03.06.2013 Views

politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

90<br />

di copie. Nonostante la forte approssimazione dei dati, essi sembrano offrire comunque una<br />

panoramica complessivamente veritiera. Le stime pubblicate da Ayalon sono molto simili a<br />

quelle che si ricavano dai dati francesi: nella prima metà del Novecento, gli acquirenti di<br />

giornali sarebbero stati tra l’1 e il 2% della popolazione <strong>in</strong> Siria, fra il 3 e il 4% <strong>in</strong> Egitto, e fra<br />

il 7 e l’8% <strong>in</strong> Libano 41 .<br />

Si tratta di dati molto bassi rispetto a quelli dei paesi avanzati, nello stesso periodo. La<br />

stampa araba, ancora a metà del Novecento, aveva tutt’altro che una diffusione di massa, e<br />

solamente <strong>in</strong> Egitto e Libano poteva vantare una tradizione abbastanza solida. Nonostante ciò,<br />

nello stesso Egitto la circolazione di quotidiani (25 copie per 1.000 abitanti, negli anni<br />

C<strong>in</strong>quanta) era all’<strong>in</strong>circa dieci volte m<strong>in</strong>ore che <strong>in</strong> Francia, ed oltre venti volte rispetto alla<br />

Gran Bretagna 42 . Solo una ristretta élite era disposta ad acquistare quotidiani e periodici, o<br />

poteva permettersi di farlo: si trattava di una m<strong>in</strong>oranza istruita, <strong>in</strong> grandissima parte costituita<br />

da uom<strong>in</strong>i, e concentrata nelle città. Dato che non esistevano ancora dei veri e propri mass<br />

media nel mondo arabo, è necessario <strong>in</strong>terrogarsi su quale fosse l'effettiva <strong>in</strong>fluenza della<br />

stampa sulla <strong>politica</strong> e la società dei paesi del Vic<strong>in</strong>o Oriente, ed <strong>in</strong> quale misura essa<br />

contribuisse effettivamente alla circolazione delle idee nelle diverse classi sociali. Come ha<br />

evidenziato Ayalon, anche la scarsa qualità e credibilità di molta stampa era un ostacolo alla<br />

sua diffusione 43 . Molti periodici erano frutto del lavoro di una sola persona, anche perché la<br />

fondazione di un giornale era relativamente economica, e molto spesso erano un veicolo per<br />

portare avanti violente polemiche e diatribe personali, piuttosto che uno strumento di<br />

<strong>in</strong>formazione obiettiva ed affidabile. Solo un numero limitato di quotidiani godeva di una<br />

certa autorevolezza, come al-Ahram, letto <strong>in</strong> tutto il mondo arabo, oppure Bayrut e Alif Ba’ <strong>in</strong><br />

Libano e Siria. La stessa professione giornalistica venne a lungo considerata poco dignitosa,<br />

nell’op<strong>in</strong>ione comune degli arabi. Ma la difficoltà di evolversi <strong>in</strong> direzione di una stampa più<br />

moderna nasceva anche dalla mancanza di mezzi economici. Non solo i potenziali acquirenti<br />

di giornali erano una m<strong>in</strong>oranza, ma essi tendevano a risparmiare il più possibile su questo<br />

genere di spesa: non era raro, ad esempio, che il costo di un abbonamento venisse suddiviso<br />

anche fra dec<strong>in</strong>e di persone, una pratica che <strong>–</strong> lamentavano i giornalisti <strong>–</strong> condannava i<br />

giornali al fallimento 44 . Spesso, dei conoscenti si abbonavano ognuno a un diverso<br />

quotidiano, per poi scambiarsi le copie. In tutti i casi, poi, gli editori dovevano faticare non<br />

poco per riuscire a riscuotere le quote degli abbonamenti.<br />

Una s<strong>in</strong>gola copia di un quotidiano, dunque, raggiungeva un pubblico abbastanza vasto,<br />

sebbene fare delle stime valide del numero di persone che venivano <strong>in</strong> contatto con la stampa<br />

sia di fatto impossibile 45 . Secondo il console italiano ad Aleppo, Navarr<strong>in</strong>i, il 90% dei<br />

cristiani della città, ed il 50% dei musulmani, leggevano o si facevano leggere i giornali, ma<br />

questa stima era certamente approssimativa ed empirica 46 . Oltre alla circolazione fra la classe<br />

di coloro che sapevano leggere (comprese le donne delle loro famiglie, anche se analfabete,<br />

che presumibilmente ricevevano le <strong>in</strong>formazioni dagli uom<strong>in</strong>i istruiti), i quotidiani e gli altri<br />

periodici raggiungevano anche le classi sociali più basse, attraverso la pratica piuttosto diffusa<br />

della lettura ad alta voce 47 . Secondo Mustafa Kabha, <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a un solo giornale poteva<br />

servire a diverse famiglie, e pers<strong>in</strong>o <strong>in</strong>teri villaggi 48 . L’abitud<strong>in</strong>e dei venditori di giornali, agli<br />

angoli delle strade, di urlare i titoli delle notizie, <strong>in</strong> particolare quelle più impressionanti o<br />

scandalose, <strong>in</strong>fastidì a tal punto il governo francese da sp<strong>in</strong>gerlo a protestare ufficialmente<br />

41 Ivi, p. 153<br />

42 Ibidem, nota 30<br />

43 Ivi, pp. 163-165<br />

44 Ivi, pp. 157-58<br />

45 Ivi, pp. 158-59<br />

46 ASMAE, AP, Siria 18, Tel. 442, Aleppo 29 marzo 1937, il console Navarr<strong>in</strong>i al MSP<br />

47 Mustafa Kabha, The Palest<strong>in</strong>ian Press as Shaper of Public Op<strong>in</strong>ion, 1929-1939. Writ<strong>in</strong>g up a Storm,<br />

Vallent<strong>in</strong>e Mitchell, London <strong>–</strong> Portland 2007, p. 9<br />

48 Ivi, pp. 18-19

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!