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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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106<br />

critico verso il governo e le autorità francesi f<strong>in</strong>o al 1934, quando aveva moderato <strong>in</strong> parte i<br />

suoi toni, tendenza che si era accentuata dopo l’elezione di Eddé a presidente nel 1936. Sul<br />

piano <strong>siria</strong>no era un sostenitore del Blocco Nazionale, e professava con forza il proprio<br />

panarabismo, anche se «meno per conv<strong>in</strong>zione che per <strong>in</strong>teresse», a detta dei francesi. Era<br />

considerato <strong>in</strong> ogni caso francofilo, e nella guerra del 1939-40 aveva sostenuto la Francia 150 .<br />

Anche al-Nahar (tiratura 3.000 copie), fondato nel 1933, era considerato un organo<br />

massonico; il suo direttore Jibran Tuwayni <strong>–</strong> uno dei giornalisti più <strong>in</strong> vista del Libano, che <strong>in</strong><br />

precedenza era stato fondatore e direttore di al-Ahrar <strong>–</strong> era un deputato ed ex m<strong>in</strong>istro grecoortodosso<br />

151 , mentre i redattori pr<strong>in</strong>cipali, Tawfiq ‘Awwad e Ahmad Maroué, erano<br />

rispettivamente un maronita ed un musulmano sciita. Repubblicano e nazionalista, anch’esso<br />

simpatizzava per il Blocco, ma sosteneva nella <strong>politica</strong> locale il partito di al-Khuri 152 .<br />

Seguiva, per diffusione, al-Bashir, organo dei padri gesuiti e più antico giornale di Beirut<br />

(fondato nel 1889). Il direttore era Padre Abella, ed il capo redattore, Padre Khalil, era un<br />

prete maronita. Francofilo, era un sostenitore della libertà di coscienza <strong>in</strong> Libano e<br />

dell’autonomia amm<strong>in</strong>istrativa per le m<strong>in</strong>oranze religiose compatte, come Alawiti e Drusi 153 .<br />

Era, secondo gli italiani, «il più vecchio organo di stampa del Vic<strong>in</strong>o Oriente, ed uno dei più<br />

autorevoli quotidiani della Siria e del Libano». Era stampato dalla missione gesuita francese<br />

<strong>in</strong> Siria e Libano, ed era considerato «l’organo ufficioso, se non ufficiale, della S. Sede <strong>in</strong><br />

Libano», letto qu<strong>in</strong>di pr<strong>in</strong>cipalmente dai cattolici, motivo per cui gli italiani erano<br />

particolarmente sensibili a ciò che vi veniva pubblicato. Il suo atteggiamento favorevole al<br />

fascismo aveva com<strong>in</strong>ciato a mutare all’<strong>in</strong>izio del 1938, con degli attacchi nei confronti della<br />

<strong>politica</strong> italiana e tedesca riguardo alla questione dell’Austria, che sp<strong>in</strong>sero il M<strong>in</strong>culpop a<br />

disporne il divieto permanente di circolazione nel Regno e nelle Colonie 154 . Al-Bashir fu nel<br />

1938 la voce più critica verso le leggi razziali fasciste di tutta la stampa araba.<br />

Il più grande quotidiano musulmano era Bayrut, fondato nel 1936, e con una tiratura di<br />

2.500 copie. Direttore e redattore capo era Muhyi al-D<strong>in</strong> al-Nusuli, ex deputato sunnita di<br />

Beirut; i redattori erano il fratello Anis, e Fuʼad Qasim, professore al collegio musulmano di<br />

Beirut. Il quotidiano nazionalista aveva appoggiato il Mufti Husse<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a, criticando i<br />

britannici e il sionismo, mentre <strong>in</strong> <strong>politica</strong> <strong>in</strong>terna aveva difeso le richieste dei musulmani e<br />

l’unione con la Siria. In occasione del trattato franco-libanese nel 1936 era stato accusato di<br />

avere fomentato il “fanatismo musulmano” che aveva portato, il 15 novembre, a scontri con i<br />

cristiani. Anis al-Nusuli era stato processato per avere pronunciato un «discorso <strong>in</strong>cendiario»<br />

<strong>in</strong> moschea, che era stato la sc<strong>in</strong>tilla di quegli scontri, e Bayrut era stato sospeso dal governo<br />

f<strong>in</strong>o all’8 gennaio 1937. A partire da quel momento, aveva accettato l’<strong>in</strong>dipendenza libanese<br />

come un fatto compiuto, sostenendo la sua adesione ad una confederazione degli stati arabi,<br />

ed aveva evitato di criticare apertamente le autorità francesi. Nella guerra del 1939-40 aveva<br />

sostenuto la Francia 155 . Il secondo fra i giornali musulmani era al-Yawm, «anglofobo» e<br />

favorevole ad un’<strong>in</strong>tesa franco-araba. Durante la ribellione palest<strong>in</strong>ese del 1936 era stato<br />

«<strong>in</strong>teramente devoto» al Mufti al-Husayni, ed <strong>in</strong> <strong>politica</strong> <strong>in</strong>terna reclamava, non<br />

sorprendentemente, una maggiore partecipazione dei musulmani all’<strong>in</strong>terno dello stato<br />

libanese 156 .<br />

Il rapporto francese non cita il foglio comunista Sawt al-Sha‘b, che <strong>in</strong>vece compare spesso<br />

nei documenti italiani per via dei suoi numerosi attacchi contro il fascismo, e contro il<br />

colonialismo italiano <strong>in</strong> Libia, spesso firmati dal Comitato di difesa di Tripoli e Barqa,<br />

150<br />

Ivi, pp. 10-11<br />

151<br />

Era stato nom<strong>in</strong>ato m<strong>in</strong>istro dell’Istruzione nel 1930; K. M. Firro, Invent<strong>in</strong>g Lebanon, cit., p. 114<br />

152<br />

CADN, Syrie-Liban, DP, 445, “La presse au Liban et en Syrie. Decembre <strong>1940</strong>”, pp. 11-12<br />

153<br />

Ivi, p. 14<br />

154<br />

ACS, MdI, Stampa F4, B. 9, Tel. 3039/c, Roma 30 marzo 1938, il M<strong>in</strong>culpop al consolato a Beirut e<br />

all’ambasciata presso la Santa Sede<br />

155<br />

CADN, Syrie-Liban, DP, 445, “La presse au Liban et en Syrie. Decembre <strong>1940</strong>”, pp. 16-17<br />

156 Ivi, p. 23

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