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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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egiziana 110 ». Ma la fornitura di tale servizio venne negata poiché il prezzo di ogni cliché,<br />

suggerito dal consolato, era troppo basso (2,50 lire) rispetto a quello normalmente pagato a<br />

Roma (10-15 lire). Ci si limitò a garantire che periodicamente il consolato avrebbe ricevuto<br />

dei cliché, aff<strong>in</strong>ché fossero pubblicati sulla stampa locale, ma non furono presi impegni<br />

precisi 111 . Anche il console ad Aleppo avanzò l’11 settembre analoga richiesta per un servizio<br />

regolare di cliché, scrivendo che i giornalisti locali, con i quali <strong>in</strong>tratteneva ormai rapporti<br />

quotidiani, desideravano potere completare i loro articoli con delle fotografie. La Germania<br />

offriva già un servizio simile, sembra attraverso il proprio consolato a Beirut 112 . Qualcuno al<br />

M<strong>in</strong>istero per la Stampa annotava a mano, sull’appunto <strong>in</strong> questione, che il servizio era <strong>in</strong> via<br />

di organizzazione. Ma a quanto pare i primi z<strong>in</strong>chi venivano spediti solo nel gennaio 1936 113 ,<br />

quando già l’<strong>in</strong>teresse per il conflitto etiopico com<strong>in</strong>ciava a scemare.<br />

Sempre nel mese di agosto 1935, sei giornalisti <strong>siria</strong>ni e libanesi furono <strong>in</strong>vitati <strong>in</strong> Italia,<br />

con le Colonie dei Fasci italiani all’estero, per vedere da vic<strong>in</strong>o le realizzazioni del regime.<br />

Alcuni di loro lavoravano per giornali già vic<strong>in</strong>i all’Italia, altri <strong>in</strong>vece per giornali anche<br />

apertamente ostili, dei quali evidentemente si sperava di poter mutare l’atteggiamento. Si<br />

trattava di Muhyi al-D<strong>in</strong> al-Sharif, di al-Jazira di Damasco; Abukos ‘Abd al-Rahman,<br />

corrispondente di al-Dustur e di al-Ittihad di Aleppo; Adnan Shaykh al-Ard, del Fata’ al-<br />

‘Arab di Damasco; Enver Battigha, di al-Hadith di Aleppo; Akram Agiah, di al-Ayyam di<br />

Damasco; Fawzi Tello, di al-Nahar di Beirut 114 . Vennero fornite loro delle pubblicazioni di<br />

<strong>propaganda</strong>, e poterono visitare Littoria e Sabaudia su un’auto appositamente messa a loro<br />

disposizione 115 . Ma furono gli stessi giornalisti <strong>siria</strong>ni e libanesi ad offrire agli italiani la loro<br />

collaborazione, <strong>in</strong> diverse occasioni. Le condizioni economiche della stampa araba erano<br />

quasi sempre precarie, e la notizia che gli italiani stavano elargendo denaro per la <strong>propaganda</strong><br />

<strong>in</strong> vista della guerra <strong>in</strong> Etiopia dovette sembrare una buona opportunità per ottenere stipendi<br />

personali o sovvenzioni, che permettessero ai giornali di tirare avanti. Fu il caso del direttore e<br />

co-proprietario del giornale arabo di Beirut al-Bilad, lo sceicco maronita Yusuf al-Khaz<strong>in</strong>,<br />

che si offrì a settembre di pubblicare una serie di «articoli riguardanti i legami economici e<br />

spirituali tra l’Italia e la Siria». Il M<strong>in</strong>istero per la Stampa e Propaganda fornì al consolato una<br />

serie di dati, perché venissero forniti al giornalista assieme ad altre pubblicazioni 116 . Poco<br />

tempo dopo vennero spedite ad al-Khaz<strong>in</strong> due opere di Tomaso Sillani, sui rapporti fra Italia<br />

ed Asia 117 . Al-Bilad, che ancora a maggio aveva esortato la Francia a combattere la<br />

<strong>propaganda</strong> italiana, organizzando anch’essa dei viaggi a basso prezzo per i locali, e creando<br />

una propria stazione radio 118 , sarebbe divenuto, a partire da questo momento, uno dei più<br />

fedeli portavoce dell’Italia nel Levante. In Libano, si trattava praticamente dell’unico<br />

appoggio solido alla <strong>politica</strong> orientale italiana; Yusuf al-Khaz<strong>in</strong> era membro di una <strong>in</strong>fluente<br />

110 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1935”, Sf. “Alef-Ba”, Tel. 4265/1260, “Appunto per la Direzione<br />

Generale della Propaganda”, 10 giugno 1935, f.to Grazzi<br />

111 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1935”, Sf. “Alef-Ba”, “Appunto per la Direzione Generale per il<br />

Servizio della Stampa Estera, Roma 28 giugno 1935, f.to De Peppo<br />

112 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1936”, Sf. “Invio materiale <strong>propaganda</strong> <strong>in</strong> Siria”, Tel. 7055/2201,<br />

Roma 11 settembre 1935, “Appunto per la Direzione Generale della Propaganda”, f.to Grazzi<br />

113 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1936”, Sf. “Invio materiale <strong>propaganda</strong> <strong>in</strong> Siria”, Tel. 960849/169,<br />

Crolla al consolato ad Aleppo, 30 gennaio 1936<br />

114 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1935”, Sf. “Viaggio di giornalisti <strong>siria</strong>ni e libanesi <strong>in</strong> Italia”, Roma<br />

27 agosto 1935, “Appunto per il m<strong>in</strong>istro De Pretis”, Roma 27 agosto 1935, non firmato<br />

115 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1935”, Sf. “Viaggio di giornalisti <strong>siria</strong>ni e libanesi <strong>in</strong> Italia”,<br />

Luciano a Senise, Roma 29 agosto 1935<br />

116 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1935”, Sf. “Al-Bilad”, Tel. 6887/2142, Roma 5 settembre 1935,<br />

“Appunto per la Direzione Generale della Propaganda”, f.to Grazzi<br />

117 ACS, M<strong>in</strong>culpop, DGPE, B.198, F. “Siria 1935”, Sf. “Al-Bilad”, Tel. 968008/1206, 26 settembre 1935, De<br />

Peppo al consolato a Beirut<br />

118 LC, E-Levant, Syrie-Liban, 528, N° 606, Beirut 31 maggio 1935, De Martel al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Laval<br />

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