03.06.2013 Views

politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

constatazione della nostra forza, forse per il conv<strong>in</strong>cimento che il nazionalismo <strong>siria</strong>no possa<br />

avvantaggiarsi, <strong>in</strong> questo momento, dell’amicizia italiana» 186 .<br />

Caruso si vantava di essere riuscito, nel periodo <strong>in</strong> cui era stato console a Damasco, a<br />

modificare radicalmente l’atteggiamento dei nazionalisti. Li aveva conv<strong>in</strong>ti che non si poteva<br />

parlare della difesa e dell’<strong>in</strong>dipendenza dei popoli deboli, senza parlare prima di tutto di<br />

quella del popolo arabo e <strong>siria</strong>no; e, soprattutto, del fatto che la lotta contro l’imperialismo<br />

non si faceva contro l’Italia, ma contro la Francia e la Gran Bretagna. F<strong>in</strong>almente, «la Siria<br />

veniva a piazzarsi sul piede di vittima, accanto a noi [sic!], per lamentare, nel suo piccolo, una<br />

posizione simile a quella che assumeva l’Italia di fronte alla prepotenza <strong>in</strong>glese». Una<br />

petizione <strong>in</strong>viata a G<strong>in</strong>evra, a nome dei partiti <strong>siria</strong>ni, aveva chiesto «un posto al sole» anche<br />

per la Siria. La solidarietà <strong>siria</strong>na non era più rivolta verso l’Abiss<strong>in</strong>ia, ma verso la Palest<strong>in</strong>a e<br />

l’Egitto, e i moti di gennaio e febbraio non erano che la logica conseguenza di «quanto a<br />

nostro danno è stato tramato a G<strong>in</strong>evra <strong>in</strong> questi ultimi mesi». Vi erano diversi motivi per cui<br />

la situazione sembrava volgere al meglio. L’Italia aveva dato una grande dimostrazione di<br />

forza, opponendo una «granitica resistenza» alla coalizione sanzionista, per cui suscitava<br />

l’ammirazione dei <strong>siria</strong>ni, «come tutti gli arabi, sensibili ad ogni spettacolo di forza»<br />

(ennesimo cliché razziale). La fragilità dell’amicizia italo-francese era motivo di<br />

soddisfazione per gli arabi, ai quali si aprivano nuove prospettive di collaborazione con<br />

l’Italia. Inf<strong>in</strong>e, la conquista dell’Abiss<strong>in</strong>a sembrava avere placato le brame territoriali italiane,<br />

allontanando lo spettro delle mire sulla Siria 187 .<br />

Caruso, dichiarando esplicitamente uno degli obiettivi della <strong>propaganda</strong> italiana che<br />

solitamente rimaneva taciuto, si disse conv<strong>in</strong>to che, <strong>in</strong> caso di guerra, i <strong>siria</strong>ni si sarebbero<br />

schierati contro l’Italia. Ma, anche nel caso <strong>in</strong> cui il conflitto non si fosse verificato, il<br />

malcontento degli arabi doveva essere comunque sfruttato, per forzare Francia e Gran<br />

Bretagna a mutare la loro <strong>politica</strong> attuale, ovvero cessare di ostacolare l’Italia nel<br />

Mediterraneo. «Attizzare il fuoco che sembra accendersi <strong>in</strong> Oriente» poteva essere rischioso,<br />

ma poteva anche dare «vantaggi materiali e morali immediati» all’Italia. Del resto, bisognava<br />

evitare di mostrarsi deboli, appannando così il proprio prestigio tra gli arabi. «Conseguenza<br />

logica sarebbe che <strong>in</strong> Siria ed <strong>in</strong> Oriente bisognerebbe un poco lasciar <strong>in</strong>torbidire le acque, ma<br />

sapientemente, <strong>in</strong> modo che, da un lato la Francia abbia una nozione sempre più precisa di<br />

pericoli imm<strong>in</strong>enti, senza potercene far carico, dall’altro i <strong>siria</strong>ni abbiano l’impressione di una<br />

sempre maggiore benevolenza e comprensione da parte nostra» 188 . In altre parole, le<br />

rivendicazioni nazionaliste andavano <strong>in</strong>coraggiate, ma senza compromettersi <strong>in</strong> maniera<br />

irreversibile agli occhi dei francesi. Nei giorni dei disord<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Siria, gli italiani presero <strong>in</strong><br />

considerazione anche l’ipotesi del sostegno a una sollevazione armata antifrancese,<br />

scartandola però immediatamente. Infatti, un rapporto del 26 febbraio della Direzione<br />

Generale Affari Politici consigliava alle rappresentanze italiane di mantenere vive, <strong>in</strong> Siria, le<br />

simpatie oramai diffuse per l’Italia; ma giudicava il momento <strong>in</strong>opportuno per una rivolta<br />

armata. La Francia si era rafforzata militarmente, e avrebbe potuto facilmente schiacciarla nel<br />

sangue; d’altra parte, l’organizzazione <strong>politica</strong> delle masse era largamente <strong>in</strong>sufficiente. Le<br />

circostante sconsigliavano <strong>–</strong> per il momento <strong>–</strong> di sp<strong>in</strong>gere lo stato d’animo creatosi <strong>in</strong> Siria a<br />

«concrete realizzazioni». Non rimaneva, come suggerito dai consolati a Beirut e Damasco,<br />

che cont<strong>in</strong>uare a opporsi a ogni forma di trattato che non concedesse piena <strong>in</strong>dipendenza alla<br />

Siria, e sostenere le rivendicazioni economiche <strong>siria</strong>ne a G<strong>in</strong>evra 189 .<br />

186<br />

ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1936”, Sf. “Invio materiale <strong>propaganda</strong> <strong>in</strong> Siria”, Tel. 1259,<br />

Damasco 27 aprile 1936, Lo Savio al MSP<br />

187<br />

ASMAE, AP, Siria 13, F.2, “Situazione <strong>in</strong> Siria”, Caruso al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i (ricevuto il 18<br />

febbraio 1936?)<br />

188<br />

Ibidem, sottol<strong>in</strong>eato nel testo orig<strong>in</strong>ale.<br />

189<br />

ASMAE, AP, Siria 13, F.2. Il telegramma non è datato né firmato, ma dal Tel. 211480/6, Roma 4 aprile 1936,<br />

Guarnaschelli al console ad Aleppo, Rossi, si ricava che si tratta del Tel. 866 del 26 febbraio<br />

177

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!