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politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)

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86<br />

Ma la mappa del “filo-fascismo” arabo mostra chiaramente che esso co<strong>in</strong>volgeva degli<br />

ambienti politici ed <strong>in</strong>tellettuali ben def<strong>in</strong>iti e delimitati, all’<strong>in</strong>terno dei quali un’alleanza con<br />

l’Italia non costituiva di per sé un tabù. Inoltre, si trattava di una situazione molto fluida,<br />

soggetta a mutamenti improvvisi sulla base dell’opportunità del momento. Gli arabi, pur nelle<br />

limitazioni oggettive della loro condizione <strong>politica</strong>, giocavano un ruolo tutt’altro che passivo<br />

nello scontro fra le Potenze europee, cercando di perseguire i propri obiettivi di carattere<br />

generale o particolare.<br />

La situazione libanese era molto diversa da quella <strong>siria</strong>na, e per vari aspetti più complessa.<br />

L’<strong>in</strong>fluenza francese nella regione, <strong>in</strong> pratica l’unico scampolo di territorio a maggioranza<br />

cristiana di tutto il mondo arabo, risaliva almeno al XVII secolo, quando la Francia aveva<br />

ottenuto il titolo onorifico di protettrice del Cattolicesimo lat<strong>in</strong>o. Attraverso l’attività<br />

missionaria, le scuole, gli istituti di carità, la l<strong>in</strong>gua e la cultura francesi si erano largamente<br />

diffuse nella comunità cristiana <strong>–</strong> una penetrazione che era anche alla base delle pretese<br />

politiche della Francia nella regione 8 . I Maroniti e i Greco-cattolici, <strong>in</strong> particolare, avevano<br />

goduto dell’amicizia della Francia ed erano i suoi più ferventi sostenitori; di conseguenza, le<br />

rivalità <strong>in</strong>ter-confessionali rendevano le altre comunità religiose <strong>–</strong> cattolici di altre<br />

confessioni, ortodossi, drusi, etc. <strong>–</strong> piuttosto sospettose. I musulmani sunniti, soprattutto,<br />

consideravano la Francia come il campione della cristianità, ed erano fortemente timorosi di<br />

un suo <strong>in</strong>tervento nel Vic<strong>in</strong>o Oriente 9 . La creazione dello stato del Grande Libano (1924), che<br />

<strong>in</strong>globava territori mai appartenuti all’antica prov<strong>in</strong>cia ottomana, e creava una grande<br />

m<strong>in</strong>oranza musulmana all’<strong>in</strong>terno di uno stato a prevalenza cristiana, poneva le basi per una<br />

duratura ostilità dei sunniti alla <strong>politica</strong> mandataria francese, che si esprimeva pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

attraverso due posizioni fra loro divergenti: la richiesta dell’unità con la Siria, o quella di<br />

maggiore spazio all’<strong>in</strong>terno delle istituzioni libanesi. Anche i cristiani erano divisi fra coloro<br />

<strong>–</strong> perlopiù maroniti <strong>–</strong> che volevano il mantenimento della presenza francese, e i nazionalisti<br />

libanesi che chiedevano <strong>in</strong>vece l’<strong>in</strong>dipendenza completa. Ma <strong>in</strong> ogni caso, la Francia <strong>in</strong>contrò<br />

<strong>in</strong> Libano molta meno opposizione che <strong>in</strong> Siria, e poté dunque mostrarsi più conciliante e<br />

perseguire una <strong>politica</strong> di collaborazione più efficace, dato che godeva del sostegno della<br />

maggioranza cristiana. Per la gran parte libanesi, la presenza francese era <strong>in</strong>dispensabile per la<br />

sopravvivenza stessa del loro stato, un’oasi cristiana <strong>in</strong> un mare islamico, che rischiava<br />

altrimenti di essere <strong>in</strong>globato dalla Siria; di conseguenza, i rapporti del Libano con la potenza<br />

mandataria furono meno contrastati. Nonostante la ribellione <strong>in</strong> corso nel Jebel Druso, il 24<br />

maggio 1926, con quattro anni di anticipo rispetto alla Siria, veniva <strong>in</strong>fatti varata la<br />

Costituzione, e nasceva la Repubblica del Libano 10 . Ma anche qui, il compito francese era<br />

tutt’altro che semplice, come avrebbe dimostrato, per esempio, la sospensione della<br />

Costituzione decisa dall’Alto Commissario nel <strong>1932</strong>. A differenza che <strong>in</strong> Siria, dove la<br />

<strong>politica</strong> era dom<strong>in</strong>ata dal vasto raggruppamento del Blocco Nazionale, il Libano era<br />

caratterizzato una notevole frammentazione, che <strong>in</strong>cideva <strong>in</strong> maniera negativa sulla vita<br />

<strong>politica</strong> del paese. Le divisioni confessionali erano importanti, ma non erano le uniche: a<br />

caratterizzare la lotta per il potere <strong>in</strong> Libano fra gli anni Venti e Trenta, <strong>in</strong>fatti, fu soprattutto<br />

la rivalità fra Bishara al-Khuri e Emile Eddé (Imil Idda), entrambi maroniti 11 . le divisioni<br />

personali e di clan erano forti quanto quelle religiose, e contribuivano a complicare<br />

ulteriormente il quadro politico del paese.<br />

8<br />

Stephen Hemsley Longrigg, Syria and Lebanon under French Mandate, Oxford University Press, London<br />

1958, pp. 41-42<br />

9<br />

Ivi, p. 45<br />

10<br />

Ivi, p. 170<br />

11<br />

Cfr. Meir Zamir, Lebanon’s Quest. The Road to Statehood 1926-1939, I.B. Tauris, London 1997, <strong>in</strong><br />

particolare il Cap. 3, pp. 84-178

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