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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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150<br />

eternamente». La <strong>propaganda</strong> si concentrava <strong>in</strong> particolare a Tripoli, di cui gli italiani<br />

volevano fare il perno delle proprie attività 8 . Proprio a Tripoli, il 29 luglio, durante una festa<br />

<strong>in</strong> una scuola italiana, il console italiano ad Aleppo aveva esposto ai presenti la nuova l<strong>in</strong>ea<br />

della <strong>propaganda</strong> italiana <strong>in</strong> questi term<strong>in</strong>i: «non amate solo l’Italia, ma amate anche la vostra<br />

patria. Non dimenticate che avete [avuto?] imperatori che hanno governato Roma. Non siamo<br />

venuti qui per fare conquiste, ma per lavorare con voi». I francesi com<strong>in</strong>ciavano a dare segni<br />

di preoccupazione: secondo il documento, il popolo non rimaneva <strong>in</strong>differente ai vantaggi<br />

materiali offerti dalla Domus Italica, dalle scuole e dagli ospedali italiani, mentre la classe più<br />

elevata si lasciava lus<strong>in</strong>gare dai «nastri e decorazioni» che venivano distribuiti con larghezza.<br />

L’entusiasmo delle folle si riscaldava facilmente nei c<strong>in</strong>ematografi, dove «troppo spesso»<br />

venivano mostrate le manovre della flotta italiana o dell’aviazione, e le grandiose accoglienze<br />

riservate al “duce” nelle sue apparizioni pubbliche 9 .<br />

L’attività italiana assunse un carattere sempre più sistematico nel 1934, dopo il Congresso<br />

degli Studenti Orientali a Roma. In Italia, venne promossa una grande campagna per<br />

mobilitare il paese a sostegno della nuova l<strong>in</strong>ea filo-araba. La stampa della penisola com<strong>in</strong>ciò<br />

a dare uno spazio sempre maggiore al dibattito sulle questioni orientali, cogliendo spesso<br />

l’occasione per attaccare la mandataria della Francia. Le dichiarazioni di Ihsan al-Jabiri al<br />

congresso, dai toni fortemente nazionalisti ed antifrancesi, furono ampiamente riportate dal<br />

Corriere della Sera il 24 gennaio, <strong>in</strong> un editoriale sul «risveglio della gioventù araba» 10 . Negli<br />

stessi giorni, sotto il patronato dell’Istituto per l’Europa Orientale, diretto da Amedeo<br />

Giann<strong>in</strong>i, e dell’Istituto per il Medio e l’Estremo Oriente appena <strong>in</strong>augurato, Selim Cattan<br />

tenne una conferenza sulla situazione economica della Siria, che fu <strong>in</strong> realtà un pretesto per<br />

descrivere a fosche t<strong>in</strong>te l’amm<strong>in</strong>istrazione francese del Mandato 11 . A maggio, la Francia<br />

venne attaccata per la sua <strong>politica</strong> <strong>in</strong> Siria, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i praticamente identici, da due articoli su<br />

Ottobre e L’Oriente; secondo De Martel, era chiaro che c’era un «direttore d’orchestra» a<br />

Roma, ed il recente avvio delle trasmissioni <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba di Radio Bari contribuiva a dare<br />

l’impressione di un crescente impegno propagandistico italiano 12 . Le critiche alla Francia<br />

erano tutt’altro che velate; uno dei due articoli def<strong>in</strong>iva Ponsot uno «specialista <strong>in</strong><br />

repressioni», mentre il nuovo Alto Commissario, Damien De Martel, era accusato di avere<br />

<strong>in</strong>staurato <strong>in</strong> Siria una dittatura mascherata 13 .<br />

In aprile, Par<strong>in</strong>i si recò nuovamente <strong>in</strong> viaggio nei paesi del Levante. Secondo i francesi, il<br />

suo compito era di ispezionare le comunità italiane, fare il punto della situazione, e stabilire <strong>in</strong><br />

che modo rilanciare la <strong>propaganda</strong> italiana. Durante la sua tappa a Beirut, Par<strong>in</strong>i aveva dato<br />

ai consoli ed ai rappresentanti del Fascio le direttive di Mussol<strong>in</strong>i. A Roma si era deciso di<br />

dare un nuovo impulso all’<strong>in</strong>quadramento politico degli italiani <strong>in</strong> Siria e Libano, che doveva<br />

essere totale; bisognava creare nuovi fasci nei centri m<strong>in</strong>ori, e, laddove vi erano solo <strong>in</strong>dividui<br />

isolati, conv<strong>in</strong>cerli ad affiliarsi al fascio della città più vic<strong>in</strong>a. Per avvic<strong>in</strong>are gli italiani <strong>–</strong> e<br />

anche gli stranieri <strong>–</strong> al fascismo, si dovevano offrire corsi d’<strong>in</strong>segnamento gratuito per gli<br />

<strong>in</strong>digenti, organizzare proiezioni c<strong>in</strong>ematografiche aperte a tutti, e viaggi <strong>in</strong> Italia a prezzi<br />

ridotti. Si dovevano pers<strong>in</strong>o creare, nei limiti di quanto permesso dalle leggi locali, delle<br />

“corporazioni all’estero” sul modello di quelle italiane. L’azione <strong>fascista</strong> non era portata<br />

avanti solo dai rappresentanti ufficiali: sembra <strong>in</strong>fatti che la direzione della <strong>propaganda</strong> <strong>in</strong><br />

8<br />

CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 834, Beirut 12 luglio 1933, il delegato generale dell’Alto Commissario al<br />

delegato aggiunto dell’Alto Commissario per il Sangiaccato di Alessandretta<br />

9<br />

LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° 275, Beirut 18 agosto 1933, il delegato generale dell’Alto Commissario a<br />

Beirut al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Paul-Boncour, Beirut 18 agosto 1933<br />

10<br />

LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° 31, 26 gennaio 1934, De Chambrun al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Paul-Boncour<br />

11<br />

LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° 47, 8 febbraio 1934, De Chambrun al Presidente del Consiglio e m<strong>in</strong>istro<br />

degli Affari Esteri, Édouard Daladier<br />

12<br />

LC, E-Levant, Syrie-Liban, 457, N° 213, Beirut (12?) giugno 1934, De Martel al m<strong>in</strong>istro degli Esteri,<br />

Barthou<br />

13<br />

Ivi, allegato “Extrait de l’ “Oriente” de Rome, 2 mai 1934”

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