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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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Bishara al-Khuri, dunque <strong>in</strong> aperta polemica e concorrenza con L’Orient 144 . Il terzo<br />

quotidiano francese era La Syrie, la cui tiratura rimase praticamente <strong>in</strong>variata rispetto al 1929<br />

(2.500 copie contro 2.250) 145 , probabilmente perché esso era notoriamente dell’organo<br />

ufficioso dell’Alto Commissariato. In complesso, la stampa quotidiana francese aveva<br />

aumentato la sua diffusione di quasi il 75% rispetto a dieci anni prima. L’espansione della<br />

stampa <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba fu ancora maggiore, sia per quanto riguardava la diffusione, che per il<br />

numero di quotidiani pubblicati: si passò da 12 quotidiani <strong>in</strong> arabo per un totale di 18.800<br />

copie nel 1929, a 26 quotidiani pubblicati nel 1939, con una tiratura complessiva di 39.400<br />

copie prima dell’<strong>in</strong>izio della guerra. Anche elim<strong>in</strong>ando dal calcolo i quotidiani che avevano<br />

cessato le pubblicazioni prima dell’<strong>in</strong>izio della guerra, la vendita dei quotidiani <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua<br />

araba a Beirut era comunque più che raddoppiata (+109,6%) 146 .<br />

La tiratura degli altri periodici non può essere confrontata direttamente con i dati del 1929,<br />

poiché, nei due rapporti, vengono divisi <strong>in</strong> diverse categorie. I settimanali politici di Beirut<br />

avevano nel <strong>1940</strong> una tiratura complessiva di 25.400 copie; ma se non si considerano le<br />

10.000 copie di al-Marahil, organo di <strong>propaganda</strong> francese che era nato allo scoppio della<br />

guerra nel 1939, ed aveva cessato le pubblicazioni al momento dell’armistizio, la situazione<br />

era praticamente immutata, con una leggera dim<strong>in</strong>uzione del numero dei settimanali, scesi a<br />

11, al-Marahil compreso 147 . Il rapporto elencava qu<strong>in</strong>di i periodici di prov<strong>in</strong>cia, a periodicità<br />

da quotidiana a settimanale, e poi le pubblicazioni mensili e quelle considerate secondarie,<br />

queste ultime due categorie però senza <strong>in</strong>dicazione del luogo di pubblicazione; solo le cifre<br />

complessive possono essere perciò raffrontate. Nella prov<strong>in</strong>cia le pubblicazioni settimanali o<br />

più frequenti <strong>–</strong> sette <strong>in</strong> tutto - registrano una tiratura complessiva di 5.200 copie, escluse<br />

quelle scomparse, o la cui tiratura non è registrata 148 . Rimangono circa trenta pubblicazioni<br />

mensili e secondarie, a periodicità irregolare o del tutto scomparse, la cui tiratura spesso non<br />

viene neppure <strong>in</strong>dicata, e che nel loro complesso valgono qualche migliaio di copie 149 .<br />

Sebbene i dati siano molto approssimativi, è chiaro che il numero di settimanali ed altri<br />

periodici rimane stabile oppure subisce un leggero calo, mentre allo stesso tempo si registra<br />

un grande <strong>in</strong>cremento della stampa quotidiana, soprattutto nella capitale. Si tratta della logica<br />

conseguenza del progresso tecnologico ed economico, che permette ai giornali di affrontare la<br />

spesa per ricevere le notizie dalle agenzie <strong>in</strong>ternazionali, assumere nuovo personale,<br />

aumentare la tiratura, migliorare il formato <strong>–</strong> ad esempio, pubblicando fotografie di buona<br />

qualità <strong>–</strong> ed accrescere il numero di pag<strong>in</strong>e. Il passaggio dalla periodicità settimanale a quella<br />

quotidiana è il segno della transizione di molte pubblicazioni dalla dimensione “artigianale”, a<br />

conduzione <strong>in</strong>dividuale della stampa, a quella imprenditoriale e moderna.<br />

A Beirut, rispecchiando le differenze nel grado di istruzione su base confessionale, i<br />

quotidiani maggiori <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba erano <strong>in</strong> mano ai cristiani. Sawt al-Ahrar, (nuovo nome di<br />

al-Ahrar) aveva una tiratura di 3.500 copie; il suo pr<strong>in</strong>cipale redattore, considerato anche il<br />

direttore di fatto, era Camille Chamoun, maronita, e futuro Presidente della Repubblica<br />

libanese. Sostenitore dal 1931 del partito di Eddé contro quello dei Khuri, era stato perlopiù<br />

144 CADN, Syrie-Liban, DP, 445, “La presse au Liban et en Syrie. Decembre <strong>1940</strong>”, pp. 4-5. Le Jour era stato<br />

fondato nell’agosto 1934 da Michel Chiha (Mishal Shiha), cognato di Bishara al-Khuri, per sostenerne la<br />

candidatura alla presidenza; M. Zamir, Lebanon’s Quest, cit., p. 37<br />

145 CADN, Syrie-Liban, DP, 445, “La presse au Liban et en Syrie. Decembre <strong>1940</strong>”, p. 3<br />

146 Ivi, pp. 10-26. Il rapporto elenca nel complesso 29 quotidiani pubblicati <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba pubblicati a Beirut.<br />

al-Nida’ (1.500 copie) aveva cessato le pubblicazioni nel 1935; al-Rayat (1.500 copie), organo conservatore<br />

sospetto anch’esso di avere contatti con gli italiani, era stato sospeso dal governo libanese nel febbraio 1938; al-<br />

Majlis (800 copie) non compariva più. Al-Bilad (1.500 copie) era stato sospeso nel settembre 1939 per il suo<br />

atteggiamento filo-italiano, ed è stato <strong>in</strong>cluso nel conteggio. Escludendo questo quotidiano, la tiratura<br />

complessiva risulta essere di 37.900 copie (+101,6%). La tiratura di due quotidiani, al-Nidal e al-Sharq, non è<br />

riportata.<br />

147 CADN, Syrie-Liban, DP, 445, “La presse au Liban et en Syrie. Decembre <strong>1940</strong>”, pp. 27-32<br />

148 Ivi, pp. 33-36<br />

149 Ivi, pp. 37-42<br />

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