politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
politica islamica e propaganda fascista in siria e libano (1932 – 1940)
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e concordata con la potenza mandataria 5 . La leadership del Blocco era costituita <strong>in</strong> buona<br />
parte da esponenti della classe di funzionari, proprietari terrieri, commercianti e imprenditori<br />
che avevano esercitato il potere politico sulla base del loro ruolo di <strong>in</strong>termediari fra la Porta e<br />
la società locale, e che sotto il mandato manteneva un ruolo analogo, con la differenza che ora<br />
il centro di potere esterno era Parigi, e non più Istanbul. Il Blocco non aveva alcun<br />
programma di riforma economica e sociale, dal momento che i suoi esponenti erano membri<br />
delle classi dom<strong>in</strong>anti tradizionali, ma proprio perché il suo unico obiettivo era il<br />
raggiungimento dell’<strong>in</strong>dipendenza, attraeva un consenso molto vasto e dest<strong>in</strong>ato a durare,<br />
almeno f<strong>in</strong>ché, una volta ottenuta la liberazione dal dom<strong>in</strong>io straniero, non si fosse reso<br />
necessario un programma più chiaro e dettagliato sul futuro del paese.<br />
Un’altra caratteristica fondamentale della <strong>politica</strong> del Blocco Nazionale stava nella<br />
dimensione regionale del suo nazionalismo. Gli ideali del panarabismo prevedevano, <strong>in</strong><br />
orig<strong>in</strong>e, l’unificazione almeno dei territori asiatici popolati dagli arabi, dalla Penisola Araba<br />
f<strong>in</strong>o alla Siria, com’era stato grossomodo nei progetti dell’emiro Husayn durante la rivolta del<br />
1916. Tuttavia, sebbene l’ideale di una nazione araba comprendente l’<strong>in</strong>tera Umma rimanesse<br />
sempre presente nella mentalità e nei progetti a lungo term<strong>in</strong>e dei nazionalisti, la realtà della<br />
divisione territoriale e <strong>politica</strong> realizzata dal controllo europeo costr<strong>in</strong>geva la loro azione<br />
entro orizzonti più angusti. Nella concreta azione <strong>politica</strong> del Blocco <strong>in</strong> Siria, ciò voleva dire<br />
la disponibilità a sacrificare la solidarietà panaraba, quando essa m<strong>in</strong>acciava di ostacolare gli<br />
obiettivi della <strong>politica</strong> locale. Nel 1929, ad esempio, venivano scoraggiate delle<br />
manifestazioni anti-britanniche <strong>in</strong> occasione delle rivolte <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a, per non pregiudicare un<br />
eventuale appoggio britannico alle aspirazioni nazionali della Siria 6 . Il Blocco si astenne<br />
anche dall’appoggiare le proteste anti-italiane scoppiate a Damasco ed Aleppo nell’aprile<br />
1931, <strong>in</strong> seguito all’arresto di ‘Adil Arslan al Cairo; e ciò nonostante i francesi, stizziti con<br />
l’Italia per l’opposizione alla <strong>politica</strong> mandataria e per le sue mire sulla Siria, non facessero<br />
nulla per ostacolarle. In questo caso, il Blocco era preoccupato di evitare una radicalizzazione<br />
<strong>politica</strong> che desse alla Francia il pretesto per lasciar cadere la l<strong>in</strong>ea della collaborazione, o che<br />
favorisse l’ipotesi di una soluzione monarchica. I leader del Blocco disertarono pers<strong>in</strong>o le<br />
dimostrazioni <strong>in</strong> onore di ‘Umar al-Mukhtar, tenutesi a Damasco <strong>in</strong> ottobre 7 . Si tratta di un<br />
aspetto da tenere ben presente, nell’analizzare le reazioni alla <strong>propaganda</strong> araba <strong>fascista</strong> e i<br />
rapporti politici con l’Italia di Mussol<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> Siria come nel resto del mondo arabo. La<br />
solidarietà e l’unità nella lotta contro ogni forma di dom<strong>in</strong>io straniero, <strong>in</strong> qualsiasi regione del<br />
mondo arabo, non venne mai messa <strong>in</strong> discussione, <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea di pr<strong>in</strong>cipio. Ma era irrealistico<br />
pensare di lottare contemporaneamente su ogni fronte, per cui i leader più pragmatici si<br />
conv<strong>in</strong>sero della necessità di <strong>in</strong>dividuare obiettivi più limitati e a portata di mano, sia che ciò<br />
volesse dire sacrificare temporaneamente la lotta per l’<strong>in</strong>dipendenza <strong>in</strong> altre parti del mondo<br />
arabo, sia che volesse dire str<strong>in</strong>gere alleanze temporanee con altre potenze europee che<br />
opprimevano a loro volta delle popolazioni arabe, sotto un dom<strong>in</strong>io coloniale o pseudocoloniale.<br />
La campagna <strong>politica</strong> e propagandistica dell’Italia <strong>fascista</strong> non va analizzata qu<strong>in</strong>di<br />
nei term<strong>in</strong>i del suo “successo” o “<strong>in</strong>successo”, ma piuttosto è opportuno concentrarsi sul<br />
modo <strong>in</strong> cui gli arabi si relazionarono all’azione italiana, rispondendo di volta <strong>in</strong> volta nel<br />
modo che appariva più rispondente ai loro obiettivi, politici o anche solo di vantaggi<br />
personali. Il mondo arabo rispondeva, <strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong> maniera tutt’altro che meccanica alle<br />
sollecitazioni della <strong>propaganda</strong> <strong>fascista</strong>. Il sostegno all’Italia e a Mussol<strong>in</strong>i dipendeva, più che<br />
dall’impegno e dalle risorse impiegate, da considerazioni legate sia alla <strong>politica</strong> locale che al<br />
quadro più ampio delle relazioni <strong>in</strong>ternazionali. Ciò non vuol dire che i personaggi legati al<br />
fascismo fossero <strong>in</strong>sensibili al denaro o che non agissero per <strong>in</strong>teresse personale, tutt’altro.<br />
5 Sul Blocco Nazionale Siriano, il suo programma e la sua leadership, cfr. P. S. Khoury, Syria and the French<br />
Mandate, cit., parte IV<br />
6 Ivi, p. 347<br />
7 Ivi, pp. 359-360<br />
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