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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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alcuni mesi <strong>in</strong> Iraq, era sovvenzionato da Baghdad 170 . Al-Jazira (1.500 copie) era diretto da<br />

Taysir Zabiyan al-Kaylani, ex redattore del Fata’ al-‘Arab e genero di Shahbandar. Era perciò<br />

un organo di opposizione al Blocco ed anti-mandatario, oltre ad essere il pr<strong>in</strong>cipale mezzo<br />

della <strong>propaganda</strong> <strong>fascista</strong> a Damasco (il direttore era def<strong>in</strong>ito senza mezzi term<strong>in</strong>i un «agente<br />

italiano») 171 . Nel 1939, probabilmente per evitare la censura francese, Zabiyan decise di<br />

trasferire il quotidiano ad Amman, <strong>in</strong> Transgiordania 172 . I restanti quotidiani, di m<strong>in</strong>ore<br />

importanza, avevano una tiratura compresa fra 300 e 1.000 copie. La stampa settimanale e<br />

mensile, <strong>in</strong>vece, non aveva compiuto grandi passi rispetto al decennio precedente, e sebbene<br />

la tiratura complessiva fosse aumentata, il numero dei periodici si era ridotto, e molti avevano<br />

chiuso i battenti prima del 1939; rimanevano attivi 5 settimanali per 4.700 copie complessive,<br />

ed un mensile con una tiratura di 500 copie 173 . Il loro peso politico era irrilevante.<br />

Anche ad Aleppo l’offerta della stampa quotidiana era aumentata <strong>in</strong> maniera significativa,<br />

sebbene le vendite totali rimanessero nell’ord<strong>in</strong>e di poche migliaia. Come nel resto del<br />

mandato, erano <strong>in</strong>vece scomparse gran parte delle pubblicazioni a periodicità bisettimanale, o<br />

ancora più sporadica. Il giornale a tiratura più ampia era al-Ahali (1.500 copie), il quale<br />

compariva quattro volte a settimana (non è chiaro se il giornale fosse stato <strong>in</strong> precedenza<br />

quotidiano, ed avesse ridotto la periodicità fosse una conseguenza della guerra). Il proprietario<br />

era Shakir Ni‘mat al-Sha‘bani, ex m<strong>in</strong>istro ed oppositore del Blocco e del governo, motivo<br />

per cui al-Ahali era stato spesso sospeso, ed il suo redattore capo era stato aggredito e ferito<br />

più di una volta da sostenitori del Blocco. La sua l<strong>in</strong>ea di opposizione era stata però anche la<br />

causa del suo successo di vendite ad Aleppo 174 , città dove la l<strong>in</strong>ea “morbida” del governo di<br />

Damasco era vista con forte sospetto. Il secondo quotidiano cittad<strong>in</strong>o, con 900 copie, era al-<br />

Nazir, organo <strong>in</strong>vece del Blocco, sottomesso al clan al-Jabiri e ligio alle direttive del Muhafiz<br />

di Aleppo, Mustafa al-Shihabi 175 . Al-Taqaddum non appariva che tre volte alla settimana, con<br />

una tiratura di 800 copie, sebbene prima della guerra fosse considerato il più letto e <strong>in</strong>fluente<br />

quotidiano di Aleppo. Il direttore Shukri Khayder era stato a lungo sovvenzionato dalla<br />

Francia; sostenitore del particolarismo alepp<strong>in</strong>o contro la centralizzazione dei poteri a<br />

Damasco, <strong>in</strong> quanto cristiano difendeva i diritti delle m<strong>in</strong>oranze religiose 176 . Seguivano una<br />

serie di giornali m<strong>in</strong>ori; fra di essi, al-Shabab era l’organo quotidiano della gioventù del<br />

blocco, legato al dottor ‘Abd al-Rahman al-Kayyali e considerato di poca importanza 177 . Il<br />

settimanale al-Nahda era diretto da Subhi Basmaji, ed era occasionalmente sovvenzionato<br />

dagli italiani, ma era considerato «poco serio» 178 . Anche il quotidiano al-Waqt era<br />

sovvenzionato dagli italiani (nel 1937, secondo il rapporto), ma era def<strong>in</strong>ito «opportunista,<br />

che si dà al migliore offerente», ed aveva una tiratura di appena 500 copie 179 . Al-Jihad, che<br />

appariva tre volte alla settimana ed arrivava a 600 copie, era «specialista delle campagne<br />

fanatiche»; dal 1936 veniva sovvenzionato dall’Italia, ed il suo redattore pr<strong>in</strong>cipale ‘Abd al-<br />

Qadir al-Haffar ,era stato uno degli <strong>in</strong>viati ammessi <strong>in</strong> Libia nel 1937. Nel 1938, il Consolato<br />

turco aveva acquistato la proprietà del giornale 180 . Due erano gli organi <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua francese ad<br />

Aleppo; L’Eclair du Nord appariva tre volte alla settimana con una tiratura di 800 copie. Era<br />

nato per difendere i diritti delle m<strong>in</strong>oranze religiose; nel 1935 aveva fatto una campagna<br />

contro la Gran Bretagna nella questione etiopica, ma <strong>in</strong> seguito alla <strong>politica</strong> di amicizia verso i<br />

170 Ivi, p. 51<br />

171 Ivi, p. 53<br />

172 A. Ayalon, The Press <strong>in</strong> the Arab Middle East, cit., p. 102<br />

173 CADN, Syrie-Liban, DP, 445, “La presse au Liban et en Syrie. Decembre <strong>1940</strong>”, pp. 60-70<br />

174 Ivi, p. 73<br />

175 Ivi, p. 72<br />

176 Ivi, p. 71<br />

177 Ivi, p. 74<br />

178 Ivi, p. 79<br />

179 Ivi, p. 75<br />

180 Ivi, p. 76<br />

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