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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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preda che si ammazzano tra loro nelle foreste». Sia la stampa cristiana che quella musulmana<br />

esprimevano op<strong>in</strong>ioni di questo tipo. La posizione filo-italiana di Shakib Arslan aveva<br />

arrecato più danno al suo prestigio personale, che benefici all’Italia. Poche altre voci<br />

difendevano l’Italia: al-Bilad, «qualche pubblicista che [aveva] letto Sorel» e vedeva <strong>in</strong><br />

Mussol<strong>in</strong>i un «condiscepolo», e L’Orient, che aveva fatto proprie le note argomentazioni di<br />

Bernard Shaw. Tuttavia, gli arabi non si schieravano apertamente nell’altro campo: numerosi<br />

commentatori apparivano preoccupati, soprattutto, di un possibile rafforzamento politico della<br />

Gran Bretagna nel mondo arabo. Secondo l’Alto Commissario, <strong>in</strong> tutta la stampa, e<br />

soprattutto <strong>in</strong> quella musulmana, si avvertiva una generale dim<strong>in</strong>uzione del prestigio delle<br />

potenze europee <strong>in</strong> tutto l’Oriente. Non sarebbero stati solo gli sconfitti a perdere la faccia alla<br />

f<strong>in</strong>e del conflitto, ma l’Europa <strong>in</strong>tera. Nel Mandato, era diffusa la speranza che il conflitto fra<br />

nazioni europee creasse condizioni favorevoli perché i popoli orientali potessero trarne<br />

vantaggio. Numerosi giornali esortavano gli arabi a seguire attentamente gli sviluppi<br />

<strong>in</strong>ternazionali, e a prepararsi a qualsiasi eventualità 168 . Le impressioni di De Martel si<br />

rivelarono presto esatte. In realtà, il prestigio degli europei era compromesso da un pezzo, ma<br />

la guerra d’Etiopia fornì nuove armi diplomatiche al nazionalismo arabo; <strong>in</strong>nanzitutto <strong>in</strong><br />

Egitto, dove i britannici dovettero fronteggiare proteste e disord<strong>in</strong>i, proprio nei mesi <strong>in</strong>iziali<br />

del conflitto, e furono costretti ad aprire le trattative che portarono al trattato anglo-egiziano,<br />

firmato ad agosto 1936. I nazionalisti di tutto il mondo arabo trassero preziose <strong>in</strong>dicazioni<br />

dalle notizie che giungevano dall’Egitto, e com<strong>in</strong>ciarono a concentrare l’attenzione sui mezzi<br />

per liberarsi dal dom<strong>in</strong>io francese e britannico. Così, <strong>in</strong> Siria, il conflitto etiopico, che pure<br />

aveva <strong>in</strong>direttamente scatenato la rivolta egiziana di novembre, scomparve quasi del tutto<br />

dall’ord<strong>in</strong>e del giorno. Oltre alla rivolta egiziana, nel novembre 1935 ebbe luogo <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a<br />

una imponente manifestazione nazionalista, <strong>in</strong> occasione dei funerali dello Shaykh al-<br />

Qassam 169 . A Damasco, Caruso osservò la stampa adottare lentamente dei toni sempre più<br />

antibritannici 170 , e alla f<strong>in</strong>e dell’anno <strong>in</strong>cassò le assicurazioni di Jamil Mardam, Subhi Barakat<br />

e Hashim al-Atasi sull’atteggiamento benevolo dei nazionalisti verso l’Italia. Ciò era stato<br />

possibile «sfruttando a nostro vantaggio [...] i recenti avvenimenti di Palest<strong>in</strong>a e specialmente<br />

di Egitto», cioè <strong>in</strong> pratica <strong>in</strong>dirizzando contro la Gran Bretagna l’ostilità dei <strong>siria</strong>ni 171 .<br />

I francesi erano <strong>in</strong> allarme, perché i nazionalisti avevano chiaramente lasciato capire che<br />

<strong>in</strong>tendevano approfittare del conflitto italo-etiopico per soddisfare le loro aspirazioni<br />

politiche 172 . Tentarono dunque di correre ai ripari, f<strong>in</strong>endo <strong>in</strong>vece per accendere la miccia<br />

della rivolta. Poco dopo i funerali di Ibrahim Hananu ad Aleppo, che furono l’occasione per<br />

una monumentale manifestazione di popolo (pare che i partecipanti fossero oltre 100.000) 173 ,<br />

le autorità francesi perquisirono le sedi nazionaliste di Aleppo e Damasco, ed arrestarono<br />

Fakhri al-Barudi, scatenando proteste e scioperi <strong>in</strong> diverse città. Ne seguì, all’<strong>in</strong>izio del 1936,<br />

una spirale di manifestazioni e repressioni <strong>in</strong> tutta la Siria, che provocarono diverse vittime 174 .<br />

I nazionalisti non mostrarono, come forse si attendevano gli italiani, un atteggiamento<br />

antibritannico, e anzi molti <strong>siria</strong>ni guardarono proprio alla Gran Bretagna, per ottenere un<br />

possibile appoggio contro la Francia. In fondo, per la posizione britannica nel Levante, una<br />

Siria <strong>in</strong>dipendente era forse meglio di una Siria francese 175 . Qualcuno, fra i <strong>siria</strong>ni, cercò<br />

<strong>in</strong>vece di sollecitare un <strong>in</strong>tervento italiano. La diffusione di volant<strong>in</strong>i anti-italiani, secondo il<br />

168 CADN, Syrie-Liban, AD, 1061, N° 1109, 8 novembre 1935, De Martel al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Laval<br />

169 Benny Morris, Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001, Rizzoli, Milano 2001, p. 165<br />

170 ASMAE, AP, Siria 13, F.1, Tel. 1769/428, Damasco 25 novembre 1935, Caruso al MAE<br />

171 ASMAE, AP, Siria 13, F.1, Tel. 1960/464, Damasco 30 dicembre 1935, Caruso al MAE<br />

172 ASMAE, AP, Siria 13, F.1, Tel. 94/26, Aleppo 21 gennaio 1936, Rossi al MAE<br />

173 ASMAE, AP, Siria 13, F.1, Tel. 1649/506, Aleppo 13 dicembre 1935, Rossi al MAE<br />

174 Sullo sciopero generale del gennaio-febbraio 1936 e le vicende che portarono, nei mesi successivi, all’<strong>in</strong>vio di<br />

una delegazione <strong>siria</strong>na a Parigi (22 marzo) e alla firma del trattato franco-<strong>siria</strong>no il 9 settembre, cfr. la<br />

trattazione dettagliata di P. A. Shambrook, French Imperialism <strong>in</strong> Syria, cit., cap. 5, pp. 185-245<br />

175 ASMAE, AP, Siria 13, F.1, Tel. 154/35, Aleppo 28 gennaio 1936, Rossi al MAE<br />

175

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