politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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Capitolo 1. Ideologia imperiale e <strong>politica</strong> mediterranea del fascismo<br />
1.1 - Ideologia e discorso pubblico<br />
Interpretare le azioni degli esseri umani vuol dire <strong>in</strong>nanzitutto conoscere e comprendere la<br />
loro visione del mondo, gli schemi di pensiero <strong>in</strong> base ai quali agiscono, gli obiettivi che essi<br />
si propongono. Per studiare le vicende di un movimento politico e dei suoi aderenti, le scelte e<br />
le azioni compiute per conquistare, ed eventualmente mantenere ed accrescere il proprio<br />
potere, è necessario perciò conoscerne l’ideologia. L’ideologia del fascismo costituisce un<br />
<strong>in</strong>teressante paradosso per lo storico. In molti hanno sostenuto che essa, <strong>in</strong> realtà, non sia mai<br />
esistita. I primi a negare l’esistenza di un’ideologia <strong>fascista</strong>, <strong>in</strong>tesa come una costruzione<br />
teorica organica e coerente, furono proprio Mussol<strong>in</strong>i e i suoi discepoli, soprattutto nei primi<br />
tempi del movimento; per loro il fascismo doveva essere <strong>in</strong>nanzitutto fede, emozione, azione,<br />
e non poteva essere imbrigliato da schemi concettuali rigidi e mortificanti. Non è mai esistito<br />
un “manifesto” del Partito Fascista, né un Me<strong>in</strong> Kampf mussol<strong>in</strong>iano, al di là di alcuni vaghi<br />
programmi elettorali; ed anche quando si decise che i pr<strong>in</strong>cipi del fascismo dovevano essere<br />
codificati, per educare le nuove generazioni ed essere propagati nel mondo <strong>in</strong>tero, ciò venne<br />
fatto sotto forma di una dottr<strong>in</strong>a, di una fede <strong>politica</strong> fondata quasi esclusivamente su dei<br />
dogmi. A lungo, dopo la caduta del regime, gli storici antifascisti sostennero che il fascismo<br />
non aveva creato un’ideologia orig<strong>in</strong>ale e coerente, ma aveva affastellato una serie di idee<br />
confuse e contraddittorie, prese <strong>in</strong> prestito qua e là, da correnti di pensiero precedenti. In<br />
questo caso, il loro scopo era di avvalorare una visione del fascismo come negatività storica,<br />
come un <strong>in</strong>cidente di percorso lungo la strada delle vicende nazionali italiane 1 .<br />
Nel corso degli ultimi decenni, la storiografia ha ormai accettato il dato di fatto<br />
dell’esistenza di un’ideologia <strong>fascista</strong>. Essa non fu sistematica, né coerente, <strong>in</strong> conseguenza<br />
<strong>in</strong>nanzitutto della dichiarata avversione di Mussol<strong>in</strong>i e dei suoi seguaci per la teoria, e<br />
costituisce dunque un argomento di studio complesso e sfuggente. E tuttavia si trattava di un<br />
sistema di valori complesso e completo, il quale orientava <strong>in</strong> maniera efficace il pensiero e<br />
l’azione degli uom<strong>in</strong>i del regime. Tali valori non vennero affermati attraverso teorie e<br />
dimostrazioni razionali, ma quasi esclusivamente attraverso miti e suggestioni. La loro fonte<br />
pr<strong>in</strong>cipale, soprattutto dopo la marcia su Roma, era costituita dal pensiero di Mussol<strong>in</strong>i,<br />
diffuso attraverso il suo discorso pubblico, sia nella forma del discorso scritto <strong>–</strong> quello<br />
giornalistico <strong>in</strong>nanzitutto <strong>–</strong> ma soprattutto attraverso le famose orazioni alla folla. Tale<br />
discorso privilegiava, per far presa sul lettore o l’ascoltatore, l’elemento irrazionale,<br />
passionale ed emozionale rispetto all’argomentazione logica, aggiungendo, nel caso<br />
dell’orazione pubblica, una forte teatralità, grazie alla dimensione estetica della mess<strong>in</strong>scena,<br />
ed alla partecipazione attiva del pubblico. Prima ancora di essere conv<strong>in</strong>to, l’ascoltatore<br />
veniva co<strong>in</strong>volto, a un livello emotivo e ist<strong>in</strong>tivo 2 .<br />
1 Cfr. Alberto De Bernardi, Una dittatura moderna. Il fascismo come problema storico, Mondadori, Milano<br />
2001, cap. 1, pp. 1-87. Riguardo all’ideologia <strong>fascista</strong>, cfr. l’ottima s<strong>in</strong>tesi di Emilio Gentile, <strong>in</strong> Fascismo. Storia<br />
e <strong>in</strong>terpretazione, Laterza, Bari 2002, <strong>in</strong> particolare il capitolo 4, pp. 77-90, e il capitolo 11, pp. 265-307; Emilio<br />
Gentile, Le orig<strong>in</strong>i dell’ideologia <strong>fascista</strong> (1918-1925), Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1996; Pier Giorgio Zun<strong>in</strong>o,<br />
L’ideologia del fascismo. Miti, credenze e valori nella stabilizzazione del regime, il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 1985; Zeev<br />
Sternhell, Nascita dell’ideologia <strong>fascista</strong>, Bald<strong>in</strong>i Castoldi Dalai, Milano 2008 (1° ed. orig<strong>in</strong>ale 1989); George L.<br />
Mosse, Il Fascismo. Verso una teoria generale, Laterza, Bari 1996; Alessandra Tarqu<strong>in</strong>i, Storia della cultura<br />
<strong>fascista</strong>, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 2011<br />
2 Per un’analisi l<strong>in</strong>guistica dei discorsi e degli scritti di Mussol<strong>in</strong>i, cfr. Augusto Simon<strong>in</strong>i, Il l<strong>in</strong>guaggio di<br />
Mussol<strong>in</strong>i, Bompiani, Milano 1978/2004. Sulle <strong>in</strong>novazioni della comunicazione e del l<strong>in</strong>guaggio nell’era della<br />
<strong>politica</strong> di massa, a partire dall’Ottocento, cfr. Maurizio Ridolfi (a cura di), Propaganda e comunicazione<br />
<strong>politica</strong>. Storia e trasformazioni nell’età contemporanea, Mondadori, Milano 2004, e <strong>in</strong> particolare i saggi di<br />
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