politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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Quest’ultimo era <strong>in</strong> relazioni costanti con Arslan, e probabilmente gli italiani credevano che,<br />
conv<strong>in</strong>cendo uno dei due, avrebbero cambiato atteggiamento entrambi 89 .<br />
Il mutamento di rotta di Arslan, secondo William Cleveland, non fu concordato con gli<br />
italiani 90 . Il governo di Roma sembrò anzi piuttosto sorpreso dalla pubblicazione del suo<br />
articolo su al-Jamiʻa al-Arabiyya del 13 giugno, <strong>in</strong> cui l’emiro ebbe parole di elogio per<br />
l’atteggiamento dell’Italia verso i musulmani. Il m<strong>in</strong>istro delle Colonie, De Bono, era assai<br />
cauto: l’articolo poteva <strong>in</strong>dicare un s<strong>in</strong>cero cambiamento nell’atteggiamento di Shakib Arslan,<br />
ma poteva trattarsi soltanto di una manovra per fare pressione su Francia e Gran Bretagna, e<br />
sp<strong>in</strong>gerle così ad accettare l’<strong>in</strong>dipendenza <strong>siria</strong>na. In ogni caso, sembrava opportuno dare<br />
risalto all’articolo sulla stampa <strong>siria</strong>na, assieme alla notizia correlata che i campi di<br />
concentramento <strong>in</strong> Cirenaica erano stati chiusi def<strong>in</strong>itivamente 91 . Come però si è visto,<br />
l’ipotesi di “comprare” Arslan era già emersa nel 1931, e Aloisi aveva proposto nuovamente<br />
di stabilire dei contatti nel marzo del 1933, <strong>in</strong>viando, a questo scopo, Enderle <strong>in</strong> Svizzera.<br />
Anche se l’articolo del 13 giugno non era stato concordato con gli italiani, Arslan era<br />
certamente al corrente del fatto che gli italiani erano pronti a dargli appoggio f<strong>in</strong>anziario e<br />
politico, se avesse messo f<strong>in</strong>e alla sua campagna contro di loro. Aloisi scrisse a Mussol<strong>in</strong>i, il 7<br />
luglio, collegando l’articolo di Arslan al fatto che l’azione di <strong>propaganda</strong> <strong>in</strong>trapresa<br />
com<strong>in</strong>ciava a dare i primi significativi risultati. Sebbene Arslan avesse ribadito alcune vecchie<br />
accuse, «forse per la preoccupazione [...] di non fare un troppo brusco voltafaccia», esso era<br />
stato percepito nei circoli nazionalisti come un radicale mutamento dell’atteggiamento dei<br />
dirigenti arabi verso l’Italia. L’«amico <strong>in</strong>diano» aveva <strong>in</strong>oltre preso contatti con Ihsan al-<br />
Jabiri, che aveva fatto promesse di cooperazione. Purtroppo dal documento non è chiaro se<br />
tali contatti avessero avuto luogo prima o dopo la “svolta” di Arslan; <strong>in</strong> ogni caso, nel giro di<br />
tre settimane, gli italiani stavano già discutendo con l’emiro di questioni economiche: Aloisi<br />
scrisse che bisognava «aiutare Scekib Arslam [sic] che ha bisogno di denaro». L’emiro aveva<br />
dichiarato di non potere accettare sussidi diretti, ed aveva suggerito <strong>in</strong>vece agli italiani «di<br />
contrarre qualche cent<strong>in</strong>aio di abbonamenti alla sua rivista», ma questo metodo non sembrava<br />
opportuno, perché se gli abbonamenti non fossero stati r<strong>in</strong>novati, ciò sarebbe parso come «un<br />
mutamento di <strong>in</strong>tenti» dell’Italia. Aloisi suggerì <strong>in</strong>vece di pagare un contributo di 10.000 lire,<br />
per le spese di organizzazione del futuro Congresso dei Musulmani d’Europa, del quale<br />
Arslan era stato nom<strong>in</strong>ato presidente 92 . A luglio, dunque, i legami fra il governo italiano e<br />
Shakib Arslan erano già stati allacciati. In una lettera <strong>in</strong>dirizzata a un notabile di Nablus, nel<br />
mese di novembre, l’emiro consigliava agli arabi di riavvic<strong>in</strong>arsi all’Italia, la quale, <strong>in</strong> cambio<br />
dell’appoggio degli ambienti nazionalisti nei paesi sotto mandato, avrebbe promosso una<br />
<strong>politica</strong> più liberale <strong>in</strong> Libia, permettendo il ritorno degli esuli ed aiutando i contad<strong>in</strong>i libici 93 .<br />
Se effettivamente gli italiani avevano fatto queste promesse, ciò spiega perché Arslan si<br />
attribuisse <strong>in</strong> seguito il merito per lo smantellamento dei campi <strong>in</strong> Cirenaica, e per la nuova<br />
<strong>politica</strong> <strong>in</strong>digena <strong>fascista</strong> <strong>in</strong> Libia.<br />
Dopo avere partecipato all’organizzazione del Congresso degli Studenti Asiatici assieme a<br />
Ihsan al-Jabiri, Arslan ottenne nel febbraio 1934 due udienze con Mussol<strong>in</strong>i, nelle quali gli<br />
presentò tre appunti, sulla questione palest<strong>in</strong>ese, quella libica e quella <strong>siria</strong>na. Riguardo alla<br />
Libia, affermava che non esisteva per gli arabi del Levante una vera questione <strong>politica</strong>, purché<br />
i libici fossero contenti della <strong>politica</strong> italiana. A tale scopo, dava alcuni “consigli” a<br />
Mussol<strong>in</strong>i: un’amnistia per tutti gli esiliati e chiusura completa dei campi di concentramento;<br />
89<br />
CADN, Syrie-Liban, DP, 629, N° 81/S.F., “Information”, Tripoli 3 aprile 1933<br />
90<br />
W. L. Cleveland, Islam Aga<strong>in</strong>st the West, cit., p. 201, nota 30<br />
91<br />
ASMAE, AP, Libia 7, Tel. 65137, Roma 3 luglio 1933, De Bono al MAE<br />
92<br />
“Il Capo Gab<strong>in</strong>etto, Aloisi, al Capo del Governo e M<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i”, Roma 7 luglio 1933, <strong>in</strong><br />
DDI, 7° serie, Vol. XIII, 950, pp. 992-993<br />
93<br />
CADN, Syrie-Liban, DP, 672, N° 48/10/F, Gerusalemme 8 novembre 1933, il console francese a<br />
Gerusalemme, d’Aumale, a De Martel