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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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100<br />

1.500 copie 107 . Tra i quotidiani <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua araba, il più diffuso era al-Ahrar, foglio di<br />

opposizione def<strong>in</strong>ito «organo delle logge massoniche», la cui tiratura oscillava fra le 3.500 e<br />

le 4.000 copie 108 . Al-Bashir, organo dei padri gesuiti, di atteggiamento “francofilo”, era<br />

l’unico altro quotidiano a raggiungere le 3.000 copie 109 . Pochi altri quotidiani si aggiravano<br />

<strong>in</strong>torno alle 2.000 copie, come al-Ma‘rid, al-Balagh e al-Ahwal. I restanti quotidiani avevano<br />

tirature oscillanti fra un massimo di 1.500 copie (al-‘Ahd al-Jadid) e poche cent<strong>in</strong>aia 110 .<br />

L’atteggiamento della gran parte dei quotidiani era considerato “francofilo”, il che non è<br />

affatto sorprendente vista la scarsa tiratura di questa stampa, e di conseguenza la difficoltà di<br />

mantenere una l<strong>in</strong>ea editoriale <strong>in</strong>dipendente e, ancora di più, di attaccare <strong>in</strong> maniera diretta<br />

l’amm<strong>in</strong>istrazione mandataria. Inoltre, il nazionalismo libanese era <strong>in</strong> contrasto con quello<br />

<strong>siria</strong>no <strong>–</strong> che si opponeva alla frammentazione della “Grande Siria”, e qu<strong>in</strong>di all’<strong>in</strong>dipendenza<br />

del Libano <strong>–</strong> e trovava appoggio proprio nella presenza francese; di conseguenza gran parte<br />

della stampa, <strong>in</strong> particolare quella cristiana, era allo stesso tempo filo-francese e nazionalista.<br />

al-Ma‘rid, terzo fra i quotidiani <strong>in</strong> arabo di Beirut, era ad esempio def<strong>in</strong>ito «partigiano del<br />

mandato e dell’<strong>in</strong>dipendenza libanese», anche se non risparmiava le critiche nei confronti dei<br />

funzionari francesi. Al-Balagh, il cui editore Muhammad al-Baqir era uno sciita 111 , era <strong>in</strong>vece<br />

panislamico e fautore dell’unità <strong>siria</strong>na, ma anch’esso era def<strong>in</strong>ito “francofilo”. È evidente<br />

che questi quotidiani cercavano di destreggiarsi fra le proprie conv<strong>in</strong>zioni nazionaliste e la<br />

necessità di non suscitare le ire dei francesi. Al-Ahwal aveva assunto una posizione «corretta<br />

nei confronti della Francia» dopo la condanna del suo direttore Khalil Badawi nel 1920, ad<br />

opera di un tribunale militare, per la pubblicazione di «notizie tendenziose» 112 . È piuttosto<br />

significativo che, fra tutti i restanti quotidiani elencati nel rapporto, solamente due, al-Raya ed<br />

al-Sharq, fossero considerati apertamente ostili alla Francia; e che entrambi avessero cessato<br />

le pubblicazioni, rispettivamente ad ottobre ed a febbraio del 1929 113 . Al-Ahrar, pr<strong>in</strong>cipale<br />

organo di opposizione, esercitava una critica def<strong>in</strong>ita «raisonnée» verso l’amm<strong>in</strong>istrazione<br />

francese.<br />

I periodici settimanali, o che apparivano più sporadicamente, avevano tirature ancora più<br />

ridotte, ed appena una dec<strong>in</strong>a superavano, a stento, le 1.000 copie. L’unica significativa<br />

eccezione era il diffusissimo al-Dabbur, giornale umoristico illustrato con una tiratura di<br />

7.000 copie, che pur dichiarandosi ben disposto verso la Francia, non temeva di sbeffeggiarne<br />

i funzionari. Sembra che <strong>in</strong> genere ai fogli umoristici fosse concessa una maggiore libertà,<br />

rispetto al resto della stampa, e forse proprio questo era alla base del loro successo. Molti<br />

degli altri periodici erano irrilevanti e non si occupavano affatto di <strong>politica</strong>; la gran parte era<br />

francofilo o manteneva un atteggiamento “corretto” verso le autorità francesi, anche se alcuni<br />

di essi erano bollati come “nazionalisti estremisti”, e si arrischiavano comunque a criticare i<br />

funzionari dell’amm<strong>in</strong>istrazione 114 .<br />

La gran parte dei quotidiani e periodici era di recente creazione: pochi erano passati<br />

<strong>in</strong>denni attraverso le vicissitud<strong>in</strong>i della Grande Guerra, ancor meno risalivano alla gloriosa<br />

epoca della stampa libanese, nella seconda metà dell’Ottocento. Il più antico quotidiano era<br />

al-Bashir, l’organo dei gesuiti fondato nel 1870 (1869 secondo i francesi 115 ). Lisan al-Hal era<br />

107 LC, E-Levant, Syrie-Liban, 525, N° 72, Beirut 4 febbraio 1930, Ponsot a Briand, nota allegata, “La presse<br />

dans les états du Levant”, p. 16<br />

108 Ivi, p. 17<br />

109 Ivi, p. 19<br />

110 Ivi, pp. 17-20<br />

111 Kais M. Firro, Invent<strong>in</strong>g Lebanon. Nationalism and the State under the Mandate, I.B. Tauris, London 2003,<br />

p. 165<br />

112 LC, E-Levant, Syrie-Liban, 525, N° 72, Beirut 4 febbraio 1930, Ponsot a Briand, nota allegata, “La presse<br />

dans les états du Levant”, p. 17<br />

113<br />

Ivi, pp. 20-21<br />

114<br />

Ivi, pp. 22-26<br />

115<br />

Ivi, p. 19

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