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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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oscillava tra un programma m<strong>in</strong>imo di collaborazione con dei paesi arabi <strong>in</strong>dipendenti, nei<br />

quali si aspirava ad assumere un’<strong>in</strong>fluenza <strong>politica</strong> predom<strong>in</strong>ante <strong>in</strong> modo pacifico, e la brama<br />

di conquiste territoriali che riaffiorava, soprattutto, ogni qual volta le tensioni <strong>in</strong>ternazionali<br />

rendevano attuale l’ipotesi di un conflitto armato. Gli italiani si attenevano perlopiù ad un<br />

programma di espansione pacifica, ma non persero mai d’occhio la possibilità di porre le basi<br />

di una presenza più solida, conquistando delle aree di <strong>in</strong>fluenza esclusiva attraverso trattative<br />

diplomatiche o azioni militari. Ad esempio, il console italiano a Beirut, Attilio De Cicco, <strong>in</strong><br />

un rapporto del 1933 <strong>in</strong> cui descriveva la situazione delle scuole italiane nei territori del<br />

mandato, affermò che l’Italia doveva consolidare le sue posizioni ad Aleppo, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di<br />

<strong>in</strong>fluenza culturale, perché «è nella Siria del Nord che si trova tutta la ricchezza terriera non<br />

sfruttata e che nessuno, forse, oltre all’Italia potrà sfruttare» 20 .<br />

I francesi erano consapevoli delle mire italiane nel Mediterraneo, ed avevano un’idea<br />

abbastanza precisa dei metodi seguiti per metterle <strong>in</strong> atto. Un rapporto del M<strong>in</strong>istero della<br />

Guerra francese, stilato nel 1933, descriveva quella che era def<strong>in</strong>ita la «<strong>politica</strong> estera<br />

coloniale» dell’Italia, tutta mirata ad estendere l’<strong>in</strong>fluenza italiana <strong>in</strong> Nord Africa, nel Mar<br />

Rosso e nel Levante. Essa era <strong>in</strong>nanzitutto una <strong>politica</strong> di prestigio, che voleva affermare agli<br />

occhi del mondo la potenza della giovane Italia, e il suo diritto di <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> ogni<br />

negoziazione e problema <strong>in</strong>ternazionale; era poi una <strong>politica</strong> di “italianità”, che chiamava<br />

all’appello tutti gli italiani emigrati, e cercava di mobilitarli a sostegno del fascismo e della<br />

<strong>politica</strong> di potenza di Roma. Essi dovevano essere, nell’<strong>in</strong>tenzione del fascismo, sempre<br />

pronti a servire gli <strong>in</strong>teressi politici della madrepatria, e dovevano <strong>in</strong>oltre persuadere il resto<br />

del mondo che la popolazione italiana era chiusa entro conf<strong>in</strong>i troppo stretti, ed aveva il diritto<br />

a un impero più vasto. E, appunto, la volontà d’espansione era il terzo aspetto della <strong>politica</strong><br />

dell’Italia: consapevoli che lo stato attuale delle colonie non poteva essere modificato, gli<br />

italiani puntavano ad ottenere delle basi di <strong>in</strong>fluenza <strong>in</strong> diverse zone del Mediterraneo, sulle<br />

quali avrebbero potuto, <strong>in</strong> futuro, appoggiare delle pretese territoriali, ben sapendo che ogni<br />

conquista coloniale partiva dalla pretesa di difendere diritti e <strong>in</strong>teressi locali. La Francia<br />

costituiva l’ostacolo pr<strong>in</strong>cipale contro il quale andavano a cozzare le ambizioni della <strong>politica</strong><br />

estera italiana. Essa controllava il Mediterraneo occidentale grazie al triangolo Tolone <strong>–</strong><br />

Tangeri <strong>–</strong> Biserta, oltre a possedere l’importante base della Corsica; ed era <strong>in</strong>oltre colpevole<br />

di avere “sottratto” la Tunisia all’Italia, e di averla esclusa dal Vic<strong>in</strong>o Oriente con l’istituzione<br />

del Mandato <strong>in</strong> Siria e Libano. Tale situazione era considerata tanto più <strong>in</strong>giusta <strong>in</strong> quanto la<br />

Francia era una potenza <strong>in</strong> decl<strong>in</strong>o demografico (e qu<strong>in</strong>di, nella rozza visione di Mussol<strong>in</strong>i,<br />

politico e militare), mentre l’Italia aveva una popolazione sovrabbondante e <strong>in</strong> aumento. Il<br />

fascismo sembrava coltivare l’ambizione di rimpiazzare la Francia nel ruolo di grande<br />

potenza lat<strong>in</strong>a e cattolica, e coltivava ambizioni su gran parte dei suoi territori coloniali. 21 .<br />

Mentre la situazione <strong>in</strong> Africa del Nord era abbastanza stabile, e non permetteva all’Italia<br />

grandi marg<strong>in</strong>i d’azione, diversa era quella nel bac<strong>in</strong>o orientale del Mediterraneo, dove<br />

accanto ai paesi occupati da Francia e Inghilterra si trovavano paesi <strong>in</strong>dipendenti che<br />

potevano essere portati al fianco dell’Italia. Inoltre, la presenza francese e britannica nel<br />

Vic<strong>in</strong>o Oriente non era solida come altrove, e l’Italia cercava di sfruttare la propria posizione<br />

geografica per acquisirvi delle posizioni importanti, <strong>in</strong> previsione del momento <strong>in</strong> cui gli stati<br />

della regione si sarebbero sv<strong>in</strong>colati dal regime dei mandati e dei trattati bilaterali.<br />

Secondo il rapporto francese, la <strong>politica</strong> di Mussol<strong>in</strong>i era cambiata attorno al 1928, quando<br />

erano state accantonate le rivendicazioni legate al Patto di Londra, e riconosciuto il fatto che<br />

la conquista militare di territori nel Mediterraneo non era più possibile. Bisognava <strong>in</strong>vece<br />

sviluppare le relazioni commerciali, e, per quanto riguardava il Mediterraneo orientale, fare<br />

delle isole dell’Egeo un centro d’attrazione verso l’Italia. Questa aspirazione aveva un<br />

fondamento nella posizione predom<strong>in</strong>ante del naviglio italiano nei traffici dei porti della<br />

20 ASMAE, AP, Siria 7, Tel. 1893/585, Beirut 21 novembre 1933, De Cicco al m<strong>in</strong>istro degli Esteri, Mussol<strong>in</strong>i<br />

21 CADN, Syrie-Liban, DP, 672, N° 1440 <strong>–</strong> 9/11, “La “politique étrangère coloniale” de l’Italie”, 13 giugno 1933

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