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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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Capitolo 5 <strong>–</strong> La nuova “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>” <strong>in</strong> Siria e Libano. Dal Congresso degli<br />

Studenti Orientali alla f<strong>in</strong>e della Guerra d’Etiopia (1934-1936)<br />

5.1 - Il rilancio dell’attività italiana nel Levante e l’<strong>in</strong>izio della <strong>propaganda</strong> musulmana<br />

I funzionari francesi erano conv<strong>in</strong>ti, all’<strong>in</strong>izio del <strong>1932</strong>, che gli stessi italiani avessero<br />

constatato il fallimento della loro <strong>propaganda</strong>, e fossero <strong>in</strong>tenzionati ad abbandonare questo<br />

tipo di attività. Secondo le <strong>in</strong>formazioni da loro raccolte, Mussol<strong>in</strong>i si era reso conto che gli<br />

sforzi per creare una zona d’<strong>in</strong>fluenza nel Libano del nord erano risultati vani. Il vice console<br />

italiano a Tripoli, Marchese della Serra, doveva essere richiamato <strong>in</strong> Italia e trasferito, e il<br />

vice consolato trasformato <strong>in</strong> una semplice agenzia consolare. L’attività italiana aveva subito<br />

anche un colpo dalla crisi economica, che <strong>in</strong>fliggeva forti perdite al Banco di Roma, per via<br />

della sua <strong>politica</strong> di credito rivelatasi poco prudente 1 . In realtà, gli italiani stavano<br />

riorganizzandosi, <strong>in</strong> vista di una ripresa <strong>in</strong> grande stile dell’<strong>in</strong>iziativa. L’idea di modificare la<br />

situazione del vice consolato fu abbandonata proprio per considerazioni politiche: da Tripoli<br />

doveva <strong>in</strong>fatti sboccare una diramazione della Iraq Petroleum Company, alla cui costruzione<br />

<strong>in</strong>tendevano concorrere ditte italiane, e <strong>in</strong>oltre vi erano diversi <strong>in</strong>teressi italiani nella città:<br />

scuole, un ospedale, la sede del Banco di Roma e l’agenzia del Lloyd Triest<strong>in</strong>o 2 . Del resto,<br />

proprio nel gennaio <strong>1932</strong>, la “pacificazione” della Cirenaica aveva portato a un rapido<br />

mutamento, nell’atteggiamento italiano verso il mondo islamico. Un primo s<strong>in</strong>tomo di questo<br />

cambiamento fu l’<strong>in</strong>izio delle pubblicazioni de L’Avvenire Arabo, del quale a marzo vennero<br />

diffuse diverse copie ad opera del consolato ad Aleppo. I contenuti della rivista, notavano i<br />

francesi, erano piuttosto moderati, e puntavano soprattutto a «lus<strong>in</strong>gare i sentimenti degli<br />

arabi» conv<strong>in</strong>cendoli che l’Italia era l’unica potenza europea disposta ad appoggiare le loro<br />

rivendicazioni 3 . La rivista ebbe vita breve, e questo primo tentativo di <strong>propaganda</strong> attraverso<br />

la carta stampata rimase isolato. Gli sforzi italiani si concentrarono <strong>in</strong>vece, <strong>in</strong> questa fase,<br />

sulla <strong>propaganda</strong> culturale, nella speranza di potere scalzare e sostituire, con un’azione<br />

paziente, l’<strong>in</strong>fluenza della Francia <strong>in</strong> Siria e Libano. Un primo segnale <strong>in</strong> questo senso fu<br />

l’organizzazione, a partire dall’estate del <strong>1932</strong>, di crociere annuali <strong>in</strong> Italia, per gli studenti<br />

arabi delle scuole italiane 4 .<br />

Alla f<strong>in</strong>e dell’anno, il Direttore degli Italiani all’Estero, Piero Par<strong>in</strong>i, visitò le collettività<br />

italiane nel Levante, <strong>in</strong> un viaggio che aveva l’evidente <strong>in</strong>tento di rafforzare il prestigio del<br />

governo italiano fra i connazionali, e di sottol<strong>in</strong>eare l’importanza del Vic<strong>in</strong>o Oriente per la<br />

<strong>politica</strong> estera di Mussol<strong>in</strong>i. Dapprima si recò a Beirut, per <strong>in</strong>augurare il 28 dicembre la nuova<br />

scuola maschile italiana, alla presenza, fra gli altri, del console De Cicco, del segretario dei<br />

Fasci della Siria, e delle autorità civili e religiose locali 5 . Il giorno seguente era Tripoli di Siria<br />

per <strong>in</strong>augurare il nuovo ospedale italiano, gestito dai missionari, per poi visitare le scuole<br />

italiane della città 6 . Qu<strong>in</strong>di partì alla volta di Damasco, per visitare anche qui le scuole,<br />

l’ospedale e le altre istituzioni italiane 7 . Nei mesi seguenti, la stampa araba denunciò con<br />

veemenza la crescente attività italiana. Secondo un giornale, il vice console italiano ad<br />

Alessandretta aveva affermato: «noi resusciteremo qui la gloria antica di Roma ed è <strong>in</strong>dubbio<br />

che verrà un giorno <strong>in</strong> cui la bandiera italiana sventolerà su questo paese e vi resterà<br />

1<br />

CADN, Syrie-Liban, AD, 1060, Information n° 377 della Sûreté Générale, Beirut 22 gennaio <strong>1932</strong><br />

2<br />

ASMAE, AP, Siria 4, Tel. 20499/471, “Appunto per l’Ufficio Personale”, Roma 19 febbraio <strong>1932</strong>, f.to<br />

Guariglia<br />

3<br />

CADN, Syrie-Liban, AD, 1060, Information n° 1598 della Sûreté Générale, Beirut 29 marzo <strong>1932</strong><br />

4<br />

CADN, Syrie-Liban, DP, 629, “Information. Propagande fasciste en Syrie et au Liban”, Beirut 28 ottobre <strong>1932</strong><br />

5<br />

ASMAE, M<strong>in</strong>culpop, B. 229, Tel. <strong>in</strong> arrivo 9464 P.R., Beirut 29 dicembre <strong>1932</strong>, Fonogramma Stefani<br />

6 Ibidem<br />

7 Ibidem<br />

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