politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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108<br />
all’opposizione e si alleò ai nazionalisti di Damasco 160 . Al-Masa’, pur essendo diretto da un<br />
maronita, aveva spesso appoggiato Riyad al-Sulh e l’idea di una federazione siro-libanese, ed<br />
era <strong>in</strong> stretta relazione con Fakhri al-Barudi e altri esponenti nazionalisti damasceni 161 .<br />
A Damasco, l’evoluzione della stampa nel corso degli anni Trenta fu simile, dal punto di<br />
vista quantitativo, a quella registrata <strong>in</strong> Libano. I quotidiani della città divennero 13, di cui<br />
due <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua francese; la tiratura complessiva della stampa quotidiana salì a 23.350 copie<br />
complessive 162 , di cui 3.900 rappresentate dai quotidiani <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua francese Les Echos de<br />
Syrie, cattolico e filo-italiano (1.400 copie), e Le Mat<strong>in</strong>, precedentemente chiamato La<br />
Chronique (2.500 copie), che era <strong>in</strong>vece «organo semi-ufficiale di Djémil Mardam bey». Le<br />
Mat<strong>in</strong> era polemico verso Les Echos, nonostante fosse sospettato anch’esso di contatti con<br />
Italia e Germania, ed il suo redattore André Kékati fosse bollato come «<strong>fascista</strong>» 163 .<br />
I maggiori quotidiani <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba erano al-Ayyam (3.500 copie) ed al-Qabas (3.000<br />
copie). Il primo quotidiano era stato di proprietà di Jamil Mardam, ed «organo del<br />
nazionalismo <strong>in</strong>tegrale» f<strong>in</strong>o al <strong>1932</strong>, anno <strong>in</strong> cui Mardam era andato al potere ed aveva<br />
moderato i propri toni; nel 1933, diretto da ‘Arif al-Nakadi, era divenuto nuovamente<br />
aggressivo contro il mandato. Dal 1934 il direttore era Nasuh Babil, che pur rimanendo<br />
fermamente nazionalista aveva assunto un atteggiamento di opposizione più “corretta”. Dal<br />
1937 era divenuto l’organo dell’opposizione shahbandarista, divenendo per questo oggetto di<br />
diverse misure coercitive, tra cui varie sospensioni e l’imprigionamento del suo direttore.<br />
Anche al-Qabas aveva subito ripetute sospensioni, per via dei suoi attacchi al governo, ed alle<br />
potenze straniere. Il suo atteggiamento era def<strong>in</strong>ito «estremista, fanatico, nettamente antimandatario<br />
e <strong>in</strong>transigente», ed era repubblicano e panarabista 164 . Nonostante la repressione<br />
delle autorità, al-Qabas aveva fatto registrare un notevole progresso tecnico e di vendite, tanto<br />
da raggiungere un formato di 12 pag<strong>in</strong>e nel corso del decennio 165 . Il suo direttore, Najib al-<br />
Rayyis, era un veterano del giornalismo <strong>siria</strong>no; negli anni Venti era stato direttore del<br />
pr<strong>in</strong>cipale quotidiano di Damasco, al-Muqtabas, la cui l<strong>in</strong>ea nazionalista gli era costata più di<br />
un arresto da parte delle autorità francesi, durante la Grande Rivolta nel 1925 166 .<br />
Il terzo quotidiano della città, Alif Ba’, era greco-ortodosso, «generalmente governativo» e<br />
“corretto” verso le autorità francesi. Aveva ricevuto sovvenzioni francesi prima del 1934,<br />
mentre nel 1938 aveva com<strong>in</strong>ciato a pubblicare telegrammi Stefani, con ogni probabilità<br />
dietro pagamento da parte del Consolato italiano. Era sovvenzionato anche dall’emiro<br />
Abdallah, e rivendicava la restaurazione della monarchia hashimita. Nel 1936 era divenuto<br />
favorevole al Blocco, pur rimanendo monarchico, ed aveva attaccato con forza il sionismo<br />
durante i moti di quell’anno 167 .<br />
Al-Kifah (2.500 copie) era l’organo ufficiale degli shahbandaristi, ed era stato fondato nel<br />
1938 da Am<strong>in</strong> Sa‘id, il quale era stato redattore <strong>in</strong> Egitto di al-Muqattam, e direttore della<br />
rivista al-Rabita al-Arabiyya, prima di trasferirsi a Damasco per divenire il segretario di<br />
Shahbandar 168 . Stessa tiratura aveva al-Insha’, organo ufficiale del Blocco Nazionale e diretto<br />
da Wajih al-Haffar, cug<strong>in</strong>o dell’ex m<strong>in</strong>istro Lutfi al-Haffar 169 . Fata’ al-‘Arab (1.500 copie)<br />
era di tendenza shahbandarista, monarchico e filo-turco. Era stato sovvenzionato dai francesi,<br />
ed a partire dal 1938, dopo che uno dei proprietari, Ma‘ruf Arna’ut, aveva soggiornato per<br />
160<br />
Ivi, p. 4<br />
161<br />
Ivi, pp. 20-21<br />
162<br />
Ivi, pp. 45-59<br />
163<br />
Ivi, pp. 58-59<br />
164<br />
Ivi, pp. 48-49<br />
165<br />
A. Ayalon, The Press <strong>in</strong> the Arab Middle East, cit., p. 87<br />
166<br />
Michael Provence, The Great Syrian Revolt and the Rise of Arab Nationalism, University of Texas Press,<br />
Aust<strong>in</strong> 2005, p. 24<br />
167<br />
CADN, Syrie-Liban, DP, 445, “La presse au Liban et en Syrie. Decembre <strong>1940</strong>”, p. 47<br />
168 Ivi, p. 57<br />
169 Ivi, p. 50