politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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di copie. Nonostante la forte approssimazione dei dati, essi sembrano offrire comunque una<br />
panoramica complessivamente veritiera. Le stime pubblicate da Ayalon sono molto simili a<br />
quelle che si ricavano dai dati francesi: nella prima metà del Novecento, gli acquirenti di<br />
giornali sarebbero stati tra l’1 e il 2% della popolazione <strong>in</strong> Siria, fra il 3 e il 4% <strong>in</strong> Egitto, e fra<br />
il 7 e l’8% <strong>in</strong> Libano 41 .<br />
Si tratta di dati molto bassi rispetto a quelli dei paesi avanzati, nello stesso periodo. La<br />
stampa araba, ancora a metà del Novecento, aveva tutt’altro che una diffusione di massa, e<br />
solamente <strong>in</strong> Egitto e Libano poteva vantare una tradizione abbastanza solida. Nonostante ciò,<br />
nello stesso Egitto la circolazione di quotidiani (25 copie per 1.000 abitanti, negli anni<br />
C<strong>in</strong>quanta) era all’<strong>in</strong>circa dieci volte m<strong>in</strong>ore che <strong>in</strong> Francia, ed oltre venti volte rispetto alla<br />
Gran Bretagna 42 . Solo una ristretta élite era disposta ad acquistare quotidiani e periodici, o<br />
poteva permettersi di farlo: si trattava di una m<strong>in</strong>oranza istruita, <strong>in</strong> grandissima parte costituita<br />
da uom<strong>in</strong>i, e concentrata nelle città. Dato che non esistevano ancora dei veri e propri mass<br />
media nel mondo arabo, è necessario <strong>in</strong>terrogarsi su quale fosse l'effettiva <strong>in</strong>fluenza della<br />
stampa sulla <strong>politica</strong> e la società dei paesi del Vic<strong>in</strong>o Oriente, ed <strong>in</strong> quale misura essa<br />
contribuisse effettivamente alla circolazione delle idee nelle diverse classi sociali. Come ha<br />
evidenziato Ayalon, anche la scarsa qualità e credibilità di molta stampa era un ostacolo alla<br />
sua diffusione 43 . Molti periodici erano frutto del lavoro di una sola persona, anche perché la<br />
fondazione di un giornale era relativamente economica, e molto spesso erano un veicolo per<br />
portare avanti violente polemiche e diatribe personali, piuttosto che uno strumento di<br />
<strong>in</strong>formazione obiettiva ed affidabile. Solo un numero limitato di quotidiani godeva di una<br />
certa autorevolezza, come al-Ahram, letto <strong>in</strong> tutto il mondo arabo, oppure Bayrut e Alif Ba’ <strong>in</strong><br />
Libano e Siria. La stessa professione giornalistica venne a lungo considerata poco dignitosa,<br />
nell’op<strong>in</strong>ione comune degli arabi. Ma la difficoltà di evolversi <strong>in</strong> direzione di una stampa più<br />
moderna nasceva anche dalla mancanza di mezzi economici. Non solo i potenziali acquirenti<br />
di giornali erano una m<strong>in</strong>oranza, ma essi tendevano a risparmiare il più possibile su questo<br />
genere di spesa: non era raro, ad esempio, che il costo di un abbonamento venisse suddiviso<br />
anche fra dec<strong>in</strong>e di persone, una pratica che <strong>–</strong> lamentavano i giornalisti <strong>–</strong> condannava i<br />
giornali al fallimento 44 . Spesso, dei conoscenti si abbonavano ognuno a un diverso<br />
quotidiano, per poi scambiarsi le copie. In tutti i casi, poi, gli editori dovevano faticare non<br />
poco per riuscire a riscuotere le quote degli abbonamenti.<br />
Una s<strong>in</strong>gola copia di un quotidiano, dunque, raggiungeva un pubblico abbastanza vasto,<br />
sebbene fare delle stime valide del numero di persone che venivano <strong>in</strong> contatto con la stampa<br />
sia di fatto impossibile 45 . Secondo il console italiano ad Aleppo, Navarr<strong>in</strong>i, il 90% dei<br />
cristiani della città, ed il 50% dei musulmani, leggevano o si facevano leggere i giornali, ma<br />
questa stima era certamente approssimativa ed empirica 46 . Oltre alla circolazione fra la classe<br />
di coloro che sapevano leggere (comprese le donne delle loro famiglie, anche se analfabete,<br />
che presumibilmente ricevevano le <strong>in</strong>formazioni dagli uom<strong>in</strong>i istruiti), i quotidiani e gli altri<br />
periodici raggiungevano anche le classi sociali più basse, attraverso la pratica piuttosto diffusa<br />
della lettura ad alta voce 47 . Secondo Mustafa Kabha, <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a un solo giornale poteva<br />
servire a diverse famiglie, e pers<strong>in</strong>o <strong>in</strong>teri villaggi 48 . L’abitud<strong>in</strong>e dei venditori di giornali, agli<br />
angoli delle strade, di urlare i titoli delle notizie, <strong>in</strong> particolare quelle più impressionanti o<br />
scandalose, <strong>in</strong>fastidì a tal punto il governo francese da sp<strong>in</strong>gerlo a protestare ufficialmente<br />
41 Ivi, p. 153<br />
42 Ibidem, nota 30<br />
43 Ivi, pp. 163-165<br />
44 Ivi, pp. 157-58<br />
45 Ivi, pp. 158-59<br />
46 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 442, Aleppo 29 marzo 1937, il console Navarr<strong>in</strong>i al MSP<br />
47 Mustafa Kabha, The Palest<strong>in</strong>ian Press as Shaper of Public Op<strong>in</strong>ion, 1929-1939. Writ<strong>in</strong>g up a Storm,<br />
Vallent<strong>in</strong>e Mitchell, London <strong>–</strong> Portland 2007, p. 9<br />
48 Ivi, pp. 18-19