifre che ad esempio, a Damasco,<br />
50 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1936”, Sf. “Invio materiale <strong>propaganda</strong> <strong>in</strong> Siria”, Tel. 1564/358 da<br />
Aleppo, senza data (successivo al 7 settembre e registrato il 23), Tonci, al MAE<br />
51 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 442, Aleppo 29 marzo 1937, Navarr<strong>in</strong>i al MSP<br />
52 ASMAE, AP, Siria 19, Tel. 1899, Aleppo 11 dicembre 1937, Navarr<strong>in</strong>i al M<strong>in</strong>culpop<br />
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