politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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l’attività economica, e cercando di impedire che le due potenze rivali approfittassero della<br />
loro posizione per acquisire una posizione di vantaggio permanente, nel Vic<strong>in</strong>o Oriente.<br />
Così, dopo che la Gran Bretagna concluse il trattato con l’Iraq nel 1930, <strong>in</strong> Italia vi fu un<br />
grande allarme. Infatti, <strong>in</strong> questo modo la Commissione dei Mandati e la S.d.N. cessavano di<br />
avere qualsiasi voce <strong>in</strong> capitolo nelle questioni irachene, mentre la Gran Bretagna si<br />
assicurava una posizione dom<strong>in</strong>ante, con un accordo che somigliava molto all’istituzione di<br />
un protettorato. Il più grande timore dell’Italia era che questo schema potesse ripetersi <strong>in</strong> Siria<br />
e Libano, pregiudicando gravemente il suo tentativo di penetrazione economica e <strong>politica</strong>. La<br />
Francia, da parte sua, si trovava costretta a fare dei passi concreti <strong>in</strong> direzione di un trattato,<br />
anche se controvoglia, perché i nazionalisti <strong>siria</strong>ni erano conv<strong>in</strong>ti che il loro paese fosse assai<br />
più evoluto dell’Iraq, e qu<strong>in</strong>di non meritasse nulla di meno di quello che otteneva<br />
quest’ultimo 158 .<br />
La delegazione italiana a G<strong>in</strong>evra ricevette dai funzionari francesi la conferma alle sue<br />
preoccupazioni, nell’ottobre <strong>1932</strong>: la Francia <strong>in</strong>tendeva separare il Libano dalla Siria e<br />
stabilirvi un protettorato, mentre con la Siria avrebbe concluso un trattato analogo a quello<br />
anglo-iracheno. Per gli italiani, che non avevano alcuna <strong>in</strong>tenzione di riconoscere alla Francia<br />
degli <strong>in</strong>teressi prevalenti nel Levante <strong>–</strong> che pure erano, almeno <strong>in</strong> Libano, <strong>in</strong>negabili <strong>–</strong> si<br />
trattava di una violazione <strong>in</strong>accettabile degli scopi del Mandato. D’altra parte, la Francia era<br />
perfettamente consapevole che l’Italia costituiva il pr<strong>in</strong>cipale ostacolo ai suoi progetti, <strong>in</strong> sede<br />
di S.d.N. 159 . L’oggetto pr<strong>in</strong>cipale dell’ostilità italiana era la progettata divisione fra Siria e<br />
Libano, che prevedeva la cont<strong>in</strong>uazione del mandato su quest’ultimo, o la creazione di un<br />
protettorato. In tal modo, la Francia avrebbe mantenuto una solida presenza nel Levante, non<br />
solo nel Libano, poiché avrebbe potuto esercitare una forte <strong>in</strong>fluenza su una Siria menomata<br />
territorialmente, e priva dei suoi sbocchi naturali sul mare.<br />
Sulla stampa italiana, l’ipotesi del trattato franco-<strong>siria</strong>no venne aspramente criticata, <strong>in</strong><br />
quanto contraria allo spirito e alla lettera del Mandato. Romolo Tritonj scrisse un articolo <strong>in</strong><br />
proposito su Oriente Moderno dell’aprile 1933, denunciando la violazione del pr<strong>in</strong>cipio di<br />
uguaglianza fra paesi membri della S.d.N., e accusando la Gran Bretagna di avere concesso<br />
prematuramente l’<strong>in</strong>dipendenza all’Iraq, che <strong>in</strong> realtà non era affatto <strong>in</strong> grado di reggersi da<br />
solo. Con il trattato, l’Iraq era stato privato dalla tutela <strong>in</strong>ternazionale, solamente per f<strong>in</strong>ire<br />
sotto quella esclusiva britannica 160 . Bisognava dunque vigilare perché <strong>in</strong> Siria non accedesse<br />
la stessa cosa, con la concessione di una “simulata <strong>in</strong>dipendenza” da parte della Francia 161 . Il<br />
mese successivo, la stessa rivista pubblicò un articolo di Gaspare Ambros<strong>in</strong>i, che contestava<br />
con decisione ogni ipotesi di trasformazione del Mandato <strong>in</strong> Siria. La tesi di fondo era che la<br />
Siria, essendo ancora <strong>politica</strong>mente immatura <strong>–</strong> come dimostravano, ad esempio, i periodici<br />
disord<strong>in</strong>i, che avevano portato anche alla sospensione della costituzione <strong>–</strong> non aveva<br />
raggiunto un grado di evoluzione che giustificasse la cessazione del Mandato. In queste<br />
condizioni, <strong>in</strong>oltre, un trattato franco-<strong>siria</strong>no era illegittimo, perché il rapporto fra “tutore” e<br />
“pupillo” dava alla Francia una posizione di <strong>in</strong>debito vantaggio nelle trattative. Di<br />
conseguenza, un’evoluzione analoga a quella dei rapporti anglo-iracheni, con la creazione di<br />
un protettorato di fatto, costituiva una violazione del patto della S.d.N., del pr<strong>in</strong>cipio di<br />
uguaglianza fra i suoi membri, e della lettera stessa del Mandato 162 .<br />
Gli italiani, <strong>in</strong> un primo momento, assunsero dunque una posizione di strenua difesa dei<br />
mandati <strong>in</strong>ternazionali, che permettevano un maggiore controllo attraverso la S.d.N. e la<br />
158 ASMAE, AP, Siria 3, Tel. 1076/302, Beirut 27 settembre <strong>1932</strong>, De Cicco al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i<br />
159 ASMAE, AP, Siria 3, Tel. 30/28, G<strong>in</strong>evra 4 ottobre <strong>1932</strong>, Augusto Bianchieri Chiappori (del Servizio Istituti<br />
Internazionali del MAE) al MAE<br />
160 Romolo Tritonj, “La f<strong>in</strong>e del Mandato sull’‘Iraq e una preoccupazione per l’Italia”, <strong>in</strong> Oriente Moderno,<br />
Aprile 1933, p. 173<br />
161 Ivi, p. 177<br />
162 Gaspare Ambros<strong>in</strong>i, “Sulla trasformazione del Mandato francese <strong>in</strong> Siria”, <strong>in</strong> Oriente Moderno, Maggio 1933,<br />
pp. 221-231