politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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Turchia; tuttavia, bisognava considerare che le cifre non corrispondevano all’effettivo<br />
<strong>in</strong>terscambio fra Italia e Turchia, poiché gran parte del commercio austro-ungherese nel<br />
Mediterraneo si svolgeva sulle imbarcazioni italiane. Mussol<strong>in</strong>i aveva cercato di stabilire<br />
un’alleanza con gli stati rivieraschi, Grecia e Turchia, per ottenere il controllo dell’area, ma la<br />
diffidenza del governo kemalista si era rivelata f<strong>in</strong>ora <strong>in</strong>sormontabile, nonostante la<br />
<strong>propaganda</strong> e la <strong>politica</strong> di collaborazione economica portate avanti con energia dall’Italia 22 .<br />
La svolta <strong>politica</strong> italiana aveva riguardato anche l’atteggiamento verso il mandato<br />
francese nel Levante. A partire dal 1927, pur rifiutando di fornire aiuti concreti ai nazionalisti<br />
<strong>siria</strong>ni, Roma aveva com<strong>in</strong>ciato a guardare con <strong>in</strong>teresse alla loro attività antifrancese 23 .<br />
Grandi, alla f<strong>in</strong>e del 1928 <strong>in</strong>viò una circolare ai consolati <strong>in</strong> Siria e Palest<strong>in</strong>a, ord<strong>in</strong>ando che la<br />
<strong>propaganda</strong> nel Levante venisse <strong>in</strong>tensificata 24 .<br />
In Siria e Libano, l’attività italiana aveva un carattere particolare, per due ragioni. La prima<br />
era che i Mandati della S.d.N. avevano un carattere temporaneo, e dovevano preparare i paesi<br />
all’autogoverno; la seconda era la presenza di m<strong>in</strong>oranze cattoliche, che da sempre avevano<br />
contato sull’appoggio di una potenza europea. L’Italia osservava con attenzione gli sviluppi<br />
nella regione, e, secondo alcuni, mirava a sostituirsi alla Francia. Shakib Arslan aveva<br />
espresso l’anno precedente il timore che Italia e Turchia avessero pattuito, <strong>in</strong> caso di guerra,<br />
una spartizione della Siria. Il rappresentante italiano alla Commissione dei Mandati cercava<br />
soprattutto di evitare, <strong>in</strong> qualsiasi modo, che al momento della f<strong>in</strong>e del Mandato la Francia<br />
potesse mantenere delle posizioni di privilegio. La comunità italiana nel Levante era poco<br />
numerosa, contando appena un migliaio di persone, anche perché molti erano stati cacciati<br />
dall’Impero Ottomano <strong>in</strong> conseguenza della guerra del 1911-12. Essa era largamente più<br />
piccola di qualsiasi comunità italiana nei paesi arabi del Nord Africa (la più esigua, quella nel<br />
Marocco, ammontava a 12.602 persone, all’<strong>in</strong>izio degli anni Trenta). Proprio per questo<br />
motivo era, però, particolarmente propensa a raggrupparsi, a iscriversi alle associazioni<br />
fasciste, e a frequentare scuole e stabilimenti italiani 25 . I tentativi di accrescere<br />
l’<strong>in</strong>segnamento italiano avevano avuto poco successo: le scuole italiane erano appena 15 nel<br />
<strong>1932</strong>, con 1.659 alunni. Per fare un raffronto, la Francia aveva un’università, 41 collegi, e 400<br />
scuole per un totale di 45.000 alunni; gli Stati Uniti avevano anch’essi una loro università, 12<br />
collegi e 87 scuole con 6.000 alunni, e anche gli <strong>in</strong>glesi, con 6 collegi e 36 scuole per 2.000<br />
alunni, superavano gli italiani 26 . Nel 1934, l’Italia aveva <strong>in</strong>oltre <strong>in</strong> Siria e Libano 8 istituzioni<br />
caritatevoli <strong>–</strong> ospedali, orfanotrofi, ecc. <strong>–</strong> contro 39 della Francia e 11 degli Stati Uniti 27 . Dal<br />
punto di vista economico, tuttavia, la posizione italiana era migliore; fra gli stati non limitrofi,<br />
l’Italia si collocava fra il terzo e il quarto posto per le importazioni ed esportazioni, ed aveva<br />
una posizione prem<strong>in</strong>ente per quanto riguardava il naviglio nei porti del Mandato 28 .<br />
Nei primi anni, la <strong>politica</strong> italiana nel Mandato era stata di tipo tradizionale: non aveva<br />
mirato, cioè, a stabilire rapporti con la <strong>politica</strong> locale, o ad acquisire consenso presso la<br />
popolazione araba, ma si era limitata al consolidamento della colonia italiana <strong>in</strong> città, e alla<br />
promozione delle sue attività culturali, sociali ed economiche. Si trattava soprattutto di<br />
mobilitare la comunità italiana di emigrati attorno al fascismo, con l’ambizione di farne uno<br />
strumento dell’azione <strong>politica</strong> del governo di Roma. L’unica azione <strong>politica</strong> “<strong>in</strong>digena” era<br />
quella diretta, soprattutto <strong>in</strong> Libano, verso i cristiani, nel tentativo di strappare alla Francia il<br />
ruolo di protettrice delle m<strong>in</strong>oranze religiose nel Levante. I s<strong>in</strong>tomi di quest’azione erano già<br />
22 CADN, Syrie-Liban, DP, 672, N° 1721 <strong>–</strong> 9/11, “Politique coloniale de l’Italie, suite”, 20 luglio 1937<br />
23 G. Carocci, La <strong>politica</strong> estera dell’Italia <strong>fascista</strong>, cit., p. 204<br />
24 R. Quartararo, Roma tra Londra e Berl<strong>in</strong>o, cit., Vol. 1, p. 340<br />
25 CADN, Syrie-Liban, DP, 672, N° 1721 <strong>–</strong> 9/11, “Politique coloniale de l’Italie, suite”, 20 luglio 1937<br />
26 Nel 1935, le cifre erano pressappoco le stesse : su 618 scuole straniere, 450 erano francesi, 99 americane, 36<br />
britanniche e 20 italiane : S. H. Longrigg, Syria and Lebanon, cit., p. 289, nota 1<br />
27 Ivi, p. 287<br />
28 CADN, Syrie-Liban, DP, 672, N° 1721 <strong>–</strong> 9/11, “Politique coloniale de l’Italie, suite”, 20 luglio 1937<br />
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