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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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178<br />

5.8 - Nuovi timori per il trattato franco-<strong>siria</strong>no<br />

Le manifestazioni di protesta e lo sciopero generale costr<strong>in</strong>sero, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, i francesi a riaprire<br />

le trattative con i <strong>siria</strong>ni, per porre f<strong>in</strong>e al Mandato. Il Blocco Nazionale <strong>in</strong>viò una delegazione<br />

a Parigi per <strong>in</strong>iziare i colloqui, e il suo prestigio si risollevò enormemente; esso si era<br />

dimostrato l’unica forza <strong>politica</strong> <strong>in</strong> grado di rappresentare e mobilitare la popolazione<br />

<strong>siria</strong>na 190 . La questione del futuro del Mandato francese, come già aveva dimostrato la<br />

campagna contro il trattato nel 1933-34, era considerata di <strong>in</strong>teresse primario dal governo<br />

italiano, date le sue ambizioni di espansione nel Levante. Le idee su quale fosse la soluzione<br />

migliore per l’Italia erano, però, tutt’altro che chiare. De Cicco, <strong>in</strong>izialmente, propose di<br />

<strong>in</strong>coraggiare i <strong>siria</strong>ni a chiedere un trattato sul modello anglo-iracheno, che non costituiva la<br />

soluzione ideale dal punto di vista italiano, ma era pur sempre un primo passo verso la<br />

completa <strong>in</strong>dipendenza 191 . In un promemoria successivo, però, si mostrò assai dubbioso. Il<br />

trattato <strong>in</strong> progetto, che mutilava la Siria rendendone impossibile la sopravvivenza economica,<br />

a lungo term<strong>in</strong>e era dest<strong>in</strong>ato ad acuirne i contrasti con la Francia, e qu<strong>in</strong>di a favorire,<br />

teoricamente, la posizione italiana. D’altra parte, l’Italia poteva ottenere risultati assai più<br />

immediati, mantenendo la Siria «<strong>in</strong> uno stato di accresciuto fermento», e sabotando la<br />

conclusione del trattato <strong>in</strong> ogni modo possibile: sollevando obiezioni giuridiche, ribadendo<br />

l’<strong>in</strong>divisibilità del Mandato, <strong>in</strong>coraggiando l’opposizione di Subhi Barakat e delle correnti più<br />

<strong>in</strong>transigenti del nazionalismo <strong>siria</strong>no. Nel Libano, dest<strong>in</strong>ato a f<strong>in</strong>ire def<strong>in</strong>itivamente <strong>in</strong> mano<br />

francese, vi era <strong>in</strong>vece una sola direzione <strong>in</strong> cui agire: «sostenere con ogni mezzo il Patriarca<br />

Maronita», sia moralmente, impedendo che il Vaticano ne sconfessasse l’attività, sia<br />

materialmente. Monsignor ‘Arida, <strong>in</strong>fatti, era ai ferri corti con l’Alto Commissario, e,<br />

travalicando i suoi compiti puramente spirituali, sosteneva apertamente l’<strong>in</strong>dipendenza di<br />

Libano e Siria 192 . Incoraggiando la sua opposizione, si sarebbero potute complicare le<br />

trattative franco-<strong>siria</strong>ne, legandole a trattative analoghe con il Libano, e scongiurando così il<br />

mantenimento del protettorato francese su di esso 193 . Guarnaschelli, della Direzione Generale<br />

Affari Politici, sposò <strong>in</strong> pieno questa l<strong>in</strong>ea: bisognava impedire ad ogni costo lo stabilimento<br />

di un «protettorato larvato» su Siria e Libano attraverso il trattato, <strong>in</strong>coraggiando le correnti<br />

ostili al compromesso. Per fare ciò, vi erano tre direttrici d’azione: Innanzitutto, si poteva<br />

conv<strong>in</strong>cere Ibn Saud a <strong>in</strong>tervenire di persona sui nazionalisti <strong>siria</strong>ni, facendogli notare che il<br />

trattato franco-<strong>siria</strong>no andava contro i suoi ideali panarabi. Bisognava poi <strong>in</strong>coraggiare<br />

l’attività del Patriarca ‘Arida, che reclamava l’<strong>in</strong>dipendenza completa di Siria e Libano.<br />

Poiché i francesi, per conv<strong>in</strong>cere il Patriarca a mutare atteggiamento, gli avevano sospeso il<br />

sussidio di 400.000 Franchi annui, l’Italia avrebbe potuto concedergli una somma di almeno<br />

100.000 Franchi, per non farlo desistere 194 . Una spesa di 100.000 Lire per sussidiare il<br />

Patriarca fu effettivamente approvata dal MAE, nel mese di marzo 195 . Inf<strong>in</strong>e, bisognava<br />

cercare di <strong>in</strong>fluenzare direttamente la Delegazione <strong>siria</strong>na a Parigi, <strong>in</strong>viando <strong>in</strong> Francia l’ex<br />

console a Damasco, Casto Caruso. Il segretario della Delegazione, presieduta da Hashim al-<br />

Atasi, era il figlio di quest’ultimo, Adnan. Adnan al-Atasi era <strong>in</strong> ottimi rapporti con l’ex<br />

190 P. S. Khoury,, Syria and the French Mandate, cit., p. 462<br />

191 ASMAE, AP, Siria 13, F.2, Tel. 8/6, Beirut 4 febbraio 1936, De Cicco al MAE<br />

192 Vedi il Cap. 6, pp. 214-218<br />

193 ASMAE, AP, Siria 13, F.2, “Pro Memoria sulla situazione <strong>siria</strong>na”, senza data, f.to De Cicco<br />

194 ASMAE, AP, Siria 13, F.2, “Relazione a S.E. il Sottosegretario di Stato”, Roma 28 marzo 1936, f.to<br />

Guarnaschelli<br />

195 ASMAE, AP, Siria 13, F.2, 4551, “Segreto. Appunto per la Direzione Generale Affari Politici. Ufficio III”,<br />

Roma 31 marzo 1936

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