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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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160<br />

5.4 - Gli accordi Mussol<strong>in</strong>i-Laval<br />

L’aspetto senza dubbio più appariscente e nuovo della <strong>propaganda</strong> italiana nel Levante era<br />

stata la campagna contro il progetto francese di trattato con la Siria, e il sostegno alla richiesta<br />

nazionalista di una completa <strong>in</strong>dipendenza. Nella seconda metà del 1934 l’avvio delle<br />

trattative diplomatiche fra Italia e Francia 68 , <strong>in</strong> un nuovo clima di buoni rapporti, portò a una<br />

maggiore discrezione nelle attività italiane nei paesi arabi (<strong>in</strong> maniera non dissimile da quanto<br />

sarebbe avvenuto nel 1938 <strong>in</strong> occasione degli Accordi di Pasqua con la Gran Bretagna).<br />

L’ambasciatore francese a Roma notò, proprio nei giorni <strong>in</strong> cui venivano firmati gli accordi<br />

Mussol<strong>in</strong>i-Laval, che il secondo Congresso degli Studenti Asiatici si era svolto <strong>in</strong> tono molto<br />

m<strong>in</strong>ore rispetto all’anno precedente, quasi certamente per considerazioni di opportunità<br />

<strong>politica</strong>. Ad esso, tenutosi fra la f<strong>in</strong>e di dicembre e la prima settimana di gennaio, avevano<br />

partecipato appena 130 delegati, rispetto ai 600 dell’anno precedente. Nonostante ciò, la<br />

confederazione si era data un nuovo statuto, con l’ambizione di riunire tutti i raggruppamenti<br />

di studenti asiatici <strong>in</strong> Europa, e divenire «l’organo rappresentativo degli <strong>in</strong>teressi culturali e<br />

generali dell’Asia <strong>in</strong> Europa». Mussol<strong>in</strong>i era <strong>in</strong>tervenuto anche <strong>in</strong> questa occasione,<br />

affermando <strong>–</strong> piuttosto <strong>in</strong> malafede <strong>–</strong> che per permettere la collaborazione fra Oriente e<br />

Occidente bisognava abbandonare ogni concetto di superiorità e <strong>in</strong>feriorità, e le dist<strong>in</strong>zioni di<br />

razza e confessione 69 . Ma la stampa non aveva dato all’evento una risonanza paragonabile a<br />

quella dell’anno precedente.<br />

Sembrava dunque confermata l’impressione francese, secondo cui la campagna antimandataria<br />

del 1934 era servita semplicemente come mezzo di pressione, per <strong>in</strong>fluenzare le<br />

trattative <strong>in</strong> senso favorevole all’Italia. Come si legge <strong>in</strong> una nota del settembre 1934, i<br />

francesi avrebbero voluto <strong>in</strong>serire la questione <strong>siria</strong>na nelle discussioni, nella conv<strong>in</strong>zione di<br />

poter conv<strong>in</strong>cere gli italiani a porre f<strong>in</strong>e alle loro <strong>in</strong>gerenze, <strong>in</strong> un paese nel quale non avevano<br />

alcun <strong>in</strong>teresse reale. Secondo i francesi, Mussol<strong>in</strong>i puntava per lo più ad ottenere promesse e<br />

assicurazioni generiche sul futuro della Siria, al massimo cercando di barattare una r<strong>in</strong>uncia al<br />

suo atteggiamento di <strong>in</strong>transigenza, verso la <strong>politica</strong> mandataria francese, con delle<br />

contropartite di altro genere. Si sarebbe potuta fare qualche concessione di tipo coloniale<br />

riguardo alla Tunisia, se <strong>in</strong> cambio l’Italia avesse cessato di «creare delle difficoltà su un<br />

terreno nel quale essa non può avvalersi di alcun serio titolo» 70 . Gli italiani, <strong>in</strong> realtà, non<br />

consideravano la questione <strong>siria</strong>na come una merce di scambio; come abbiamo visto, a<br />

maggio Mussol<strong>in</strong>i aveva ribadito con decisione la l<strong>in</strong>ea anti-francese sulla questione del<br />

trattato franco-<strong>siria</strong>no, per motivazioni legate agli <strong>in</strong>teressi italiani <strong>in</strong> Siria, ai quali non si<br />

<strong>in</strong>tendeva r<strong>in</strong>unciare 71 . Dopo che la Commissione Permanente dei Mandati aveva evitato di<br />

prendere posizione sul trattato, nella sessione di giugno, la questione avrebbe dovuto essere<br />

discussa al Consiglio della S.d.N. a settembre. Nonostante le difficoltà che sarebbero potute<br />

sorgere nelle trattative franco-italiane, gli italiani non avevano <strong>in</strong>tenzione di dare voto<br />

favorevole all’approvazione del rapporto della Commissione, per non dare un implicito<br />

assenso al testo del trattato 72 . Il delegato italiano a G<strong>in</strong>evra rese note ai francesi le obiezioni al<br />

trattato, che il governo di Roma gli aveva ord<strong>in</strong>ato di esporre al Consiglio. La delegazione<br />

francese, fortemente preoccupata, propose di r<strong>in</strong>viare la discussione della questione <strong>siria</strong>na<br />

68<br />

Sulle trattative diplomatiche che portarono agli accordi Mussol<strong>in</strong>i-Laval del 7 gennaio 1935, cfr. R. De Felice,<br />

Mussol<strong>in</strong>i il duce. I. Gli anni del consenso, cit., pp. 506-538; sui rapporti fra l’Italia <strong>fascista</strong> e la Francia cfr.<br />

William I. Shorrock, From Ally to Enemy. The Enigm of Fascist Italy <strong>in</strong> French Diplomacy, Kent State<br />

University press, Kent, Ohio 1988, e <strong>in</strong> particolare sugli accordi Mussol<strong>in</strong>i-Laval le pp. 99-116<br />

69<br />

LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° 1, 17 gennaio 1935, De Chambrun, al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Laval<br />

70<br />

LC, E-Levant, Syrie-Liban, 489, “Note. Politique italienne dans la question syrienne”, 11 settembre 1934<br />

71<br />

Vedi il Cap. 4, pp. 135-138<br />

72<br />

ASMAE, AP, Siria 10, “Relazione per S.E. il Sottosegretario di Stato”, Roma 4 settembre 1934, f.to Buti

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