politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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utile averlo dalla propria parte, ciò avvenne dunque dopo che il governo italiano decise di<br />
lasciar cadere questo primo tentativo di stabilire dei contatti.<br />
A partire da Damasco, la campagna di boicottaggio contro i prodotti italiani venne<br />
rilanciata dall’emiro all’<strong>in</strong>izio del 1933. Il suo appello, rivolto a tutti gli arabi, fu riprodotto e<br />
distribuito attraverso dei volant<strong>in</strong>i, ad opera del Comitato di Difesa di Tripoli e Barqa, diretto<br />
da Bashir al-Sa‘dawi 76 . La lunga lettera di Arslan era comparsa <strong>in</strong>izialmente su al-Ayyam, ed<br />
era stata riprodotta dalla stampa di Damasco. Pur attaccando duramente la <strong>politica</strong> italiana <strong>in</strong><br />
Cirenaica, e il tentativo di coprire con smentite e menzogne quanto succedeva nella regione,<br />
essa conteneva già i germi della possibile riconciliazione; Arslan, <strong>in</strong>fatti, ricordava la sua<br />
amicizia con Mussol<strong>in</strong>i, che risaliva al 1922, e lasciava <strong>in</strong>tendere che si era trovato costretto a<br />
<strong>in</strong>traprendere la campagna di boicottaggio, dopo che i suoi diversi appelli al “duce” aff<strong>in</strong>ché<br />
chiudesse i campi di concentramento e restituisse i beni agli ex ribelli erano caduti nel<br />
vuoto 77 .<br />
La campagna anti-italiana di Arslan co<strong>in</strong>volse la stampa dell’<strong>in</strong>tero mondo arabo. A<br />
maggio, il console a Gerusalemme riferì di una serie di articoli comparsi su al-Jami‘a al-<br />
Islamiyya che riprendevano le accuse al colonialismo libico comparse nelle due pubblicazioni<br />
del Comitato di Damasco, <strong>in</strong>titolate “Le atrocità nere e rosse” e “Sguardo generale sulle<br />
azioni dell’Italia <strong>in</strong> Tripolitania”. De Angelis sospettava che dietro la campagna vi fossero i<br />
francesi, e <strong>in</strong>vocava una «azione di difesa» attraverso una pubblicazione <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba, che<br />
valorizzasse l’opera di civilizzazione italiana <strong>in</strong> Libia 78 . Articoli ostili comparvero anche<br />
sull’egiziano Kawkab al-Sharq. Le <strong>in</strong>formazioni raccolte rivelavano che l’orig<strong>in</strong>e degli<br />
articoli egiziani era <strong>in</strong> realtà la Siria, da dove essi venivano <strong>in</strong>viati a Sami al-Sarraj,<br />
«mestatore» <strong>siria</strong>no residente al Cairo, e collaboratore della locale stampa d’opposizione 79 . A<br />
giugno, De Cicco confermava che il centro della campagna anti-italiana era Damasco 80 .<br />
A marzo, il Capo del Gab<strong>in</strong>etto Aloisi aveva proposto nuovamente di cercare il<br />
riavvic<strong>in</strong>amento con Shakib Arslan, sulla base delle <strong>in</strong>formazioni contenute <strong>in</strong> un rapporto<br />
sull’Oriente musulmano dei servizi segreti 81 . Non si trattava solamente di porre f<strong>in</strong>e alla sua<br />
campagna di stampa contro l’Italia; circolava <strong>in</strong>fatti la voce che la Francia stesse<br />
promuovendo la ripresa dell’attività anti-italiana <strong>in</strong> Siria, come rappresaglia per l’opposizione<br />
svolta dall’Italia alla S.d.N. contro la sua <strong>politica</strong> mandataria nel Levante. La campagna<br />
avrebbe cercato di risuscitare «i risentimenti manifestatisi <strong>in</strong> occasione dell’occupazione di<br />
Cufra e della esecuzione di Omar el Muktar». Aloisi suggeriva qu<strong>in</strong>di di organizzare «una<br />
accorta e organizzata contro<strong>propaganda</strong> nei paesi mussulmani», ottenendo l’appoggio di<br />
<strong>in</strong>fluenti leader nazionalisti e «opportunamente sussidiando i pr<strong>in</strong>cipali giornali nazionalisti».<br />
A tale scopo, <strong>in</strong> particolare, avanzava la seguente proposta:<br />
Risiedeva a G<strong>in</strong>evra l’Emiro Chekib Arslan, membro della Delegazione siro-palest<strong>in</strong>ese, noto<br />
propagandista del nazionalismo arabo, e Direttore della Rivista Le monde arabe [sic] che si pubblica <strong>in</strong><br />
quella città, il quale, per il centro <strong>in</strong>ternazionale <strong>in</strong> cui agisce e per gli stretti rapporti che mantiene con i<br />
pr<strong>in</strong>cipali esponenti del nazionalismo islamico e colla stampa mussulmana di tali paesi, esercita una<br />
notevole <strong>in</strong>fluenza.<br />
Viene segnalato che i francesi, i quali già <strong>in</strong> passato avevano cercato di allacciare rapporti con lui,<br />
starebbero per attrarlo nella loro orbita: Chekib Arslan è tutt’altro che <strong>in</strong>sensibile al danaro.<br />
76 CADN, Syrie-Liban, AD, 1060, Information n° 806 della Sûreté Générale, Beirut 21 febbraio 1933<br />
77 ASMAE, AP, Libia 7, Tel. 6294, Roma 15 aprile 1933, il m<strong>in</strong>istro delle Colonie al MAE, e allegata traduzione<br />
dell’articolo di Arslan “Le ambizioni dell’Italia <strong>in</strong> Tripolitania”<br />
78 ASMAE, AP, Libia 7, Tel. 215766/317, Roma 26 maggio 1933, G<strong>in</strong>o Buti al m<strong>in</strong>istro delle Colonie, riferito a<br />
un Telespresso del console a Gerusalemme, De Angelis, del 25 aprile<br />
79 ASMAE, AP, Libia 7, Tel. 1856/499, Cairo 18 maggio 1933, Pagliano al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i<br />
80 ASMAE, AP, Libia 7, Tel. 962/311, Beirut 14 giugno 1933, De Cicco al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i<br />
81 ASMAE, Gab., 1059, “Appunto <strong>in</strong> data 29 marzo 1933 (XI) <strong>in</strong>iziale del Servizio Segreto circa l’Oriente<br />
mussulmano”. L’appunto è datato <strong>in</strong> realtà 27 marzo.