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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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142<br />

tornare a Baghdad. Suvich chiese al Banco di Roma di concedere la somma, e nel caso <strong>in</strong> cui<br />

non fosse stata restituita a tempo debito, il MAE avrebbe provveduto a pagare il debito 193 .<br />

Tuttavia, queste attenzioni non furono, all’atto pratico, di grande utilità. ‘Ali morì all’<strong>in</strong>izio<br />

del 1935 194 , facendo perdere all’Italia l’unico possibile alleato all’<strong>in</strong>terno della famiglia<br />

hashimita.<br />

4.8 - Il decl<strong>in</strong>o della Francia e l’ascesa del fascismo secondo i consoli italiani<br />

L’<strong>in</strong>teresse italiano per la Siria ed il Libano era motivato anche dal fatto che la <strong>politica</strong><br />

mandataria della Francia appariva come un completo fallimento 195 . Il “Grande Libano” era<br />

considerato una creazione artificiale, «tagliato a grossi colpi di forbice nella carta geografica<br />

senza che si sia tenuto il dovuto conto delle ragioni storiche, etiche ed etniche che hanno il<br />

loro gioco fatale nella formazione di uno Stato». Certo, il solo Monte Libano non avrebbe<br />

potuto reggersi da solo, ma i francesi avevano esagerato nell’annettere territori a maggioranza<br />

musulmana, dimenticando fra l’altro la regola elementare della strategia secondo cui «non si<br />

crea una roccaforte chiudendovi dentro una buona parte del futuro nemico. [...] La buona idea,<br />

così, del baluardo cristiano contro il mondo musulmano veniva malamente tradotta nella<br />

pratica». Il Libano, sotto il peso di una burocrazia sproporzionata alle sue dimensioni, ed<br />

afflitto da una grande eterogeneità religiosa che impediva di fondere tutte le comunità <strong>in</strong> una<br />

“nazione comune”, non poteva funzionare come una nazione <strong>in</strong>dipendente. Per il console De<br />

Cicco, la sorte più probabile era quella di una amm<strong>in</strong>istrazione diretta della Francia sul paese.<br />

Per quanto riguardava la Siria, la <strong>politica</strong> francese era stata un completo fallimento perché,<br />

oscillando tra aperture “liberali” e repressioni violente, aveva dato un’impressione di<br />

<strong>in</strong>decisione e debolezza. Scriveva De Cicco, esprimendo una concezione dei rapporti fra<br />

europei ed arabi non dissimile da quella che aveva ispirato negli ultimi anni la <strong>politica</strong><br />

coloniale italiana <strong>in</strong> Libia (e che negli anni successivi sarebbe stata, se non abbandonata,<br />

quanto meno prudentemente taciuta, <strong>in</strong> virtù della “simpatia” verso gli arabi e l’Islam):<br />

Tentare l’esperimento liberale e la collaborazione <strong>in</strong> Siria è errore non di tattica, ma di concezione della<br />

battaglia <strong>in</strong>gaggiata.<br />

Con l’orientale non si collabora; l’orientale si dom<strong>in</strong>a o si è dom<strong>in</strong>ati. L’orientale <strong>–</strong> soprattutto di fronte<br />

all’occidentale <strong>–</strong> non conosce che una sola legge, quella della forza. Non la forza nel suo senso più<br />

brutale, ma <strong>in</strong> quello più umano e più alto di volontà ferma, decisa, dom<strong>in</strong>atrice; di legge che non<br />

transige; di norma regolatrice costante ed unica; di giustizia implacabile.<br />

La forza e la giustizia sono i miti d<strong>in</strong>anzi a cui l’orientale si piega e tace e obbedisce. Non amerà mai<br />

neppure chi lo dom<strong>in</strong>a attraverso questi due miti; non avrà mai, qualunque siano i benefici che gli si<br />

arrecano, il senso della gratitud<strong>in</strong>e; ma avrà il timore ed il rispetto.<br />

Perché sentirà di trovarsi di fronte alla razza superiore alla sua 196 .<br />

La situazione attuale, confusa e drammatica per via degli errori francesi, sembrava avere<br />

come unica via d’uscita il ricorso ad un monarca, che però era difficile da <strong>in</strong>dividuare, perché<br />

i candidati ben visti dalla Francia erano <strong>in</strong>visi alla popolazione, e viceversa. È da osservare<br />

che, <strong>in</strong> questa fase, i nazionalisti <strong>siria</strong>ni venivano dip<strong>in</strong>ti da De Dicco come estremisti<br />

193 ASMAE, AP, Siria 9, Tel. 225739/37, Roma 7 agosto 1934, Suvich alla direzione del Banco di Roma<br />

194 ASMAE, AP, Siria 12, Tel. 222/59, Damasco 18 febbraio 1935, Caruso al MAE<br />

195 Un’op<strong>in</strong>ione che, del resto, era condivisa anche da osservatori al di fuori dell’Italia: Secondo Elizabeth<br />

Monroe, la dim<strong>in</strong>uzione del prestigio francese nel Levante dopo l’<strong>in</strong>izio dell’amm<strong>in</strong>istrazione mandataria era un<br />

dato di fatto, che veniva attribuito agli errori politici della Francia, ma anche, con tipico atteggiamento<br />

eurocentrico, all’<strong>in</strong>nata <strong>in</strong>gratitud<strong>in</strong>e e propensione alle lamentele da parte dei <strong>siria</strong>ni: E. Monroe, The<br />

Mediterranean <strong>in</strong> Politics, cit., pp. 83-84<br />

196 ASMAE, AP, Siria 3, Tel. 1076/302, Beirut 27 settembre <strong>1932</strong>, De Cicco al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i

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