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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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XII<br />

meno rigida possibile di ideologia <strong>–</strong> <strong>in</strong>tesa come un <strong>in</strong>sieme di miti, simboli, valori,<br />

aspirazioni, ideali che concorrono a formare una visione complessiva del mondo <strong>–</strong> sono<br />

conv<strong>in</strong>to che l’esistenza di un’ideologia <strong>fascista</strong>, per quanto <strong>in</strong>def<strong>in</strong>ita, contraddittoria,<br />

asistematica, sia un fatto <strong>in</strong>negabile. Allo stesso modo, esistono elementi sufficienti per<br />

descrivere, se non un “programma”, una visione <strong>fascista</strong> della <strong>politica</strong> estera, con degli<br />

obiettivi e dei miti propri, il cui nucleo essenziale era costituito dall’aspirazione a fare<br />

nuovamente dell’Italia il centro della civiltà mediterranea. Ho cercato di descrivere al meglio<br />

e s<strong>in</strong>teticamente queste caratteristiche, ponendo <strong>in</strong> rilievo l’importanza del Mediterraneo nella<br />

<strong>politica</strong> estera dell’Italia <strong>fascista</strong>, e <strong>in</strong>quadrando a sua volta la <strong>politica</strong> araba all’<strong>in</strong>terno di<br />

quella mediterranea. Ho qu<strong>in</strong>di proposto la mia def<strong>in</strong>izione della “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>” <strong>fascista</strong>,<br />

con le sue caratteristiche proprie e orig<strong>in</strong>ali, e diversa, per quanto complementare, rispetto a<br />

una “<strong>politica</strong> araba” tradizionale e di vecchia data, che l’Italia <strong>fascista</strong> aveva ereditato dal<br />

passato liberale.<br />

Il capitolo 2 descrive la “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>” del fascismo nel suo sviluppo cronologico, f<strong>in</strong>o<br />

alla guerra d’Etiopia, e nei suoi caratteri generali. Vengono illustrate le motivazioni che<br />

portarono alla sua adozione; gli strumenti della <strong>propaganda</strong>, con particolare attenzione alla<br />

stampa; le differenze geografiche, e <strong>in</strong> particolare il ruolo chiave dell’Egitto; l’ampiezza e la<br />

qualità degli sforzi del governo italiano. Mi sono proposto di mettere <strong>in</strong> luce, <strong>in</strong> questo modo,<br />

come l’attività politico-propagandistica del fascismo <strong>in</strong> Libano e Siria costituisse un tassello<br />

di una <strong>politica</strong> assai più ampia che comprendeva, con caratteristiche diverse da regione a<br />

regione, l’<strong>in</strong>tero mondo arabo, co<strong>in</strong>volgendo anche paesi musulmani non arabi come l’Iran e<br />

l’India. Ho poi voluto evidenziare gli stretti legami fra l’evoluzione della “<strong>politica</strong> <strong>islamica</strong>” e<br />

la <strong>politica</strong> coloniale <strong>fascista</strong>, particolarmente <strong>in</strong> Libia ma, dopo il 1935, anche nell’Africa<br />

Orientale Italiana.<br />

La seconda parte, che costituisce la sezione più importante e orig<strong>in</strong>ale della tesi,<br />

comprende i capitoli 3-8. Nel capitolo 3 vengono descritti gli sviluppi della stampa quotidiana<br />

e periodica <strong>in</strong> Siria e Libano nel corso degli anni Trenta, con particolare attenzione al suo<br />

impatto sulla società, e ai suoi legami con la <strong>politica</strong> e le autorità. I capitoli 4-8, seguendo una<br />

suddivisione cronologica, descrivono nel dettaglio l’attività politico-propagandistica<br />

dell’Italia <strong>fascista</strong> nei territori del Mandato francese nel Levante, dagli anni Venti (ma <strong>in</strong><br />

particolare dopo il <strong>1932</strong>), f<strong>in</strong>o all’<strong>in</strong>gresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale. Il<br />

term<strong>in</strong>e ad quem è stato scelto <strong>in</strong> considerazione del fatto che l’esplosione del conflitto mutò<br />

radicalmente le condizioni <strong>in</strong> cui si era svolta l’attività italiana <strong>in</strong> Libano e Siria; per fare un<br />

solo esempio, la censura imposta dalle autorità francesi rese impossibile qualsiasi genere di<br />

<strong>propaganda</strong> sulla stampa locale. L’attività politico-propagandistica oggetto di questa ricerca è<br />

stata ricostruita a partire da documenti d’archivio italiani, <strong>in</strong> particolare del M<strong>in</strong>istero degli<br />

Affari Esteri e del M<strong>in</strong>istero della Cultura Popolare; e dai documenti francesi del M<strong>in</strong>istère<br />

des Affaires Étrangères, conservati a Parigi, e dell’amm<strong>in</strong>istrazione mandataria <strong>in</strong> Libano e<br />

Siria, che si trovano al Centre des Archives Diplomatiques di Nantes. Ampio spazio è stato<br />

dato ai rapporti fra i rappresentanti del governo italiano e la stampa periodica locale, nonché<br />

alle op<strong>in</strong>ioni espresse su tale stampa, che permettono di <strong>in</strong>dagare quale fosse l’atteggiamento<br />

dell’op<strong>in</strong>ione pubblica (perlomeno, della classe medio-alta) di fronte al tentativo italiano di<br />

promuovere la propria immag<strong>in</strong>e e la propria visione <strong>politica</strong> nel mondo arabo. I contenuti<br />

della stampa <strong>siria</strong>na e libanese non sono stati studiati attraverso lo spoglio diretto delle<br />

collezioni dei periodici, ma utilizzando le rassegne stampa che venivano periodicamente<br />

redatte sia dai consolati italiani che dalle autorità mandatarie francesi, i quali traducevano o<br />

riassumevano, ad uso proprio e dei rispettivi governi, tutto ciò che veniva scritto di<br />

<strong>politica</strong>mente rilevante sulla stampa locale. Si tratta di una scelta consapevole che ho<br />

effettuato per motivi pratici, pur consapevole dei problemi metodologici e dei rischi che<br />

comportava il servirsi di rassegne stampa, che offrono dei materiali filtrati attraverso le<br />

selezioni e le traduzioni, o peggio i riassunti, effettuati da funzionari europei. Gli svantaggi

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